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7 Dicembre 2024 15:14

Sabaudia, fra gli arrestati anche la sindaca: “Coinvolta nel sistema criminoso”

L’inchiesta ha prevalentemente ricostruito il meccanismo illegali di favoritismi, concessioni illegittime e turbative in relazione ai lavori della Coppa del Mondo di canottaggio 2020, per la quale organizzazione il Comune di Sabaudia era in clamoroso e colpevole ritardo. Mentre si procedeva ad affidare lavori grazie al classico sistema di "spacchettamento" sotto soglia, la maggioranza continuava a proteggere le concessioni balneari locali, quasi sempre inadempienti, e quasi mai a norma di Legge.

I Carabinieri del Nucleo investigativo del reparto operativo di Latina, coadiuvati nella fase operativa dai comandi provinciali di Roma e di varese, hanno dato esecuzione ieri mattina un’ordinanza di misura cautelare emessa dal Gip Giorgia Castriota del Tribunale di Latina nei confronti di 16 indagati, accusati a vario titolo di peculato, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico.

Era il 2020 quando il procuratore aggiunto di Latina, Carlo Lasperanza che ha coordinato le indagini dei pm Antonio Sgarrella e Valentina Giammaria, affidare all’ Arma dei Carabinieri, accendeva i riflettori sul “sistema Sabaudia” località laziale buen retiro dei Vip’s romani, scoperchiando favoritismi e corruzione per gestire le spiagge che sono quanto di più prezioso possiede la località pontina. La prima imponente operazione soprannominata “Dune” sui reati compiuti da “colletti bianchi” locali, ha riguardato complessivamente trenta indagati, tra cui costruttori e titolari di stabilimenti balneari, imprenditori e consulenti. Perché attorno al core business di Sabaudia e delle sue dune (sempre meno ampie, sempre più minacciate dall’espansione delle maree) andavano concentrandosi gli appetiti.

L’inchiesta ha prevalentemente ricostruito il meccanismo illegali di favoritismi, concessioni illegittime e turbative in relazione ai lavori della Coppa del Mondo di canottaggio 2020, per la quale organizzazione il Comune di Sabaudia era in clamoroso e colpevole ritardo. Mentre si procedeva ad affidare lavori grazie al classico sistema di “spacchettamento” sotto soglia, la maggioranza continuava a proteggere le concessioni balneari locali, quasi sempre inadempienti, e quasi mai a norma di Legge.

Secondo quanto emerge da una nota diffusa dal procuratore di Latina Giuseppe De Falco, tutte le quarantacinque attività balneari presenti sul lido di Sabaudia avrebbero goduto, nel tempo, di favoritismi e privilegi all’interno del Comune di Sabaudia.

“Alcuni chioschi gestiti da dipendenti comunali o da persone a loro riconducibili – riporta l’ordinanza – non erano mai stati sottoposti a controllo“. Secondo l’ipotesi accusatoria della magistratura sarebbe state violate le norme per gli appalti sull’illuminazione pubblica ed eluse quelle per la realizzazione dell’impianto di cablaggio al servizio del campo che avrebbe dovuto ospitare le gare del 2020. Funzionari pubblici “insanabilmente asserviti agli interessi dei privati” avrebbero manipolato le gare, promettendo aiuti elettorali ai politici locali del litorale pontino.

la sede del Comune di Sabaudia (Latina)

Grazie a Dio, grazie al coronavirus…diceva l’imprenditore Luigi Manzo ignaro di essere intercettato in una conversazione telefonica del 6 marzo 2020 nella quale confidò al comandante nel centro Remiero della Marina Militare il fallimento della Coppa del Mondo e la “fortuna” della sopraggiunta pandemia che li avrebbe sottratti alle loro responsabilità, felice di poter scaricare sul Covid 19 le colpe della propria incapacità imprenditoriale ed inefficienza operativa. Sono dieci 16 misure cautelari notificate ieri per reati che vanno dal peculato alla corruzione, induzione a dare o promettere utilità e turbativa d’asta.

Fra gli indagati, posta agli arresti domiciliari ai domiciliari, la sindaca di Sabaudia Giada Gervasi, esponente civico eletta con il sostegno del centrodestra, che in occasione delle elezioni Provinciali del 2018, la “civica” Gervasi era stata sostenuta anche da Matteo Salvini e dalla Lega (che però nel Comune di Sabaudia siede all’opposizione), la quale secondo i magistrati, pienamente coinvolta in un sistema “criminoso” che la Gip Giorgia Castriota ha definito nella sua ordinanza “ampio, diffuso, radicato e capillare“. “Abile dissimulatrice” la sindaca Gervasi si sarebbe spesa per rimuovere funzionari corretti ed onesti che evidenziavano le inadempienze degli imprenditori balneari.

