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24 Aprile 2024 14:39
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Referendum 4 dicembre, per il Financial Times e Wall Street Journal: “L’Italia fuori dall’euro se vince il no ”

Per il New York Times, poi, le riforme sono solo una sovrastruttura: il problema vero dell'economia italiana sta nelle poca solidità delle banche, sconfessata però dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Per Goldman Sachs invece "se vincesse il No, ci sarebbero rischi per le banche più deboli".

Il Financial Times ed il Wall Street Journal Europe, i due quotidiani economico-finanziari più autorevoli  hanno dedicato ieri un articolo al referendum italiano e alle possibili conseguenze politiche ed economiche, segnalando entrambi possibili rischi per l’euro. Il Wsj sottolinea   in prima pagina, i rischi per gli investitori che “si preparano al tumulto“, mentre il Ft  nelle pagine interne, dedica un commento  a firma del condirettore Wolfgang Munchau  esperto di Unione Europea che vede dopo il referendum il rischio di una nuova “crisi della zona euro”.

CdG Financial TimesMünchau sul Ft prevede In caso di vittoria del No,  “una sequenza di eventi che metterebbe in dubbio l’appartenenza dell’Italia alla zona euro“. Una possibilità “inquietante che non ha nulla a che fare con il referendum stesso”, ma con altre cause. La prima è la debole performance economica del Paese che dall’adozione dell’euro nel 1999 “ha perso il 5% di produttività” , “mentre in Germania e Francia è salita del 10%“. La seconda è il “fallimento” dell’Unione Europea  “che non ha saputo costruire una vera Unione economica e bancaria dopo la crisi del 2010-2012 e ha invece imposto l’austerità“.  Per Münchau il “5 dicembre l’Europa potrebbe svegliarsi con l’immediata minaccia della disintegrazione“. E le cause sarebbero da ritrovare anche nei problemi strutturali dell’economia italiana: “Da quando l’Italia nel 1999 è entrata nell’euro la sua produttività totale è stata di circa il 5%, mentre Germania e Francia hanno superato il 10%“. Sarebbe inoltre fallimentare il tentativo di costruire un’unione economica e bancaria efficiente dopo la crisi dell’eurozona del 2010-2012 basata solo sull’austerity, scelta attribuibile secondo il FT al cancelliere tedesco Angela Merkel. “La combinazione di questi due fattori sono la più grande causa dell’esponenziale crescita del populismo in Europa” che per Münchau ha in Italia tre partiti d’opposizione tutti a favore, seppur in modo diverso, dell’uscita dall’euro: il Movimento Cinque Stelle, Forza Italia e Lega.

CdG wsjIl Wall Street Journal: “Meglio un governo tecnico”. Seppure meno catastrofiche, non sono meno allarmanti,  le previsioni del Wall Street Journal, uscito ieri con un articolo in prima pagina dedicato proprio alle ricadute sui mercati del referendum italiano. Secondo Riva Gold e Giovanni Legorano, dopo la Brexit e Trump, un eventuale esito negativo della consultazione porterebbe a una caduta dei titoli bancari italiani e a un ulteriore indebolimento dell’euro. “Il referendum si è trasformato in un voto di fiducia sulla capacità del governo Renzi di rilanciare l’economia“, sottolinea il Wsj, citando poi Wolf von Rotberg, analista economico di Deutsche Bank, secondo cui l’esito referendario “servirà a impostare il tono per il 2017 sul clima politico e gli investimenti in Italia e in Europa”. il Wall Street Journal  ag giunge anche un messaggio decisamente più ottimista “Finché c’è crescita c’è speranza”  aggiungendo che “se respinto, il referendum avrà il potere di far tremare i titoli bancari, spingere gli spread ed indebolire ulteriormente l’euro”. I recenti sondaggi, che danno il No in vantaggio  “hanno innervosito gli investitori“. Ma le “vendite” sui mercati in caso di vittoria del No potrebbero “avere vita breve“, come avvenuto con il voto Usa e con la Brexit. Inoltre, la “ricaduta politica potrebbe essere meno severa del temuto se ci fosse un Governo per gli affari correnti credibile e se il sostegno per il M5S scemasse“.

Per gli esperti di Bloomberg e lo sottolinea il giapponese Norihiro Fujito,  senior investment strategist presso Mitsubishi UFJ Morgan Stanley Securities: il referendum costituzionale italiano del 4 dicembre, accanto al prossimo vertice Opec (i Paesi produttori di petrolio), sarà uno degli snodi fondamentali per capire l’umore dei mercati internazionali nei prossimi mesi. Per il New York Times, poi, le riforme sono solo una sovrastruttura: il problema vero dell’economia italiana sta nelle poca solidità delle banche, sconfessata però dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco. Per Goldman Sachs invece “se vincesse il No, ci sarebbero rischi per le banche più deboli“.

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