Urne aperte in tutta Italia da ieri per il referendum: cinque i quesiti tra lavoro e cittadinanza. Si è votato domenica fino alle 23.00 ed oggi dalle 7.00 fino alle 15.00. Subito dopo inizierà lo spoglio. I referendum sono soggetti a quorum, per essere validi devono quindi registrare la partecipazione del 50% +1 degli aventi diritto, per questo sarà decisivo il dato sull’affluenza. Quattro dei quesiti, promossi dalla Cgil, riguardano la disciplina del lavoro. Il quinto quesito è sulla cittadinanza ed è promosso da un Comitato formato da centinaia di associazioni e presieduto da Riccardo Magi, Sonny Olumati e Deepika Salhan.
Chi si reca a votare riceverà le cinque schede di colore diverso, ognuna con la descrizione della norma che potrebbe essere cancellata in tutto o in parte. Per abrogarla bisogna votare “sì“, per mantenerla bisogna votare “no“. Da quanto si apprende dal sito del Ministero dell’Interno. I seggi si sono chiusi alle 23 e riapriranno questa mattina alle 7 per restare aperti fino alle 15. Con 61.591 sezioni scrutinate su 61.591, l’affluenza alle 23 del primo giorno di votazioni è del 22.73%.

Minimo lo scarto dei votanti tra i 5 quesiti referendari. Sempre secondo i dati del ministero dell’Interno, alle ore 23 di ieri, hanno votato per il primo sul lavoro, quello per il reintegro dei licenziamenti illegittimi, il 22,4%. Al secondo, quello su licenziamenti e limite indennità, il 22,37%. Al terzo, quello per la tutela dei contratti a termine, il 22,40%. Al quarto, quello per la responsabilità degli infortuni sul lavoro, il 22,36%. Al quinto, quello sulla cittadinanza il 22,24%.
La Toscana la regione dove si è votato di più con il 29,9%
La Regione dove si è votato di più per i referendum è la Toscana con il 29,9%. Lo si apprende dai dati del Ministero dell’Interno. Seguita a ruota dall’Emilia Romagna con il 28,76%. Tra le più astensioniste, invece, il Trentino Alto Adige con il 16,13%, la Calabria con il 16,25% e la Sicilia con il 16,48%. Il quorum, seppur tecnicamente ancora possibile, è sicuramente ancora molto lontano da raggiungere.

I leader alle urne
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è presentato tessera elettorale alla mano nella sua Palermo a metà pomeriggio. A Milano vota, unico nel centrodestra, Maurizio Lupi (“5 no convinti”). Mentre in serata, a sorpresa, al seggio del Torrino nella Capitale è arrivala la premier Giorgia Meloni. che ha salutato gli scrutatori ma, come annunciato, non ha ritira le schede, per non spingere il quorum verso l’alto. I numeri bassi della partecipazione al voto devono aver indotto la titolare di Palazzo Chigi ad anticipare di qualche ora: nessun rischio di invertire la rotta facendosi fotografare al seggio, sembra essere stato il suo ragionamento.

I leader del centrosinistra in ogni caso durante il giorno hanno rilanciato l’appello alla partecipazione. “La democrazia non è un concetto formale – scrive Conte presidente M5S sui socialnetwork– Andiamo tutti a votare“. Analogo invito da Magi di +Europa: “Speriamo che i cittadini diano una lezione di democrazia a chi li ha invitati a non occuparsi della cosa pubblica“. Appelli al voto che rinfocolano la polemica. Scoppiata quando, dal palco della piazza pro Gaza di San Giovanni, gli alfieri del centrosinistra avevano invitato i presenti ad andare a votare. Scatenando l’ira del centrodestra: “Vergognoso usare la tragedia di Gaza per violare il silenzio elettorale”.
Una critica condivisa pure da Carlo Calenda di Azione (che come Italia viva si è espressa per il “sì” soltanto sulla cittadinanza). “Se la destra avesse usato una manifestazione su un dramma umanitario per aggirare il silenzio – attacca su X l’ex ministro – avremmo tutti stigmatizzato questo comportamento. In un referendum con quorum l’invito a votare equivale a un’indicazione di voto. Il corretto funzionamento di una democrazia non si difende solo quando fa comodo“. Polemiche pure su alcune presunte “anomalie” denunciate a Roma: per i promotori, in alcune sezioni i presidenti di seggio avrebbero chiesto agli elettori se volessero o meno ritirare le schede. In altre invece sarebbe stato “negato” il diritto di votare ai rappresentanti di lista non residenti. “Vigiliamo“, assicurano Conte e Schlein.