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2 Maggio 2024 07:07
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Il tritacarne della giustizia impunita, che quando sbaglia (spesso) non paga mai

5.585 giorni complessivi con 7 procedimenti giudiziari: due processi penali conclusi con assoluzione al Tribunale di Ancona, tre gradi di giudizio alla Corte dei Conti, una causa civile con AnconAmbiente, tutti estinti in maniera favorevole all'ex sindaco di Ancona Fabio Sturani

E’ finito “un incubo, un calvario” per l’ex sindaco di Ancona Fabio Sturani, durato oltre 15 anni, dall’avviso di garanzia ricevuto all’inizio del 2008 fino alla conclusione definitiva il 9 ottobre. In tutto durato 5.585 giorni complessivi con 7 procedimenti giudiziari: due processi penali conclusi con assoluzione al Tribunale di Ancona, tre gradi di giudizio alla Corte dei Conti, una causa civile con AnconAmbiente, tutti estinti in maniera a lui favorevole, aggiungendo “In coscienza ho sempre saputo di essere innocente. Perseguitato dalla giustizia? No, ma a livello personale è stato un calvario. Credo, però, che il prezzo più alto di tutti l’abbia pagato la città“. 

Sturani, che ha guidato la città dal 2001 al 2009, In un incontro con la stampa si è tolto alcuni sassolini dalla scarpa: “Oggi dormo finalmente tranquillo, ma vorrei sottolineare alcune cose, e ringraziare prima di tutto la mia famiglia che mi è stata sempre vicina, gli avvocati che mi hanno difeso e gli amici, l’ex presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, l’Anci, Federsanità e Coni, che mi hanno consentito di continuare a lavorare. Sono stato l’unico sindaco a dimettersi dopo avere ricevuto un avviso di garanzia“.

I guai giudiziari di Sturani sono legati all’acquisto nel 2001 dell’ex area Ccs per lo stoccaggio dei rifiuti nel porto di Ancona da parte della municipalizzata AnconAmbiente, per poco più di cinque miliardi di vecchie lire. Sturani fu accusato di aver favorito il proprietario dell’area. “In realtà – ha spiegato l’ex sindaco – i 18mila mq comprati da AnconAmbiente, dove lo stoccaggio si fa da 25 anni, servivano a non pagare l’affitto”. Concussione, corruzione, tentata truffa, oltre ad un danno erariale, le accuse mosse all’ex sindaco, che ha avuto ruoli anche nell’ Anci, tutte cadute nel vuoto.

I fatti

Siamo nel 1993 e la Giunta Galeazzi deve fronteggiare la chiusura della discarica di Monte Umbriano, che non era più a norma. Fino al 1998 verrà utilizzata per lo stoccaggio dei rifiuti, poi la necessità di trovare un nuovo sito. “Appunto l’area ex Ccs al porto – spiega Sturani in conferenza stampa – Per un totale di 18mila metri quadri, acquistati da Anconambiente, piuttosto che pagare l’affitto altrove. Nessuno ha mai protestato, compresi comitati e cittadini. La dice lunga il fatto che viene utilizzata oggi, a 25 anni di distanza, giorno e notte. Ad un magistrato dissi: ‘non posso certo realizzare una discarica in piazza Cavour“, osserva l’ex sindaco.

L’area fu acquistata dalla Partecipata comunale per 5 miliardi di lire. Troppo per i magistrati dell’epoca perché – scrivevano – l’area si sarebbe svalutata. Furono effettuate 18 perizie tecniche sul valore: Ben 16 hanno sostenuto una cifra simile o più alta del prezzo di acquisto, sui 2 milioni e 600mila euroevidenzia SturaniInvece due, fatte fare dal magistrato della Corte dei Conti, hanno dichiarato che il valore era pari a zero. Impossibile, l’area non si è mai svalutata. E Anconambiente, in appena otto anni, tramite canoni di locazione attivi e passivi si è ripagata l’investimento fatto, disponendo di uno spazio di proprietà”, osserva.

