Il decalogo è stato pubblicato ieri sulle pagine del quotidiano. “Questo atteggiamento di assoluto rispetto delle regole deontologiche e di trasparenza nei confronti dei lettori”, si legge, “dovrà riguardare l’offerta del Corriere della Sera in tutte le sue molteplici forme (carta, web, video, podcast, newsletter), compresa l’organizzazione di eventi”
“L’informazione deve essere informazione, la pubblicità deve essere pubblicità”. L’assemblea dei giornalisti del Corriere della Sera ha approvato all’unanimità un decalogo per impegnare i giornalisti nei confronti dei lettori a garantire la qualità di quello che viene pubblicato sul quotidiano e una netta separazione dai contenuti pubblicitari.

Il decalogo dei giornalisti del Corriere della Sera:
1) Si riconoscono pienamente in quanto disposto dall’articolo 44 del Contratto nazionale di lavoro e vigileranno sul suo rispetto: “Allo scopo di tutelare il diritto del pubblico a ricevere una corretta informazione, distinta e distinguibile dal messaggio pubblicitario, e non lesiva degli interessi dei singoli, i messaggi pubblicitari devono essere chiaramente individuabili come tali quindi distinti, anche attraverso apposita indicazione dai testi giornalistici”.
2) Prendono atto dell’affermarsi di forme di informazione sponsorizzata, veicolata tramite articoli, podcast, eventi, webinar. I giornalisti non saranno disponibili ad apporre la propria firma su questi progetti e faranno da garanti di fronte al lettore rispetto alla qualità e all’indipendenza dell’informazione.
3) Non lasciano condizionare la propria attività alle pressioni provenienti da esponenti del marketing aziendale e della pubblicità (che in alcun modo possono relazionarsi direttamente con i redattori): dalla richiesta di visionare gli articoli prima della pubblicazione alle interviste imposte.
4) Si impegnano a rifuggire le collaborazioni dirette con sponsor o aziende investitrici, eliminando qualsiasi possibilità di conflitto di interesse.
5) Nel rispetto della deontologia professionale si astengono dal postare sui social – anche sui profili personali – commenti o immagini riconducibili a prodotti o aziende collegate e collegabili a sponsorizzazioni.
6) A tutela della professione e delle competenze interne rivendicano la gestione editoriale dei contenuti giornalistici pubblicati sul giornale, così come la supervisione degli account social a cui è legata l’immagine della testata. Articoli, lanci web via social, podcast e video articoli non possono in alcuna misura essere ideati, realizzati e modificati da figure professionali diverse da quelle giornalistiche.
7) Vigilano affinché non vengano inseriti all’interno degli articoli online link pubblicitari che rimandano a portali di acquisto di prodotti. In caso invece di “branded content” il link può sussistere, ma la sponsorizzazione deve essere evidenziata in testa al contenuto, secondo la già citata logica della massima trasparenza.
8) Si impegnano a non accettare regali esplicitamente o indirettamente legati alla pubblicazione di contenuti sui canali della testata.
9) Valutano, come strumento ultimo di tutela della propria immagine professionale e correttezza deontologica, la possibilità di ritirare la firma su articoli per cui non siano rispettati i criteri qui elencati. Oltre a segnalare immediatamente al Comitato di redazione o ai fiduciari ogni tentativo di pressione da chicchessia che possa mettere in discussione i principi qui elencati.
10) Si impegnano, attraverso gli organismi sindacali, a segnalare all’Ordine dei Giornalisti tutte le violazioni deontologiche eventualmente riscontrate sul giornale e sulle piattaforme riconducibili al Corriere della Sera