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28 Aprile 2024 06:43
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Il Corriere della Sera critica Sinner perchè vive a Montecarlo: ma non spiega bene i motivi per i quali gli sportivi (e non solo) scelgono di vivere lì

Aldo Cazzullo ha attaccato il tennista italiano, vincitore degli Australian Open, perchè non paga le tasse nel nostro Paese. Ma si dimentica di raccontare tante altre cose.
di Antonello de Gennaro

Dopo la vittoria agli Australian Open, primo italiano a riuscirci, Jannik Sinner ha ricevuto elogi e complimenti da tutta l’ Italia. Ma anche qualche critica dai soliti frustrati o incompetenti. In particolare, il giornalista Aldo Cazzullo ha evidenziato a nostro parere stupidamente, per il fatto che il tennista non paghi le tasse in Italia, visto che ha la residenza a Montecarlo. Quello che Cazzullo ignora, è che Sinner, non è l’unico sportivo italiano ad aver scelto di vivere nel Principato di Monaco, dove i  vantaggi per chi ci vive non sono solo economici e fiscali, e lo posso affermare per averci vissuto per tre anni.

“La cosa più bella di Monaco è che ci sono tanti giocatori con cui puoi allenarti, le strutture sono perfette. Lì mi sento a casa. Sto bene, ho una vita normale, posso andare al supermercato con zero problemi”, ha spiegato ieri Sinner in una conferenza stampa a Roma. Situato sulla Costa Azzurra, il microstato gode di più di 300 giorni di sole all’anno. Raggiungibile con un volo molto breve da diverse capitali europee, ha accesso alle migliori strutture di allenamento, tra cui la famosa Mouratoglou Tennis Academy, che è a meno di un’ora di macchina.

Jannik Sinner, è nato in Val Pusteria a San Candido (Bolzano), ha la residenza a Montecarlo dal 2020. Più volte ha spiegato che ha scelto il Principato perché – anche grazie al clima e ai colleghi che ci abitano – è più facile allenarsi. “Ci sono tutti i giocatori più forti, i campi sempre a disposizione. È sicuramente il posto migliore per allenarmi e crescere”, aveva detto in passato. Per informazione di Cazzullo e dei frustrati criticoni tra i tennisti che ci vivono ci sono il serbo Novak Djokovic, il russo Daniil Medvedev, Alexander Zverev, il greco Stefanos Tsitsipas, gli italiani Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti, ed danese Holger Rune che spiega a Forbes la sua decisione “Vengo dalla Danimarca ed è un grande paese ma non ci sono molti tennisti. Quindi per me le strutture e i giocatori che sono a Monaco per allenarsi sono davvero importanti, perché in Danimarca non posso avere accesso a queste tipo di esperienze”.

Per non fare l’elenco dei piloti di Formula 1 tra i quali  Max Verstappen, Lando Norris e Charles Leclerc e motociclismo come Max Biagi, Loris Capirossi ecc.. Tutti sportivi questi che passano l’anno in giro per il mondo a fare tornei o grand prix. Quindi Sinner ha detto semplicemente la verità. Ma anche altre personalità italiane sono residenti a Montecarlo come Katia Ricciarelli, Umberto Tozzi, Ornella Muti, Maria Grazia Cucinotta, Salvatore Accardo, Renato Bruson, Cecilia Gasda.

Tra i volti dell’imprenditoria di Montecarlo figurano manager milionari come i compianti Sergio Marchionne e Mino Raiola, appartenenti a settori differenti (quello automobilistico e calcistico); mentre tra quelli attuali vi sono Edoardo Garrone, Claudio Rotunno, e altri imprenditori che hanno dato vita anche ad un’associazione di imprenditori italiani del posto. Vi sono anche i cosiddetti “frontalieri” cioè coloro che vivono altrove ma lavorano in tale cittadina, che sono quasi 3.000.

Cazzullo ignora o finge di non sapere che oltre a Sinner, sono poco più di 8mila gli italiani residenti a Montecarlo in cui risiedono circa 39.000 abitanti su una superficie che si estende per due chilometri quadrati. Molti di loro, come scrive Il Sole 24 Ore, sono finiti sotto la lente d’ingrandimento dell’Agenzia delle Entrate: l’obiettivo del Fisco italiano è quello di accertare se coloro che dichiarano la residenza in paradisi fiscali vivano davvero nei posti che indicano come residenza fiscale o se sia solo un modo per avere agevolazioni sulle tasse .

