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9 Ottobre 2024 17:45

Per la Corte Costituzionale il “Green pass legittimo anche per deputati e senatori”

ll ricorso era stato presentato da una dozzina di parlamentari del Gruppo Misto e dall’ex senatore del M5S Gianluigi Paragone che ritenevano violati il loro diritto di partecipare alle sedute dei due rami del parlamento è stato respinto, e la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibili tutti i ricorsi presentati contro il green pass a Montecitorio e Palazzo Madama

di REDAZIONE POLITICA

Anche per i parlamentari vale l’obbligo di “green pass” : lo ha stabilito la Corte Costituzionale risolvendo un conflitto di attribuzione che era stato sollevato da alcuni componenti di Camera e Senato. Confermata quindi la legittimità delle delibere con le quali entrambe le assemblee parlamentari avevano introdotto l’obbligo di certificazione per deputati e senatori ed è stata in questo modo è stata respinta la richiesta di una dozzina di parlamentari del gruppo misto “L’Alternativa c’è” e dall’ex senatore del M5S Gianluigi Paragone.

La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibili tutti i ricorsi presentati contro il green pass a Montecitorio e Palazzo Madama, e nei prossimi giorni verranno depositate le motivazioni “La Corte ha ritenuto che dai ricorsi non emerga alcuna manifesta lesione delle attribuzioni proprie dei parlamentari e che spettino all’autonomia delle due Camere l’interpretazione e l’applicazione dei rispettivi regolamenti” evidenzia una nota della Consulta.

Consulta-green-pass

I promotori del ricorso lamentavano la menomazione dei loro poteri stabiliti dalla Costituzione ma anche le modalità con l’obbligo del green pass era stato introdotto per chi siede nei due rami del Parlamento. Il provvedimento era stato introdotto infatti da delibere degli organi interni delle due Camere. Più in generale i firmatari del ricorso ritenevano violato l’articolo 64 della Carta e “compressa, su tutte, la partecipazione dei singoli parlamentari al procedimento legislativo, oltre che leso il libero svolgimento del loro mandato”. Ma la consulta non è stata dello stesso avviso.

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