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29 Aprile 2024 07:22
29 Aprile 2024 07:22

Le chat dello stupro di Palermo: scattata la caccia su Telegram al video della violenza

I sette violentatori sopra nelle foto sono; Elio Arnao, 20 anni, Cristian Baron 18 anni, Gabriele Di Trapani, 19 anni , Angelo Flores, 22 anni, Samuele La Grassa, 20 anni, Christian Maronia, 19 anni, ed il minorenne R. P.(ancora per pochi giorni) al momento del reato sono finiti in carcere per violenza sessuale aggravata.

Il video dello stupro di Palermo viene richiesto con insistenza ed anche pagandolo da quando, lo scorso venerdì, è stata diffusa la notizia della violenza e con essa il fermo immagine del video della videocamera di sicurezza. Ma quello su cui vogliono mettere le mani è l’altro video, il filmato girato con gli smartphone durante la violenza.

Un incubo durato venti interminabili minuti: dall’una e un minuto della notte all’una e ventuno. 1.260 secondi di violenza sessuale, pugni, schiaffi, umiliazioni, insulti. Un tempo infinito per la diciannovenne palermitana finita nelle mani di sette giovani, tutti maggiorenni tranne uno. Alcuni sono amici, altri conosciuti quella maledetta notte del 7 luglio. A fissare spazio e tempo dello stupro di gruppo è la telecamera che immortala il branco prima “scortare” e poi abbandonare la ragazza violentata.

“Non avevo idea di dove mi stessero conducendo – ha raccontato la vittima ai carabinieri -. Mi hanno risposto: lo sappiamo noi“. Durante il tragitto la ragazza ha cercato di attirare l’attenzione dei passanti: “Ho chiesto aiuto, ma nessuno ha compreso quello che stava succedendo“.

il luogo dello stupro di gruppo

Una volta arrivati nella zona isolata del Foro Italico, nei pressi di un cantiere edile, si è consumata la violenza di gruppo. Il racconto è raccapricciante: “Ho gridato basta, basta, ma loro ridevano. “Tanto ti piace“, mi urlavano”. Uno dei partecipanti ha anche filmato con il proprio cellulare la violenza ma successivamente avrebbe cancellato il video per paura che la giovane potesse denunciarlo.
 
Dopo le violenze, la vittima è stata rivestita e abbandonata in strada. Alcuni passanti l’hanno soccorsa e hanno chiamato il fidanzato della ragazza, che si è subito precipitato per portarla in ospedale. Qui i medici del reparto di ginecologia del Policlinico hanno confermato la violenza e hanno chiamato i carabinieri. 

Tutto è dentro due chat di Telegram che contano 12mila e 14mila membri con contenuti pedoporno e di revenge porn. Squallidi individui che si autodefiniscono “Dipreisti”, in un chiaro tributo all’avvocato e youtuber Andrea Dipré, ritenuto dal popolo squallido dei social “re del trash” e che poi è anche diventato attore porno.

Una di queste chat è pubblica, in cui si prende accordi, l’altra privata. Quando non si passa alle chat a due è qui che avviene lo scambio dei materiali. Grazie a una infiltrata si è entrati in possesso degli screenshot delle conversazioni avvenute su entrambe le chat nelle ultime 48ore. Più indietro nel tempo non si va: gli amministratori cancellano le tracce ogni 24 ore, per questioni di sicurezza.

ll film dell’orrore al Foro Italico comincia però molto prima: a mezzanotte e 38 minuti, alla Vucciria, fra l’indifferenza di centinaia di persone che vedono la ragazza bere alcol a volontà circondata dal branco e poi barcollare fra i tavolini di corso Vittorio Emanuele nel tratto pedonale verso il mare, venendo sorretta e palpeggiata dagli stessi ragazzi. Lei ha provato a chiedere aiuto ma nessuno ha mosso un dito. Nei frame finiti agli atti dell’indagine c’è la vittima, c’è il branco, c’è il percorso dalla Vucciria al cantiere del Foro Italico e ci sono anche il barista ambulante che ha venduto l’alcol alla vittima e le decine e decine di persone che l’hanno incrociata prima di essere stuprata al buio in un cantiere abbandonato al Foro Italico.

I sette violentatori sopra nelle foto sono; Elio Arnao, 20 anni, Cristian Baron 18 anni, Gabriele Di Trapani, 19 anni , Angelo Flores, 22 anni, Samuele La Grassa, 20 anni, Christian Maronia, 19 anni, ed il minorenne R. P.(ancora per pochi giorni) al momento del reato sono finiti in carcere per violenza sessuale aggravata. Tre arrestati il 3 agosto, gli altri quattro venerdì scorso. Lunedì i sette compariranno davanti al gip per gli interrogatori di garanzia. Il più piccolo R. P., che quella notte maledetta era ancora minorenne, ha confessato tutto cercando di sminuire il suo ruolo. Gli altri invece tentano di difendersi spalleggiandosi a vicenda e provando a cancellare l’orrore dello stupro di gruppo ai danni di una ragazza inerme di 19 anni con la solita squallida giustificazione-menzogna : “Lei era d’accordo”.

È un copione già visto e stravisto quello che va in scena negli uffici giudiziari di Palermo. Il tentativo di scaricare sulla vittima tutte le responsabilità di una violenza bestiale, documentata peraltro anche da video e messaggi sui cellulari dal contenuto inequivocabile.  Il tribunale dei Riesame, al quale tre di loro si sono rivolti attraverso i loro legali per chiedere la scarcerazione, ha confermato l’arresto per i primi due in attesa di pronunciarsi sugli altri. Solo per il minorenne R. P., che frattanto ha compiuto 18 anni, ed è diventato maggiorenne il Gip ha disposto il trasferimento in una comunità. Un provvedimento contro il quale la procuratrice per i minorenni Claudia Caramanna ha già annunciato ricorso, ritenendo che si tratti di fatti particolarmente gravi e dunque il giovane deve stare in carcere.

Il video fatto da Angelo Flores è un pugno nello stomaco. Ad impressionare è soprattutto l’atteggiamento feroce dei violentatori, il disprezzo per la ragazza, l’assoluta mancanza di un’esitazione, nemmeno davanti alle urla di dolore.

Un video trovato dai carabinieri in uno dei cellullari degli arrestati, peraltro lascia pochi dubbi sulla presenza del ragazzo. Ma nella sua “confessione” il minorenne, pur dichiarandosi pentito, ha detto che non avrebbe partecipato materialmente allo stupro.

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