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30 Giugno 2025 14:48

L’ultima Supermedia di YouTrend: FdI torna a ‘quota 30’, Pd sotto il 23%.

L'analisi dei sondaggi mostra come la politica sia entrata in una fase di 'raffreddamento'

Dopo un periodo “caldo” segnato dalle elezioni amministrative e – soprattutto – dai referendum abrogativi, la politica italiana sembra essere entrata in una fase di “raffreddamento”, anche a causa della predominanza, nell’agenda politico-mediatica nazionale, dei temi legati all’attualità internazionale soprattutto nell’ultima settimana. Probabilmente in conseguenza di ciò, anche il numero di sondaggi pubblicati è leggermente diminuito nelle ultime settimane: ma non abbastanza da non poter elaborare una Supermedia, dalla quale si intravedono delle tendenze che è opportuno segnalare.

Cominciamo dai primi due partiti: il 30,3% di Fratelli d’Italia, infatti, è un dato molto positivo per il partito di Giorgia Meloni, in effetti il secondo più alto registrato dalle Europee 2024 ad oggi. Per il Partito Democratico, invece – tornato al di sotto del 23% – sembra registrarsi un’inversione di tendenza rispetto al piccolo “balzo” di cui abbiamo dato conto nelle scorse settimane, quando avevamo ipotizzato che fosse dovuto, almeno in parte, alla forte mobilitazione del partito di Elly Schlein per il referendum e al buon risultato del PD e del centrosinistra in generale alle recenti elezioni amministrative. Dal grafico sullo storico delle intenzioni di voto, questa inversione di tendenza si nota piuttosto bene.

Per quanto riguarda gli altri partiti, siamo di fronte a oscillazioni tutto sommato fisiologiche. Si intravedono dinamiche potenzialmente interessanti al centro: Azione di Carlo Calenda risale di quasi mezzo punto toccando il 3,5% (è la terza volta che ciò accade negli ultimi mesi); mentre Italia Viva perde per strada esattamente la stessa cifra, con la grande maggioranza dei sondaggi delle ultime settimane che stimano il partito di Matteo Renzi poco al di sopra del 2%. Difficile dire se si tratti di un travaso diretto, magari in conseguenza di un atteggiamento verso il Governo radicalmente diverso tra i due leader (Renzi nella veste di oppositore acerrimo, Calenda molto più dialogante) oppure di una semplice coincidenza. Sul piano della politica interna, la notizia dell’ultim’ora è l’affossamento (definitivo?) dell’ipotesi di riformare il limite dei due mandati per i presidenti di regione e i sindaci dei comuni sopra i 5.000 abitanti.

Un tema su cui si è registrata una forte divisione nella maggioranza, in particolar modo tra la Lega (favorevole a rendere possibile un terzo mandato consecutivo) e Forza Italia (contraria), mentre FDI ha mantenuto una posizione più dialogante anche se tendenzialmente contraria. Dal punto di vista della “spendibilità” politica di questa riforma, il fatto che sia stata respinta sembra essere una buona notizia per la maggioranza: secondo un recente sondaggio Youtrend per Sky TG24, infatti, gli italiani contrari al terzo mandato sono più numerosi dei favorevoli (48% contro 38%).

Se però si vanno a vedere le posizioni all’interno di ciascun elettorato, la situazione si complica. Infatti, al netto del 77% degli elettori leghisti favorevoli, si nota come tra gli elettori di Forza Italia e Noi Moderati vi sia un sostanziale equilibrio (50-47) mentre tra chi vota FDI vi sarebbero addirittura più favorevoli che contrari. Nel complesso, quindi, i partiti di Governo non avrebbero scontentato la loro base più di tanto se avessero approvato questa riforma (ammesso che si tratti di un tema che gli elettori hanno davvero a cuore, cosa di cui è lecito dubitare). Le motivazioni per questa chiusura alla proposta di riforma avanzata dalla Lega sono, probabilmente, più di carattere politico e legate al “risiko” delle candidature alle prossime elezioni regionali. Ma le questioni italiane, come si diceva, appaiono alquanto ridimensionate di fronte agli sviluppi della politica internazionale, soprattutto nelle ultime settimane.

Negli ultimi 7 giorni, in particolare, il mondo è rimasto col fiato sospeso mentre il bombardamento da parte dell’esercito USA degli impianti nucleari in Iran faceva temere un allargamento incontrollato e potenzialmente devastante del conflitto in Medio Oriente. I successivi sviluppi (la “pace” imposta da Trump) hanno ridimensionato questi timori, ma non quelli legati al possesso, da parte dell’Iran, di un ordigno nucleare. Secondo un sondaggio SWGquasi 3 italiani su 4 (il 74%) si dichiarano preoccupati di uno scenario in cui il paese governato dagli ayatollah si dotasse di una bomba atomica. Due italiani su tre, inoltre, concordano sul fatto che l’Iran costituisca una minaccia per lo stato di Israele.

Nonostante questo, solo il 37% degli intervistati ritiene che Israele abbia fatto bene a bombardare l’Iran (compreso peraltro un 16% che sostiene lo abbia fatto in modo esagerato), a fronte di un 44% che condanna questa azione militare. Dal punto di vista politico, è significativo come i giudizi siano molto diversi a seconda dell’orientamento degli intervistati: chi vota centrodestra è più incline ad approvare l’azione di Israele (57%), mentre chi vota centrosinistra è più propenso della media a condannarlo (59%).

Una differenza che si riscontra anche quando si chiede di attribuire le responsabilità di questo nuovo conflitto: se i 3 paesi di gran lunga più citati come responsabili sono USA, Israele ed Iran, tra gli elettori di centrosinistra si tende a citare più spesso americani e israeliani, mentre tra quelli di centrodestra è più frequente l’attribuzione della responsabilità principale agli iraniani. In ogni caso, se la guerra tra questi soggetti dovesse riprendere, la stragrande maggioranza degli italiani ritiene che il nostro paese non debba intervenire al fianco di USA e Israele: la pensa così il 75% degli elettori intervistati da Demopolis.

NOTA: La Supermedia Youtrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto. La ponderazione odierna, che include sondaggi realizzati dal 12 al 25 giugno, è stata effettuata il giorno 26 giugno sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. I sondaggi considerati sono stati realizzati dagli istituti SWG (data di pubblicazione: 16 e 23 giugno), Tecnè (13 e 20 giugno) e Youtrend (13 giugno). La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.

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