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29 Marzo 2024 11:30
29 Marzo 2024 11:30

Faccio sesso, pago, recensisco. Ecco il mondo dove la vergogna dura poco

Negli ultimi anni il 40 per cento della prostituzione si è spostata dalle strade al web: sono sempre di più gli uomini che usano i siti come intermediario. Ci sono clienti sposati e single, vecchi e giovani. Tutti alla ricerca di una pulizia ossessiva. Le confessioni degli uomini che cercano in rete l'amore mercenario.

di Eleonora Numico

Prima di entrare nell’appartamento della ragazza con cui ha un appuntamento, Rogerio gira intorno al palazzo un paio di volte cercando il coraggio per suonare il campanello. Guarda le targhe delle auto pensando che se quella successiva ha il numero finale pari gira i tacchi e non va. Alla fine, come sempre, entra.

La donna riceve nel sottoscala di un edificio nel centro di Taranto. Nella stanza ci sono un letto con il piumone, una stufa elettrica e una specchiera, è un ambiente spoglio.

“La prima volta che sono andato – mi racconta Rogeriomi ha accolto una ragazzina rumena su dei trampoli, in biancheria intima e in sottofondo Radio Maria. Stava ascoltando il rosario. Ho pensato: “Che diavolo sto facendo? Come sei caduto in basso!”. La vergogna è durata poco, vinta dall’eccitazione di avere a che fare con un certo tipo di donna che probabilmente non avrei mai potuto avere gratis. Una volta uscito da lì ero confuso, non ero riuscito nemmeno a concludere… sono rimasto straniato per un giorno intero“.

Nei due anni successivi al primo appuntamento Rogerio ha incontrato la stessa escort altre 17 volte. È un uomo di 34 anni, con una relazione stabile e un lavoro precario nell’ambito della comunicazione. Incontra le prostitute nella pausa pranzo, per il desiderio di fare sesso con partner differenti e per sperimentare sensazioni nuove.

Rogerio è uno dei 36 clienti di escort che ho intervistato sulle chat dei siti di prostituzione, nel tentativo di dare un volto ai milioni di italiani che hanno regolarmente rapporti a pagamento e che si confondono tra i nickname utilizzati su Internet. Negli ultimi anni il 40 per cento della prostituzione si è spostata dalle strade al web: sono sempre di più gli uomini che usano i siti come intermediario.

Una delle piattaforme più frequentate in Italia è Escort Advisor, dalla sua fondazione nel 2014 è stata visitata da 30 milioni di utenti e ha ospitato le inserzioni di 11 mila escort. Mi sono registrata al sito e ho contattato gli uomini che, sotto i profili delle prostitute, recensivano i rapporti a pagamento avuti con loro. Sulla chat interna al portale lo sfondo delle mie domande era grigio chiaro, quello delle risposte dei miei interlocutori azzurro pallido. La prima volta che ho aperto una conversazione ho pensato che fossero colori da sala operatoria.

DISINFETTARE

Disperso89 ha 30 anni, è di Como e si mantiene lavorando in un centro sportivo. È sempre stato single e per lui il sesso è soprattutto un passatempo per rilassare il fisico e la mente. La prima volta che è stato con una escort aveva 21 anni e da allora ha un rapporto a pagamento di circa mezz’ora ogni due settimane, in base alla sua disponibilità economica.

Lo schema è sempre lo stesso: “prima dell’appuntamento faccio una doccia a casa mia, poi quando arrivo in loco chiedo di andare in bagno per lavare le parti basse. Quando finisco lavo di nuovo le parti basse dalla escort“. Una volta tornato a casa Disperso89 fa un’altra doccia per lavare via dalla pelle i segni di rossetto e l’odore della donna con cui è stato.

Lavarsi prima e dopo i rapporti sessuali con le prostitute è un’abitudine che tutti i clienti hanno. L’igiene è fondamentale. È spesso dirimente nella scelta tra le ragazze OTR, On The Road, che si prostituiscono in strada, e quelle che invece ricevono in appartamenti, garantendo pulizia e privacy.

L’acqua non cancella solo le tracce rimaste sul corpo: la pulizia di cui parlano molti uomini è anche interiore. “Non mi sono mai sentito in colpa o sporco perché stavo commettendo qualcosa di moralmente deprecabile, come lo intende la società oggi“, spiega Obice, torinese, sposato, con un’attività libero professionale, “gioco con altre donne senza coinvolgimenti emotivi. È sesso e basta“.

