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19 Marzo 2024 09:22
19 Marzo 2024 09:22

ANTIMAFIA. ALLARME DELLA DDA DI BARI: : “ENTRANO TROPPI CELLULARI IN CARCERE, NESSUN OSTACOLO AI BOSS”

Il procuratore aggiunto Giannella ha delineato ed esposto un quadro delle mafie dell'intero distretto, Bari, Bat e Foggia, parlando di "evoluzione dei clan" ha spiegato che hanno "stabili collegamenti con le organizzazioni criminali internazionali, essendo la Puglia testa di ponte per i traffici dall'Albania" ma non solo, avendo collegamenti anche con le mafie "tradizionali" italiane di Cosa nostra, 'Ndrangheta e Camorra.

di REDAZIONE CRONACHE


In occasione dell’audizione davanti alla Commissione consiliare regionale sul fenomeno della criminalità in Puglia presieduta da Renato Perrini (FdI) che ha ospitato le audizioni dei procuratori di Trani, Foggia e dell’aggiunto di Bari coordinatore dell’Antimafia distrettuale e dei prefetti di Bari e Barletta Francesco Giannella, quale coordinatore della Direzione distrettuale antimafia, che è stato molto chiaro: “Il carcere non ostacola più l’operatività delle mafie, che operano su due binari, dentro e fuori gli istituti penitenziari grazie a una circolazione incontrollata di telefoni cellulari di piccolissime dimensioni, introdotti nelle carceri di tutta Italia nei modi più fantasiosi”.

Il procuratore aggiunto Giannella ha delineato ed esposto un quadro delle mafie dell’intero distretto, Bari, Bat e Foggia, parlando di “evoluzione dei clan” ha spiegato che hanno “stabili collegamenti con le organizzazioni criminali internazionali, essendo la Puglia testa di ponte per i traffici dall’Albania” ma non solo, avendo collegamenti anche con le mafie “tradizionali” italiane di Cosa nostra, ‘Ndrangheta e Camorra.

Il procuratore ha evidenziato che l’ultima frontiera della mafia è l’infiltrazione nel tessuto economico, dall’agroalimentare al turismo, dal gaming alle cripto-valute” ma non solo, “nel territorio foggiano, il potenziamento della capacità delle organizzazioni criminali di infiltrarsi nel settore politico-amministrativo. Ne sono dimostrazione gli scioglimenti per mafia dei cinque Comuni di Monte Santangelo, Manfredonia, Mattinata, Cerignola e Foggia” ha aggiunto Giannella.

Con riferimento al territorio foggiano, le mafierappresentano il fenomeno più preoccupante del distretto” dove “è evidente un generalizzato assoggettamento estorsivo a danno di intere categorie imprenditoriali” ha proseguito Giannella, evidenziando l’importanza dei provvedimenti patrimoniali, sostenendo che è necessario “l’utilizzo reale dei beni confiscati alla mafia che devono avere ricadute sociali, altrimenti passa il messaggio negativo che lo Stato si appropria di questi beni ma non sa cosa farne“.

il procuratore capo di Foggia, Ludovico Vaccaro

Nel corso dell’ audizione è intervenuto anche Ludovico Vaccaro, procuratore capo di Foggia : “Il foggiano è un territorio compromesso culturalmente, e lo dico da figlio di questa terra, che ha bisogno della vicinanza dei presidi giudiziari e parlo delle Procure ordinarie: c’è bisogno di un’altra Procura nel basso tavoliere e una nel Gargano“. Secondo Vaccarola criminalità foggiana ha una aggressività che nonostante le operazioni, continua a essere eccessiva e che porta a chiedere un maggiore intervento delle istituzioni per rafforzare la capacità della risposta giudiziaria. Occorre venire incontro alla povertà culturale ed educativa e far sentire le persone offese non sole con la vicinanza delle istituzioni“.

Il procuratore capo di Foggia ha anche lanciato l’allarme sugli organici insufficienti delle forze dell’ordine. “In alcuni casi le indagini si bloccano perché le forse di polizia giudiziaria non ce la fanno. Occorrerebbe quindi aumentare i presidi giudiziari, almeno altri due nella provincia di Foggia, e il numero delle forze di polizia giudiziaria“.

Nel corso dell’audizione sono stati resi noti i numeri della risposta della magistratura alle mafie foggiane. Negli ultimi 4 anni, dopo la strage di San Marco in Lamis in cui vennero assassinati i fratelli Aurelio e Luigi Luciani, in quanto testimoni involontari dell’uccisione del boss Mario Luciano Romito e del suo autista e cognato Matteo de Palma, sono state eseguite 60 operazioni antimafia, 400 arresti, sequestri per oltre 30 milioni di euro, sequestrate decine di tonnellate di droga e armi, oltre 70 misure interdittive antimafia ad imprese collegate a organizzazioni criminali e 5 consigli comunali sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose.

Il presidente della Commissione regionale, Renato Perrini, al termine delle audizioni: “A nome dell’intera commissione regionale sulla criminalità pugliese, ringrazio le Prefetture e le Procure pugliesi che hanno risposto al nostro invito apportando non solo preziosi contributi al nostro lavoro, ma stimolandoci a ritornare a svolgere la quella funzione che sui territori la Politica ha smarrito: essere cuscinetto fra le Istituzioni e la società. Un ruolo che, se svolto correttamente, potrebbe prevenire molti fenomeni andando a riempire quei vuoti dove si insinua la criminalità comune, ma soprattutto organizzata“.

“Noi politici dobbiamo tornare a parlare con la gente, soprattutto con i giovani. – ha aggiunto PerriniI fatti avvenuti nelle serate di movida a Barletta e Bisceglie sono la punta di un iceberg di generazioni che il sabato sera trovano normale uscire armati di coltello e uccidere per futili motivi. La Commissione che presiedo non pu? sicuramente sostituirsi o svolgere una funzione investigativa e inquirente, ma può essere politicamente e socialmente utile trasformando la parola prevenzione in progetto che arriva soprattutto nelle scuole. Educare le future generazioni deve essere il compito della Squadra Stato e non delle singole Istituzioni, per questo a cominciare dalla BAT avvieremo delle interlocuzioni con le associazioni e soggetti del territorio per cercare di avvicinare i giovani alle Istituzioni, comprese le Prefetture e Procure“.

Questo è il ruolo che vorremmo svolgere come Commissione, raccogliendo il grido di allarme dei Prefetti e Procuratori, senza sottovalutare la richiesta di potenziamento di organico delle Forze dell’Ordine che gireremo ai nostri partiti a livello nazionale perché possano fare pressioni sul governo nazionale e sul ministro dell’Interno per alzare l’attenzione sulla Puglia.” ha concluso Perrini.

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