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29 Aprile 2024 21:22
29 Aprile 2024 21:22

Il professor Canfora a processo per aver diffamato la premier Giorgia Meloni

Per la Procura di Bari Canfora nell'aprile 2022 ha diffamato la presidente del Consiglio definendola "neonazista nell'anima" e va processato. I magistrati presenti in aula

La premier Meloni si è costituita parte civile con l’avvocato Luca Libra nell’udienza predibattimentale a seguito della quale la giudice Antonietta Guerra del Tribunale di Bari ha deciso di rinviare a giudizio il filologo barese Luciano Canfora, 81 anni, accusato di diffamazione aggravata. Richiesto dalla presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni un risarcimento di 20mila euro per il “rilevante danno morale ingiustamente subito” dal noto esponente storico della sinistra barese assistito dall’ avvocato Michele Laforgia. La giudice ha “rilevato che è necessaria una approfondita integrazione probatoria non compatibile con la struttura dell’udienza predibattimentale” e pertanto ha disposto il rinvio a giudizio con udienza fissata per il prossimo 7 ottobre dinnanzi al giudice monocratico dr. Pasquale Santoro.

La diffamazione risale all’11 aprile 2022, quando Giorgia Meloni presidente di Fratelli d’Italia era parlamentare all’opposizione del Governo Draghi. Il filologo Canfora, invitato a parlare nel liceo scientifico Enrico Fermi di Bari in un incontro sul conflitto russo-ucraino, appellò la Meloni come “una poveretta“, “una mentecatta pericolosissima” e “neonazista nell’anima” . La presidente di Fratelli d’Italia querelò attraverso l’ On. Avv. Andrea Del Mastro (ora sottosegretario di Giustizia, motivo per cui non può esercitare la professione forense) il professore Canfora nei cui confronti la Procura di Bari ha chiesto la citazione in giudizio, ed oggi, in udienza, il procuratore aggiunto Giuseppe Maralfa ed il pm Giuseppe Dentamaro hanno insistito ed ottenuto che il professor Canfora deve essere processato.

L’avvocato Libra difensore della presidente Meloni, nell’atto di costituzione di parte civile, ha evidenziato che le affermazioni del professor Canfora hannoleso l’onore, il decoro e la reputazione della persona offesa, aggredendo la sua immagine, come persona e personaggio politico, con volgarità gratuita ed inaudita, utilizzando volgari epiteti, imprevedibili ed estemporanei, che hanno seriamente minato la sfera intima e privata, oltre al patrimonio morale e personale”. Secondo il difensore della presidente del Consiglio la condotta di Canforaha determinato profondi strascichi sulla psiche e sull’immagine personale e professionale dell’onorevole Meloni”. La richiesta di risarcimento danni “è motivata dal pregiudizio psicofisico sofferto e, soprattutto, dalla lesione alla reputazione, all’onore e all’immagine”.

L’avvocato Michele Laforgia difensore del professore Canfora, ha invece chiesto il proscioglimento dell’imputato suo assistito “perchè il fatto non sussiste, o perché non costituisce reato, o perché comunque non punibile per esercizio del diritto di critica politica“, ha spiegato il legale aggiungendo “laddove per “neonazismo” si intende un orientamento ideologico-politico che si richiama ad alcuni principi del nazionalsocialismo”. Secondo il difensore “l’affermazione del Prof. Canfora relativa alle radici ideologiche, e dunque all’animus della querelante, è, e non può che essere, squisitamente soggettiva: un’opinione, dunque, per quanto autorevole, della quale, in linea di principio, non può predicarsi né escludersi la veridicità”,aggiungendo “il senso dell’intervento, condivisibile o meno, è chiaro difesa e non si presta ad equivoci interpretativi: secondo l’imputato, il sostegno all’Ucraina avrebbe consentito all’On. Meloni, solitamente emarginata e denigrata, di accreditarsi anche a livello internazionale come figura politica autorevole e affidabile“.

Una teoria quella dell’ avv. Michele Laforgia a parere di un autorevole giurista indipendente che ci ha chiesto di non essere nominato, sarebbe “a dir poco controversa e priva di sussistenza giuridica , che legittimerebbe chiunque faccia politica e non solo a diffamare un rappresentante delle istituzioni. Il riferimento all’art. 21 della Costituzione è imbarazzante“. Un parere che ha avuto ragione.

Sulla vicenda era intervenuto l’ on. Dario Iaia, presidente provinciale FdI Taranto: “Il contenuto delle affermazioni rese dal professore emerito dell’Università di Bari nei confronti della Meloni è talmente esplicito da rendere superfluo ogni commento; ciò che fa specie, invece, è la reazione di circa trenta associazioni e di decine di cittadini che avrebbero sottoscritto un documento per esprimere solidarietà nei confronti di Canfora.  Secondo i soliti perbenisti di sinistra e secondo la cosiddetta “intellighenzia” è più importante fare la gara per solidarizzare con Canfora, piuttosto che prenderne le distanze e stigmatizzarne le pesanti dichiarazioni rese nei confronti di un esponente politico, per di più donna. Comprendiamo che la sinistra stia vivendo un momento di seria difficoltà e disagio e ci rendiamo conto che abbia l’esigenza di strumentalizzare qualsiasi episodio pur di uscire dal torpore in cui alcuni rappresentanti pugliesi l’hanno relegata. Sarebbe il caso, però, che una volta per tutte dimostrasse coerenza e onestà intellettuale e non applicasse la morale solo a senso unico“.

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