I rapporti a pagamento vengono descritti come privi di ogni sentimento. Il sesso è ridotto alla meccanicità di due corpi che si muovono e si danno piacere. È diverso e separato dalla relazione con la compagna. “Come mi sento quando mi ritrovo nuovamente con la mia partner dopo una frequentazione?“, Obice anticipa la mia domanda, “A mio agio. Non credo nella fedeltà, i cani sono fedeli. Si tratta di una forzatura, un artificio di natura culturale e sociale“.

Non per tutti i rapporti a pagamento implicano l’infrangere un patto di fedeltà. “Per me non è tradire mia moglie“, spiega Toroseduto81, quarantenne di Varese che lavora in una struttura alberghiera. “Lo faccio senza alcun tipo di coinvolgimento, solo prettamente per il sesso. È molto importante per trasgredire, ma allo stesso tempo sono molto soddisfatto con la mia donna che diversamente dalle altre amo anche“.

Lo scambio di denaro inquadra fin da subito il rapporto con la ragazza nell’ottica di un contratto economico, allontanando il rischio di innamorarsi e di essere coinvolti oltre i limiti orari di un appuntamento. Il sesso è inteso come un bene di consumo: paghi e acquisti un servizio. Tutto è chiaro, codificato e stabilito, con l’unico scopo di soddisfare un desiderio senza incorrere in complicazioni future.

ANESTETIZZARE

I rapporti con le escort non prevedono il contatto con l’amore ma neanche con la disperazione. Il pagamento contribuisce a creare un distanza con la donna, con la sua provenienza sociale e con le sue difficoltà. Ma non sempre è sufficiente.

“Ricordo un’italiana che incontrava con la figlia piccola in casa”, mi confida Rogerio quando gli chiedo qual è stata l’esperienza peggiore avuta con una escort. “Lei era una donna normale, qualche anno in più di me. Una ragazza sfiorita: trucco pesante, capelli tinti, biancheria dozzinale, sulle pareti foto di lei di quando era più giovane. La casa normale, dignitosa, pulita. La bambina è spuntata subito gattonando, avrei voluto scappare via ma sono rimasto. Lei ha messo la figlia nel box come se nulla fosse. Ho provato schifo per lei e per me“.

Una volta uscito dall’appartamento Rogerio ha scritto subito una recensione sotto il profilo della ragazza. “Esternare la propria esperienza quasi l’esorcizza“, dice, “ti fa sentire spettatore di qualcosa, quindi esterno all’azione“.

Il tentativo di anestetizzare i rapporti a pagamento si concretizza anche nella scelta delle prostitute. “Ho provato quelle in strada“, racconta Casade, salernitano di 39 anni, single, che lavora come impiegato, “ma mi facevano troppa tristezza perché si vedeva che stavano lì a forza e al freddo“.

Nessuno vuole finanziare protettori e madame che costringono ragazze, anche molto giovani, a prostituirsi. Incontrare donne che ricevono in appartamento permette di tenersi lontani dalle situazioni di sfruttamento. Le escort, infatti, accolgono i clienti in ambienti familiari, in cui ci sono effetti personali e foto incorniciate, e spesso danno una disponibilità di orari ridotta, circoscritta al weekend o ad alcuni momenti della giornata, facendo intravedere l’ombra di un’altra vita.

“Non posso sapere con certezza se le ragazze che incontro fanno le escort per libera scelta e non mi illudo che lo facciano per piacere”, continua Casade. “Lo fanno sicuramente per soldi. Però non ho avuto l’impressione che se la passino male, con molte si ride e si chiacchiera e non mi parlano di costrizioni“.

SEZIONARE

La ricerca della escort è spesso un momento eccitante, che inizia giorni prima dell’incontro. I siti hanno il ruolo di vetrine in cui le donne mostrano le loro foto e si descrivono specificando se hanno tatuaggi o piercing sul corpo, se hanno il pube rasato, di che colore hanno gli occhi e quanto è grande il loro seno. I clienti esaminano con cura i diversi profili, leggono la presentazione che le escort fanno di se stesse e scorrono le recensioni che altri uomini hanno lasciato.

Rogerio, che Escort Advisor segnala come recensore esperto, sul profilo di Silvia, una donna formosa sulla quarantina a cui ha assegnato quattro stelle su cinque, ha scritto: “Silvia è una bella signora, molto simpatica, nonostante l’ostacolo della lingua (parla mezzo spagnolo). Ci accordiamo per 70. Pulizie di rito, lei si mette sopra in facesitting. Poi si passa al 69, dove dimostra le sue doti “aspiranti”. Dopo si passa alla penetrazione in 3 posizioni. Propone massaggio prostatico, concludo senza problemi. Seconde pulizie, e social time in cui si parla di tutto. Prestazione onesta, non sfavillante, ma di certo sopra la media cittadina, con un buon caffè colombiano“.