Insieme alla sindaca sono stati posti agli arresti domiciliari il direttore generale del comitato “Sabaudia 2020Luigi Manzo, il consigliere comunale Sandro Dapit, l’ex assessore all’Urbanistica Innocenzo Angelo D’Erme, l’assessore del Comune di Pontinia Giovanni Bottoni, l’ex direttore del parco nazionale del Circeo Paolo Cassola ed altri. Non mancano esponenti infedeli delle forze dell’ordine coinvolti, come i carabinieri Angelo Mazzeo, Giuseppe Polidoro e Alessandro Rossi.

Il comportamento “spregiudicato” della sindaca Gervasi

Il gip descrive in questo contesto, la condotta e la personalità della sIndaca di Sabaudia Giada Gervasi, sempre molto attenta, insieme agli altri indagati, ad organizzare gli incontri illeciti in luoghi riservati e non all’interno degli uffici comunali. Grazie al suo ruolo istituzionale “si è mostrata un’abile dissimulatrice dei fatti e spregiudicata nel portare i reati per fini politici”. Era stata proprio la sindaca infatti, all’indomani dall’attentato al parco del Circeo, a richiedere al Prefetto di Latina di convocare un Comitato per l’ordine e la sicurezza, cercando di approfittare della situazione per influenzare i controlli nei confronti dei titolari delle attività balneari riconducibili ai suoi avversari politici.

La sindaca aveva persino cercato di accreditarsi comeconfidente” dei carabinieri di Sabaudia per depistare eventuali indagini a suo carico e indirizzarle falsamente verso alcuni dipendenti dell’ente e amministratori, tra cui l’assessore Innocenzo Angelo D’Erme, finito oggi agli arresti, del quale la sindaca dichiarò di aver chiesto le dimissioni. Un comportamento questo che appare ora funzionale a precostituirsi un alibi e a realizzare un vero e proprio tentativo “depistaggio“. Per il giudice per le indagini preliminari, la sindaca Giada Gervasi ha svolto il fondamentale ruolo di connettore tra il mondo politico/amministrativo e quello dei privati”.

Sfruttando il suo ruolo, secondo gli inquirenti la Gervasi ha amministrato al solo fine di soddisfare interessi propri e di soggetti a lei legati da rapporti di natura personale o di convenienza politica a discapito dell’interesse pubblico alla buona amministrazione“. Pur di raggiungere i suoi obiettivi non avrebbe infatti esitato a far trasferire funzionari reputati non adeguati e di ostacolo, perché rispettosi della legge, arrivando a nominare suo uomo di fiducia Sandro Dapit, responsabile del settore Lavori pubblici . Episodi questi che secondo il Gip descrivono il suo stabile “asservimento” agli interessi privati in spregio all’interesse pubblico.

La (ex) sindaca Gervasi in serata ha ufficialmente presentato le sue dimissioni, ufficializzandole attraverso un comunicato ufficiale. Nella nota spiega le sue ragioni, confidando nell’operato della magistratura:”Con profondo rammarico – ha dichiarato – dichiaro la mia volontà irrevocabile di dimettermi dalla carica di sindaco con effetto immediato. Le dimissioni sono determinate dalle recenti vicende giudiziarie che mi hanno coinvolta e mi portano necessariamente a un distacco dal mio ruolo al fine di fare chiarezza e garantire il corretto funzionamento dell’ente” aggiungendo “Ho sempre agito nell’interesse del Comune. Affronterò le accuse e mi difenderò con assoluta certezza di riuscire a chiarire la vicenda. Ho assoluta fiducia nella magistratura”.

I magistrati della Procura di Latina ipotizzano che le riunioni di politici e imprenditori nelle sale del museo comunale fossero propedeutiche ad avere terreno libero e la pressochè totale certezza di non venire intercettati. “Modus operandi radicato all’interno del Comune, per cui negli anni tutte e 45 le attività (stabilimenti – nd.r. ) presenti a Sabaudia hanno goduto di favoritismi e privilegi grazie alla complicità e connivenza del Comune” sottolinea il gip Giorgia Castriota.

Dodici persone indagate sono finite agli arresti domiciliari, tra cui figura anche la sindaca di Sabaudia  Giada Gervasi. Per altri quattro invece il gip ha disposto la misura cautelare del divieto di dimora.

Agli arresti domiciliari:

Giovanni Bottoni, Paolo Cassola (ex direttore del Parco del Circeo) Angelo Innocenzo D’Erme, Sandro Dapit, Giada Gervasi, Riccardo Guglielmi, Stefano Malinconico, Luigi Manzo, Angelo Mazzeo, Giuseppe Pellegrino, Edoardo Piovesana, Erasmo Scinicariello.

Obbligo di dimora:

Disposto l’obbligo di dimora per Quirino Alessi, Fabio Minotti Gianni Giuseppe Polidoro, Alessandro Rossi . Nei confronti degli ultimi tre disposta anche l’interdizione temporanea dai pubblici uffici per la durata di 12 mesi, mentre per Alessi il divieto temporaneo di esercitare la professione di geologo.

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