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27 Aprile 2024 01:30
27 Aprile 2024 01:30

Quattro direttori dell’ Ilva di Taranto indagati per la gestione della discarica

Nonostante che da circa 4 mesi ILVA Spa in amministrazione straordinaria abbia richiesto ed ottenuto autorizzazione ad eseguire la bonifica dell’area in sequestro, al momento la stessa non è stata ancora avviata.

Schermata 2016-07-18 alle 11.44.23I Finanzieri del Comando Provinciale di Taranto, in forza al Nucleo di Polizia Tributaria del capoluogo, hanno concluso le indagini delegate della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto, coordinate dal sostituto procuratore della repubblica di Taranto  dr. Lanfranco Marazia, notificando avvisi di conclusione delle indagini e contestuali informazioni di Garanzia nei confronti degli ultimi direttori pro-tempore dello stabilimento siderurgico di Taranto già ILVA S.p.A. ora ILVA S.p.A. in amministrazione straordinaria,  Salvatore De Felice, Adolfo Buffo, Antonio Lupoli, e dell’attuale direttore dello stabilimento ILVA di Taranto Ruggero Cola per reati ambientali riferibili, specificamente, alla illecita gestione di una “discarica di rifiuti speciali, pericolosi ed ecotossici” (classificati HP14 ai sensi del Reg. 1357/2014 UE), solidi e liquidi, rinvenuti in un’area interna all’opificio di circa 2.000 metri quadrati.

L’attività è stata sviluppata successivamente al sequestro di n. 5 vasche di raccolta di liquidi e solidi provenienti dall’impianto di laminazione dell’acciaio denominato SLABBING1 – BRA1, dismesso negli anni 1983 – 1984, contenenti circa 2.000 metri cubi di rifiuti oleosi contraddistinti dal codice CER 160708; n. 33 bulks da 1.000 litri cadauno contenenti rifiuti liquidi oleosi, in parte classificati come i predetti; n. 30 sacconi in materiale sintetico contenenti rifiuti solidi dichiarati come “scarti della rottamazione” di tubazioni di gas coke, rimosse nello stesso stabilimento.

Schermata 2016-07-18 alle 11.44.12I reati contestati sono quelli di: “stoccaggio non autorizzato e abbandono continuato di rifiuti speciali pericolosi“; “gestione di discarica non autorizzata di rifiuti speciali pericolosi“; “violazione della disciplina sul trattamento delle acque meteoriche di dilavamento“; “miscelazione clandestina di rifiuti“; “omessa bonifica delle aree in sequestro (reato previsto dall’art. 452 terdecies c.p. introdotto con la legge n. 68/2015) contestato all’attuale direttore di stabilimento“.

Per il reato di gestione non autorizzata di una discarica di rifiuti speciali, pericolosi ecotossici, è ravvisabile la responsabilità amministrativa di ILVA Spa in amministrazione straordinaria, in aggiunta alla responsabilità penale dei direttore pro-tempore dello stabilimento siderurgico di Taranto, le cui condotte illecite hanno comunque prodotto vantaggi alla stessa società. Nonostante che da circa 4 mesi ILVA Spa in A.S. abbia richiesto ed ottenuto autorizzazione ad eseguire la bonifica dell’area in sequestro, al momento la stessa non è stata ancora avviata.

 

 

 

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