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13 Maggio 2025 18:55

Apulia Film Commission: i contributi Film Fund finiscono sotto i riflettori dell’ Anac

Le ombre gestionali dell' Apulia Film Commission: nessun controlli sui contributi, ed un concorso ad hoc per assumere impiegati

Non è bastato nominare un’ ex magistrato come Patrizia Tosto, peraltro ex procuratore generale a Bari e moglie dell’ex presidente della Corte di Cassazione Pietro Curzio , nominata al vertice dell’ Apulia Film Commission per mettere fine alla stagione delle liti interne ed ai conflitti d’interesse che in questi giorni stanno alimentando le bordate da parte dell’opposizione alla Regione Puglia. Il problema è estremamente serio, considerato che si tratta di fondi pubblici gestiti da una fondazione che ha tra i suoi soci la Regione Puglia e i Comuni e che era stata commissariata proprio per risolvere una serie di problemi gestionali. La Tosto aveva preso il posto di Giuseppe Savino, il dirigente regionale indicato dalla Regione ma risultato incompatibile. Il tutto dopo lo scontro tra gli ex vertici dell’agenzia – cioè tra la presidente Simonetta Dellomonaco e il direttore generale Antonio Parente (tutt’ora in carico) , accusato dalla prima di aggressione – finito con le dimissioni dell’intero CdA. Il nuovo cda venne così ricomposto, oltre che dalla presidente Tosto, da Luciana Cazzolla (dirigente del Comune di Bari) e Francesco Murianni (Comune di Taranto).

La vicenda riguarda i 13 milioni di euro di fondi europei destinati a supportare le produzioni cinematografiche sul territorio pugliese. Una delle società beneficiaria del contributo, la Disparte srl di Roma, che ha fra i propri azionisti una dipendente della Film Commission, Martina Lovascio, che ne detiene il 15% delle quote, la quale è stata componente come segretaria della commissione che ha valutato le 121 domande presentate per l’assegnazione dei 13 milioni di fondi europei assegnati al Film Fund. Tra i progetti esaminati positivamente c’è appunto quello della Disparte, teoricamente destinataria di 315mila euro. La procedura era ritenuta “ad alto rischio di corruzione”, ma nessuno ha rilevato il conflitto di interessi.

Secondo la Apulia Film Commission sarebbe tutto regolare.Le procedure si sono svolte nel rispetto delle regole normative che disciplinano la materia“, – è scritto in una nota – “ciascuno dei componenti la commissione tecnica di valutazione ha reso a suo tempo rituale dichiarazione di insussistenza di conflitto di interesse”. Per quanto invece riguarda “i dipendenti preposti ad attività meramente esecutive”, come appunto la segretaria-azionista, “le verifiche operate dagli organi della Fondazione a ciò deputati hanno a loro volta escluso profili di incompatibilità alla luce del Codice etico e di comportamento vigente atteso che l’attività lavorativa svolta non ha comportato da parte loro l’assunzione di decisioni e/o valutazioni di alcun genere”.

Una posizione imbarazzante per una Fondazione presieduta da un ex-magistrato, considerato che il Codice degli appalti prevede tutt’altro. Infatti il potenziale conflitto di interessi si verifica allorquando un soggetto che “a qualsiasi titolo interviene con compiti funzionali nella procedura” (il segretario cura la redazione e la conservazione degli atti n.d.r.) “ha direttamente o indirettamente un interesse finanziario, economico o altro interesse personale che può essere percepito come una minaccia alla sua imparzialità”. Ne consegue che non rileva minimamente la circostanza che l’attività della segretaria-azionista non avrebbe comportato “l’assunzione di decisioni”.

Un caso che nel ristretto mondo del cinema pugliese era da tempo noto praticamente a tutti, eppure non è stato rilevato e tantomeno valutato con la dovuta attenzione nonostante la dottoressa Lovascio abbia indicato nel curriculum il suo precedente ruolo operativo nella società Disparte.

Il piano anticorruzione della Apulia Film Commission ha mappato la gestione del Film Fund tra le attività ad alto rischio. Il motivo è evidente per la “presenza di interessi economici rilevanti e di benefici con effetto economico per i destinatari del processo“. Ma non solo. Un macroscopico “processo decisionale altamente discrezionale” nell’assegnazione dei contributi europei alle produzioni cinematografiche. Eppure la Fondazione presieduta dalla Tosto, di cui la Regione Puglia è socio principale, ha omesso qualunque verifica sui conflitti di interesse.

