E’ la richiesta di condanna che il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e del pm Cristian Barilli della procura di Milano ha formulato nei confronti di Chiara Ferragni sotto processo, con rito abbreviato, per rispondere dell’accusa di truffa aggravata (dall’uso del mezzo informatico) in relazione alle operazioni commerciali ‘Pandoro Balocco Pink Christmas’ (Natale 2022) e ‘Uova di Pasqua Chiara Ferragni – sosteniamo i Bambini delle Fate’ (Pasqua 2021 e 2022)’. A processo oltre a Chiara Ferragni anche il suo ex braccio destro Fabio Maria Damato (richiesti per lui una condanna di 1 anno e 8 mesi) e il presidente del Cda di Cerealitalia, Francesco Cannillo (richiesta di condanna ad un anno). La prossima udienza si terrà il 19 dicembre. La sentenza è prevista per il prossimo gennaio 2026.
La Ferragni, rivolgendosi al giudice Ilio Mannucci Pacini, ha elencato le numerose attività benefiche che l’hanno vista impegnata in prima persona nel corso degli anni. Un racconto fatto con “grande trasparenza”, ha commentato il suo difensore Avv. Giuseppe Iannaccone che insieme al colega del collegio difensivo Avv. Marcello Bana, dovrebbero parlare nella prossima udienza fissata per il 19 dicembre.nella prossima udienza, in programma il 19 dicembre, svolgerà la sua requisitoria: “Spiegheremo il perché di certe scelte e l’innocenza di Chiara”. L’influencer, seguitada oltre 28 milioni di follower, è stata presente come la precedente udienza in aula, ha concesso solo una battuta ai numerosi giornalisti che l’hanno aspettata per ore: “Sono fiduciosa, non posso dire altro”.

“Tutto quello che abbiamo fatto lo abbiamo fatto in buona fede, nessuno di noi ha lucrato“, è il riassunto in sintesi delle dichiarazioni spontanee rese in aula da Chiara Ferragni. Il processo è connesso ai contratti stipulati tra le aziende di prodotti e quelle riconducibili all’influencer Per.l’accusa, le operazioni con intenti benefici sono state veicolate con messaggi video non chiari capaci di condizionare “in modo ingannevole” il consumatore inducendolo all’acquisto di un prodotto a prezzo maggiorato perché convinto di fare del bene. Un fatto che l’influencer, allo scoppio della polemica, aveva descritto come un “errore di comunicazione”. Tramite le due campagne commerciali la Ferragni avrebbe ottenuto un ingiusto profitto da circa 2,2 milioni di euro.
secondo la procura milanese le società di Ferragni hanno incassato poco più di un milione di euro per pubblicizzare via Instagram l’iniziativa benefica per la quale la società Balocco aveva destinato 50mila euro a favore dell’ospedale, indipendentemente dalle vendite.
Nel processo che si celebra con rito abbreviato, il giudice Mannucci Pacini ha ammesso come parte civile la ‘Casa del consumatore’, rappresentata dall’avvocato Aniello Chianese, il quale si è riservato di quantificare il danno per gli acquirenti del pandoro e ha ricordato che “ci sono tantissime mail che dimostrano il ruolo delle società della Ferragni e come la vendita sia sempre stata scissa dall’attività di beneficenza con un grave danno per i consumatori”.