Riflette anche su stesso nella consapevolezza di non aver mai mollato: “Ho molti più capelli bianchi e quell’episodio ha cambiato la mia carriera professionale. Ma sono andato in giro senza nascondermi, soltanto con un profilo più basso – aggiunge – Quindici anni dopo so riconoscere i veri amici e gli opportunisti. Ringrazio chi mi è stato vicino e mi ha aiutato umanamente, nel lavoro e nello sport”. Citazioni sparse: “Alla mia famiglia e ai miei legali. Poi l’Anci Marche (di cui è stato presidente) , la Federsanità, il Coni Nazionale e l’ex presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, che mi volle come capo di gabinetto nonostante il procedimento in essere: mi ha subito mandato un messaggio quando ha saputo”.

Il “costo” della malagiustizia

15 anni sotto processo hanno avuto un costo significativo per Fabio Sturani: “Appena ricevuto il rinvio a giudizio ho deciso di dimettermi per affrontare il processo. In questi anni non mi sono mai nascosto, ma ho vissuto una vita con un profilo più basso, rinunciando ad essere protagonista. Devo ringraziare prima di tutto la mia famiglia, ma anche gli avvocati che mi hanno seguito (Michele Brunetti, Roberto Gusmitta, Ennio Amodio, Paolo Coppari, Guido Calvi e Ranieri Felici)”.

Si potrebbe aprire una nuova parentesi sul pagamento delle spese processuali. Ad oggi non sarebbe chiara l’applicazione della normativa nei casi antecedenti al 2015, ma Sturani potrebbe richiedere al comune di Ancona il rimborso delle spese processuali sostenute per difendersi dalle accuse da cui è stato assolto. Quanto sono costati dal punto di vista economico 15 anni e 7 mesi di processo? L’ex sindaco non risponde, però una cosa la rivela: “Ho speso per le spese processuali molto più di quanto ho guadagnato in 10 anni da assessore e 9 da sindaco“.

Un percorso che ha visto però esiti incerti in casi paragonabili. Per ora prevale il sollievo di aver meso la parola fine ad una vicenda che mostra le criticità del sistema giudiziario italiano per i suoi tempi decennali: “Sono sempre stato sereno e determinato ad arrivare fino in fondo. Ci sono state occasioni in cui avrei potuto accettare una condanna, patteggiando rimborsi di molti inferiori al costo della difesa, ma non sarebbe stato giusto. Sono innocente e siamo arrivati a questo risultato. Ora posso tornare a dormire. Sono sempre stato sereno, ma questa vicende inevitabilmente è stato un peso portato per 15 anni”.

“Mi astengo dal dare giudizi sulla magistratura – chiarisce – Ma vorrei citare due fatti che, più di altri, hanno lasciato il segno. Il primo interrogatorio da parte del pm è stato fissato il giorno del mio 50simo compleanno – ha ricordato -, aggiungendo all’accusa di corruzione quella di concussione, per evitare la prescrizione“.  Il secondo che, a detta del magistrato, “è stato aggiunto il reato di concussione oltre alla corruzione, poiché per la corruzione il reato era già prescritto”. “Non rinnego la scelta fatta all’epoca – ha concluso – poiché l’investimento è stato ripagato in otto anni oltre al valore dell’area, ma mi domando quanto i 7 procedimenti giudiziari siano costati alla collettività. E a causa delle mie dimissioni, molti progetti per la città sono stati interrotti“.

Inoltre “mi sarei aspettato in atteggiamento un po’ diverso da parte del Pd“, dove ha continuato a militare. Ci sarebbe, però, anche chi non lo ha fatto “Giusto alcuni tesserati di Ancona si sono fatti sentire. Cosa mi sarei aspettato? Una dichiarazione, una presa d’atto della chiusura della vicenda giudiziaria. Ma non per me, quanto per la città, perché è stata la certificazione che quell’ombra non c’è più. Si sono riaffermate coerenza, piena agibilità politica e credibilità nel lavoro svolto dalle Giunte di centrosinistra”. Un centrosinistra che non governa più ad Ancona: in molti gli chiedono cosa sarebbe accaduto se non avesse affrontato questa situazione? Sturani glissa: “Il centrosinistra ha perso le elezioni, non ha vinto il centrodestra. E anche i pali della segnaletica sanno di chi è colpa. Punto”. Come quel punto che lui ha messo quel 9 ottobre. Quindici anni dopo. “L’incubo è finito”, e sorride. Da gran signore.

© CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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