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24 Dicembre 2025 05:55

Il tribunale di Tempio Pausania motiva la sentenza di condanna a Grillo jr e tre suoi amici

Secondo i magistrati, la ricostruzione fornita dalla principale denunciante, una studentessa italo-norvegese che all’epoca aveva 19 anni, è risultata coerente, dettagliata e supportata da numerosi riscontri oggettivi.

Le motivazioni della sentenza depositate dal Tribunale di Tempio Pausania confermano una decisione chiara e priva di ambiguità su quanto accaduto nell’estate del 2019 a Porto Cervo. Per i giudici, i fatti contestati costituiscono a tutti gli effetti una violenza sessuale di gruppo e la responsabilità degli imputati risulta provata oltre ogni ragionevole dubbio. Nelle 72 pagine di motivazioni, il collegio giudicante di 1° grado ha spiegato le ragioni della condanna pronunciata lo scorso 22 settembre nei confronti di Ciro Grillo, figlio del fondadore del Movimento 5 Stelle, il comico Beppe Grillo e dei suoi amici genovesi Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, infliggendo loro delle pene che vanno dai 6 anni e mezzo agli 8 anni di reclusione.

Ciro Grillo, figlio del fondadore del Movimento 5 Stelle, il comico Beppe Grillo

Secondo i magistrati, la ricostruzione fornita dalla principale denunciante, una studentessa italo-norvegese che all’epoca aveva 19 anni, difesa dall’ avv. Giulia Bongiorno, è risultata coerente, dettagliata e supportata da numerosi riscontri oggettivi. Le argomentazioni difensive, al contrario, non sono riuscite a incrinare l’attendibilità del suo racconto. I giudici hanno ritenuto dimostrato che la giovane si trovasse in una condizione di grave vulnerabilità fisica e psicologica, dovuta all’assunzione di una bevanda ad alto contenuto alcolico, circostanza che avrebbe agevolato l’azione degli imputati.

I fatti

Nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019, dopo una serata trascorsa in un locale della Costa Smeralda, il gruppo si sarebbe spostato nella villa della famiglia Grillo. Qui, secondo la sentenza, le ragazze non erano in grado di prestare un consenso valido. Viene esclusa in modo esplicito qualsiasi adesione volontaria agli atti sessuali, mentre emerge con forza una dinamica di sopraffazione, favorita dall’alterazione psico-fisica delle vittime e da un comportamento definito “predatorio” e “coeso” da parte del gruppo.

Gli imputati consapevoli dello stato delle ragazze

Il collegio sottolinea come gli imputati fossero pienamente consapevoli dello stato di ebbrezza delle ragazze e abbiano agito sfruttando quella condizione di minorata difesa. Nella motivazione si parla di una condotta collettiva improntata alla prevaricazione, senza alcuna attenzione alla fragilità delle persone coinvolte. Particolare rilievo viene dato anche al secondo episodio contestato, relativo alle fotografie scattate all’amica della denunciante mentre dormiva, immagini poi diffuse con commenti offensivi.

Questo capo di imputazione non riguarda Corsiglia, elemento che ha inciso sulla diversa quantificazione della pena. Infine, i giudici evidenziano l’atteggiamento della principale accusatrice, descritta come una giovane profondamente segnata dall’accaduto ma priva di spirito di rivalsa. Nelle sue dichiarazioni non emergerebbero né ostilità né desiderio di vendetta, bensì la volontà di raccontare con lucidità e misura un’esperienza subita contro la propria volontà, restituendone il peso umano e psicologico senza enfasi o esasperazioni.

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