Dopo aver scelto la ragazza il cliente le telefona e si mette d’accordo sul prezzo, sui servizi che desidera e sull’orario dell’appuntamento. Hanno codificato un linguaggio con cui sezionano i rapporti sessuali e umani con la escort. Parlano di Rai1, primo canale, e Rai2, secondo canale, per indicare rispettivamente il rapporto vaginale e quello anale, utilizzano la sigla DATY, Dinner At The Y, per riferirsi al sesso orale ricevuto dalla donna e l’abbreviazione inglese BBJ per il pompino scoperto, senza preservativo. Il momento di conversazione viene chiamato social time e il bacio alla francese, con la lingua, viene soprannominato FK, French Kiss.

L’eccitazione dell’attesa culmina nel momento in cui la escort apre la porta dell’appartamento ed esce dal mondo virtuale, con tacchi alti e lingerie provocante.Si conferma quanto è stato pattuito durante la chiamata e si lascia il “regalino”, i soldi. Il costo base, detto VU, velocità urbana, è di 50 euro, anche chiamati rose. Per pratiche sessuali particolari o per un appuntamento che supera la mezz’ora la tariffa aumenta. Ci si dirige verso il bagno per lavarsi, “poi è tutto abbastanza standard”, racconta Obice, “ci si conosce per quello che ognuno è disposto a far sapere all’altro e si consuma la prestazione sessuale“.

Ogni cliente cerca di colmare la necessità che l’ha portato in quell’appartamento. Per alcuni è un bisogno che si rigenera ogni volta: il desiderio del sesso e il piacere che ne deriva, senza i rischi e i compromessi delle relazioni. Altri cercano una via d’uscita dalla monotonia quotidiana, un momento di trasgressione separato dalla vita di tutti i giorni. “Ciò che mi spinge“, spiega Erosraffinato, “è principalmente la curiosità e la continua voglia di novità, cerco sempre partner sconosciute, mi piace quell’ebbrezza della prima vista e della rottura del ghiaccio“. A questo si aggiunge l’elemento della perversione: poter fare ciò che non si oserebbe chiedere alla propria compagna e realizzare le proprie fantasie senza sentirsi giudicati.

A volte, invece, il sesso a pagamento è un modo per ovviare all’assenza di rapporti sessuali nella vita coniugale o alla mancanza di una partner stabile. Giallo31, un uomo di 43 anni che lavora come operaio metalmeccanico a Bergamo e che, single da sempre, vive insieme alla madre, così racconta la sua esperienza: “Ero uno che diceva “mai pagherò per fare sesso” ma poi ti accorgi che a 35 anni sei solo e più che il sesso di per sé ti manca il sentire una donna a fianco. Infatti dopo le prime esperienze ho conosciuto e mantengo contatti solo con donne che non si fanno pagare soltanto per l’atto fine a se stesso ma per il tempo che ci dedichiamo reciprocamente“.

RICUCIRE

Dopo aver concluso il rapporto con la escort si torna in bagno per lavarsi nuovamente, per far scivolare via dalla pelle i resti dell’incontro e ci si riveste. Lentamente ci si risveglia dall’anestesia grazie a un caffè colombiano bevuto prima di andare via, a una sigaretta fumata sul balcone o al racconto di un’infanzia difficile fatto su delle lenzuola ancora impregnate di sudore.

“Ricordo alcuni gesti della prima ragazza rumena dopo i nostri rapporti”, dice Rogerio, “un abbraccio sincero datomi quando ero giù, un bacino sulla guancia, una sua confessione fatta sul divano, con un asciugamano di Barbie, un aggiustarmi il colletto prima di varcare la porta”.

Uscendo dall’appartamento rimangono sensazioni diverse: il pentimento e la frustrazione se il rapporto non è andato come previsto oppure la soddisfazione e la leggerezza per aver appagato i propri desideri. “È un vuoto lasciato ma pronto per essere riempito di nuovo“, sostiene Giallo31.

A volte, invece, quel vuoto non si è riusciti a colmarlo. “Penso sempre che non mi lascia niente e che non devo più tornarci“, dice Casade, “il problema è che poi ci ritorno“. La soddisfazione del rapporto sessuale lascia subito spazio alla malinconia: “rimane il ricordo piacevole, ma la sensazione di contentezza dopo un giorno o due è bella che sfumata“, mi spiega Disperso89. “È come essere un edificio senza tetto“, aggiunge, “o un uomo senza una gamba o un braccio, che per quanto si sforzi avrà sempre qualcosa che gli manca“.

*inchiesta tratta del sito www.espresso.it

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