Gli italiani che vivono nel Principato di Monaco sono ben più numerosi di quella decina di sportivi che come Sinner non piacciono, si avvantaggiano di un sistema fiscale vantaggioso rispetto al nostro Paese. E tutto ciò è assolutamente legale. Montecarlo non applica imposte sul reddito, sugli immobili, sulle plusvalenze o sul patrimonio delle persone fisiche, . Vantaggi sono previsti anche per le società con sede legale nel Principato: sono soggette all’Iva, ma non ci sono imposte sugli utili se operano nel Paese, mentre se generano oltre il 25% dei propri redditi fuori da Montecarlo pagano un’ imposta sul reddito con aliquota al 33%, cioè circa la metà di quanto pagherebbero in Italia, dove però il costo della vita e del mattone (mercato immobiliare) è più basso.

Per essere considerati italiani residenti all’estero ai fini fiscali deve esserci almeno una di queste condizioni: non essere stati iscritti all’anagrafe delle persone residenti in Italia per più della metà dell’anno; non avere avuto il domicilio in Italia per più di metà dell’anno; non aver avuto dimora abituale in Italia per più della metà dell’anno

Le norme previste per la residenza a Monaco

Per usufruire delle agevolazioni fiscali bisogna andare a vivere nel Principato, prendere la residenza e ottenere così il permesso di soggiorno. I requisiti, sono tre: affittare o acquistare una casa a Monaco; aprire un conto corrente bancario; dimostrare la propria identità e “moralità” attraverso una serie di documenti a partire dal passaporto e l’estratto del casellario giudiziario rilasciato dallo Stato di provenienza.

Il primo requisito per ottenere la residenza, quindi, è quello di prendere in affitto o acquistare una casa a Monaco dove il costo del metro quadro arriva anche a 50mila euro . In caso di locazione gli appartamenti partono da 5000 euro al mese, il contratto non deve essere inferiore ai 12 mesi e deve essere regolarmente registrato. Oltre alla copia del contratto o al certificato notarile di proprietà della casa, per la richiesta bisogna presentare anche una bolletta dell’energia elettrica.

Altro requisito previsto dalle Leggi monegasche è quello aprire un conto corrente in banca. Bisogna aprirlo in una banca che abbia una filiale a Monaco e chi fa domanda per avere la “carte de resident” è tenuto a depositare una somma non inferiore ai 500mila euro. Le autorità monegasche, infatti, vogliono essere certe che la persona che voglia vivere nel Principato abbia le necessarie risorse finanziarie per vivere e mantenersi nel Paese.

Il tenore di vita di Monaco è molto alto e la disoccupazione è considerata inesistente. Il tasso di occupazione è aumentato dello 0,9% nel settore privato e dell’1,7% nel settore pubblico tra il 2015 e il 2016 (Istituto di statistica e studi economici monegaschi). Monaco ha uno dei più alti PIL pro capite del mondo.

Montecarlo, il fisco e le holding italiane in Olanda

Altro requisito importante per ottenere il permesso di risiedere nel Principato di Monaco, consiste nella presentazione di documenti che confermino l’identità del richiedente ma sopratutto la sua buona “moralità”: dal certificato di nascita al passaporto, dal certificato di matrimonio o divorzio a un cv, dal casellario giudiziario alla tessera sanitaria valida nel Principato. Serve anche la richiesta alla Pubblica Sicurezza. Dopo la presentazione della domanda, il richiedente sarà convocato per un colloquio dalla Sezione Residenti. Se tutto è in regola la pratica va a buon fine si ottiene la carta di soggiorno. Monaco ha firmato 35 accordi, di cui 33 attualmente in vigore, sullo scambio di informazioni fiscali con paesi di tutto il mondo, inclusi Stati Uniti e Francia.

Ma il Corriere della Sera ben si guarda dallo spiegare ai propri lettori in quali paradisi fiscali sono ubicate le società degli imprenditori che controllano quel giornale, o di raccontare che Carlo De Benedetti è residente in Svizzera. Come mai nessuno dei giornalisti di via Solferino si è mai chiesto perchè la Fiat e Mediaset hanno sede in Olanda? Ovviamente, non si tratta di fattori meramente ambientali, visto che gran parte delle aziende con sede olandese ha il proprio quartier generale lontano dai canali della Venezia del Nord e dalle tele del Van Gogh Museum. Amsterdam è la capitale (legale, verrebbe da dire) delle maggiori corporation mondiali, che arrivano qui per due motivi ben precisi: pagare meno tasse e controllare più agevolmente i propri affari. Il diritto societario olandese, rispetto a quello degli altri Paesi europei, è estremamente semplificato. A questo si aggiunge una tassazione sugli utili finanziari quasi nulla. Aspettiamo che Aldo Cazzullo se ne occupi, lasciando in santa pace Jannick Sinner.

© CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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Grazie, Antonello de Gennaro

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