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27 Aprile 2024 01:56
27 Aprile 2024 01:56

Semaforo verde della Cassazione al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari

Sarà la Fondazione Luigi Einaudi a guidare il Comitato per il no  dopo aver anche promosso la raccolta delle firme tra i parlamentari contrari alla riforma approvata dalla maggioranza M5S-Lega in Parlamento. Il referendum si dovrebbe tenere tra maggio e giugno.

ROMA – Via libera della Corte di Cassazione al referendum sulla legge costituzionale relativa alla riduzione del numero dei parlamentari”. L’ufficio centrale per i referendum della Suprema Corte ha sancito che la richiesta di referendum, sottoscritta da 71 senatori, “è conforme all’articolo 138 della Costituzione” ed ha accertato la “legittimità del quesito referendario proposto.

Dopo il ritiro di quattro eletti di Forza Italia di “area” Carfagna, erano arrivati poi sei senatori leghisti tra i nuovi firmatari. “Mi interessa che si possa svolgere nel Paese la consultazione. Alla fine hano firmato tutti i gruppi parlamentari tranne uno” (che è quello di Fratelli d’ Italia), aveva spiegato il senatore azzurro Andrea Cangini. Tra i forzisti arrivati in soccorso a sostegno con le proprie firme, i parlamentari Roberta Toffanin e Dario Damiani, entrambi vicini a Silvio Berlusconi sollecitato da Salvini. Il Cavaliere infatti non nascose in quell’occasione la sua irritazione per l’iniziativa di Carfagna.

Sarà la Fondazione Luigi Einaudi a guidare il  Comitato per il no   dopo aver anche promosso la raccolta delle firme tra i parlamentari contrari alla riforma approvata dalla maggioranza M5S-Lega in Parlamento. Il referendum si dovrebbe tenere tra maggio e giugno. Il coordinamento può contare sulla presenza dei costituzionalisti Giuseppe Bozzi e Vincenzo Palumbo, del noto avvocato amministrativista prof. Federico Tedeschini e dal coordinatore Andrea Pruiti Ciarello.

Era naufragata invece la raccolta firme dei radicali per chiedere il referendum sul taglio dei parlamentari fermatasi ad appena 699, quando  sarebbero servite 500mila. Il deposito in Cassazione da parte dei radicali  avvenne lo stesso “Abbiamo voluto verbalizzare la violenta censura attuata dai media e dal servizio pubblico – aveva dichiarato il segretario del Partito radicale, Maurizio Turco, in una conferenza stampa – ai quali si era rivolto per la prima volta nel discorso di fine anno il Presidente della Repubblica”. Il Partito Radicale è contrario alla riforma “che prevede la cessione di rappresentanza da parte dei cittadini“, ha spiegato Turco. Su un loro manifesto era scritto: “Con la riduzione dei parlamentari questo è il risparmio annuale per ogni cittadino: un caffè“.

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