I meccanismi anticorruzione previsti dalla legge sono una cosa seria, a condizione però che vengano attuati. Anche perché pure il codice degli appalti è piuttosto stringente: il conflitto di interessi si verifica quando un soggetto che «a qualsiasi titolo» interviene «con compiti funzionali» nella procedura ha «direttamente o indirettamente un interesse finanziario, economico o altro interesse personale che può essere percepito come una minaccia alla sua imparzialità». Rispetto a questo «le stazioni appaltanti adottano misure adeguate per individuare, prevenire e risolvere in modo efficace ogni ipotesi di conflitto di interesse». Anche perché contrariamente gli atti rischiano di essere nulli.

Tra questi ci sono, probabilmente, anche le procedure di selezione del personale. A maggio 2021 l’ Apulia Film Commission aveva pubblicato un bando per l’assunzione a tempo indeterminato di un impiegato “con funzioni amministrative e/o tecniche”, deputato ad occuparsi di contabilità, bilanci e fatture: un ruolo per il quale era stato ritenuto sufficiente il diploma, mentre per tutti gli altri concorsi la Fondazione richiede la laurea, e che sembrava su misura alla figura di un collaboratore storico di Afc, Nicola Salinaro. In presenza di 19 candidati ammessi alla prova scritta, quelli ammessi all’orale diventarono 8 e quegli ritenuti idonei scesero a 6. Ma guarda caso (solo una pura coincidenza ?), i primi quattro della graduatoria erano tutti collaboratori storici dell’ Apulia Film Commission: vincitore del concorso fu Salinaro, seguito dagli altri tre che a seguire dal novembre 2021 vennero tutti assunti per scorrimento della graduatoria in quella che sembra essere in realtà una “stabilizzazione“. La quarta e ultima della lista era Martina Lovascio, assunta inizialmente (con la laurea in lettere….) per occuparsi di contabilità e amministrazione venendo in seguito assegnata alla gestione del Film Fund .

“A questo punto è evidente che deve essere un modus operandi di tutte le agenzie, fondazioni e società della Regione Puglia, – dicono i consiglieri regionali di Fratelli d’Italiaquello di fare bandi per l’assunzione del personale ad personam: prima si individua la persona da assumere e poi si cuce addosso il bando (in questo caso preferendo anche il diploma alla laurea)” . Secondo i consiglieri di centrodestra, il conflitto di interessi in capo alla segretaria-imprenditrice, è a dir poco evidente e rilevante: “Saremmo di fronte all’anarchia totale, all’assenza totale dei controlli, e questo richiederebbe quanto meno la sospensione dei pagamenti alle società di produzione cinematografiche dei fondi europei assegnati al Film Fund“.

Sulla questione è intervenuta anche Forza Italia, secondo cuianche Apulia Film Commission entra nel circolo degli enti collegati dove è buio pesto“. I consiglieri regionali forzisti ritengono “gravissimo” che la segretaria della commissione giudicatrice dei progetti sia anche titolare di una quota in una società di produzione: “Da qui si evince l’assenza di qualsiasi controllo per il contrasto alla corruzione. Se il conflitto di interessi in questione era noto a tutto l’ambiente del settore cinematografico, viene da chiedersi se lo sapevano tutti, tranne i vertici regionali”.

Il tema dei conflitti di interesse è molto nel mirino soprattutto di questi tempi alla Regione Puglia. “Se la ricostruzione fosse confermata – dice il consigliere Fabio Romito (Lega) – si aprirebbe un ennesimo spazio per discutere dell’utilizzo dei fondi destinati al cinema. Per questo chiamerò in audizione la presidente e il direttore generale di Afc“.

Annamaria Tosto e suo marito Pietro Curzio prima di andare entrambi in pensione

Emiliano: “Le sue competenze giudiriche utili per riscrivere lo statuto”……

All’atto della nomina della Tosto a presidente della Fondazione Apulia Film Commission, il presidente della Regione, Michele Emiliano aveva così commentato “Ringrazio la dottoressa Anna Maria Tosto per aver accettato l’incarico di presidente della Fondazione Apulia film commission” “In questo modo la fondazione potrà disporre non solo delle sue straordinarie competenze giuridiche, assai utili in questo momento in cui è impegnata nella riscrittura dello Statuto, ma anche di una raffinata intellettuale capace di leggere il contesto operativo della Fondazione nella maniera più completa e autorevole”.

Resta da chiedersi se anche la Procura della Repubblica di Bari vorrà occuparsi di questa vicenda, o forse il procuratore Roberto Rossi preferisce non preoccuparsi di quanto avviene in queste ore. Forse perchè come fa notare un autorevole magistrato pugliese, Rossi fa parte della stessa corrente “sinistrorsa” di cui era esponente autorevole e riverita la Tosto, e si era molto prodigato per la sua nomina a procuratore generale presso la Corte di Appello di Bari ?

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