di Silvia Signore
I “giochi” elettorali per la successione di Giovanni Malagò per la presidenza del Comitato olimpico nazionale sono partiti e vedono al momento in rigoroso ordine alfabetico Luciano Buonfiglio (presidente della Federazione kayak e canoa), Mauro Checcoli ex olimpionico di equitazione , Carlo Iannelli (avvocato e padre del ciclista deceduto durante una gara nel 2019) , il medico sportivo Giuseppe Macchiarola (che annovera una lunga attività nella Federazione pugilistica italiana), Luca Pancalli (presidente uscente Cip), Ettore Thermes (ex atleta di windsurf), tutti e pronti a correre per diventare il n° 1 dello sport italiano . Termine ultimo per presentarsi il prossimo 5 giugno. Le elezioni si svolgeranno il 26 sempre di giugno.

Una discreta fila di candidati che conferma, come ha sottolineato il presidente uscente Malagò in occasione dell’evento “Olympic Dream Cup” organizzato negli impianti del Foro Italico di Roma, dalla Federazione italiana taekwondo, come “ci sia un interesse particolarmente significativo, qualcuno direbbe morboso per le elezioni del Coni, che forse stride con quelle che sono state delle affermazioni da parte di qualche dirigente sportivo italiano che sostengono che il Coni non sia ancora una parte centrale non solo del sistema sportivo ma del nostro Paese“.
Tra i candidati in corsa ha aggiunto il presidente Malagò, “due hanno un peso specifico più importante“, con un chiaro sottinteso riferimento alle candidature di Luciano Buonfiglio di Luca Pancalli . Nonostante l’atmosfera appaia felpata priva di grandi turbolenze, e con una calma soltanto apparente, potrebbe però arrivare il nome in grado di sparigliare le carte. Accanto ai sei candidati, viene fatta circolare con insistenza l’ipotesi dell’ennesima discesa in campo di Franco Carraro, figura importante del mondo sportivo internazionale, quale membro Cio dal 1982.

Carraro nel suo trascorso dirigenziale è già stato presidente del Coni dal 1978 al 1987, ma anche presidente Figc, sindaco di Roma e ministro del Turismo e dello Spettacolo. Una sua candidatura che non è stata ancora ufficialmente presentata, sarebbe sicuramente rilevante ed in grado di far confluire i voti degli scontenti che intravedono in lui la figura del “pacificatore” utile per risolvere alcune controversie interne, come il rientro di Barelli (presidente della Federnuoto) e Binaghi, (presidente della Federtennis) della Giunta Coni.
Emblematico quanto diplomatico il commento Malagò: “Non penso che sia giusto ma neanche sbagliato aggiungere un appellativo a nessuno tanto meno a una persona con la storia e il curriculum di Carraro. La mia considerazione ci sarà solo quando ci sarà l’ufficialità della candidatura”. A Roma intanto è attesa per il Giubileo dello sport in programma per il prossimo 14 giugno, la visita “ufficiale” di Kirsty Coventry la nuova presidente eletta del Cio (in carica dal 23 di questo mese) e del predecessore o uscente Thomas Bach. Prevedibile ma non ancora ufficializzata un incontro con la premier Giorgia Meloni.
L’ultimo bilancio del quadriennio Malagò si è chiuso “con ricavi record e la cosa più interessante è l’incidenza dei ricavi privati, praticamente oltre il 50% della contribuzione pubblica. È stato uno sforzo pazzesco. Penso che i colleghi di giunta siano rimasti particolarmente sorpresi”. Di gran prestigio è stata la visita del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al centro di preparazione olimpica “Giulio Onesti” per “omaggiare con la sua presenza un luogo sacro, da dove è partito tutto con le olimpiadi di Roma. Farà una visita all’istituto di medicina e scienza e prima di un breve incontro con gli organismi sportivi nell’aula magna, farà una visita ai ragazzi che studiano al centro sportivo dell’Acqua Acetosa”.

“I risultati non sono bastati, abbiamo portato due Olimpiadi, siamo ripartiti dalle ceneri, abbiamo i conti in ordine e abbiamo ricostruito con il consenso che mi avete dato e quello che ho fatto in giro per il mondo. Dicono che c’era una legge, ma questa legge è stata cambiata due volte, prima sui mandati dei presidenti e poi per i consiglieri nazionali degli enti territoriali. Io mi inchino alla legge ma la legge deve essere sempre legge”. conclude Malagò.
Saranno 81 i dirigenti sportivi a votare, e quindi è necessario conoscere le loro preferenze e conquistare il loro consenso per conquistare la presidenza del Coni. Ed è questa la ragione per cui il sostegno elettorale di Malagò, che sullo sport italiano continua ad avere un peso importante, sarà probabilmente decisivo.

Una cosa è certa: chiunque sarà il prossimo presidente del Coni, raccogliere l’eredità prestigiosa lasciata dalla presidenza Malagò, costellata da successi ed un medagliere da “record”, non sarà facile impresa. Per chiunque.