di Marco Ginanneschi
Si è svolto alla Fiera di Parma il convegno biennale di Confindustria, “Imprenditori, i geni dello sviluppo” che ha acquisito ancor più importanza con il passaggio di consegne pubblico tra il presidente uscente Giorgio Squinzi e il nuovo presidente designato Vincenzo Boccia, che è stato accolto da un applauso unanime di tutti gli industriali presenti prima dell’inizio dei lavori. E’ stato però un passaggio del testimone informale e mediatico, in quanto Squinzi è in carica fino all’assemblea privata del 25 maggio, in cui si voterà per confermare la designazione di Boccia che soltanto da quel momento diventerà il presidente effettivo degli industriali. Dopodichè il giorno dopo debutterà in pubblico alla consueta assemblea annuale pubblica.

Concludendo,  il presidente uscente di Confindustria Giorgio Squinzi ha voluto lasciare una sua considerazione sulla fine del suo mandato: “Chiudo il mio mandato di presidente con il rimpianto di non aver convinto coloro che si occupano di sindacato dell’opportunità di riflettere sui nuovi temi fondativi l’azione negoziale. A Vincenzo Boccia lascio il compito, non semplice, del confronto che dovrà portare fuori dalle liturgie del secolo scorso“.
Una lunghissima standing ovation ha salutato il discorso con il quale Squinzi ha concluso la sua esperienza alla guida di Confindustria. Ricevendo un tributo lungo minuti e minuti di applausi con tutti in piedi che ha colpito il patron della Mapei, visibilmente emozionato. Sull’azione dell’esecutivo, ha detto che serve una “sensibilità che il  ha fino ad ora oggettivamente dimostrato in molti provvedimenti. Ci auguriamo – ha sottolineato dal palco del convegno – che si continui sulle scelte intraprese, che queste vengano ampliate e rese sempre più facilmente accessibili, perché troppo spesso registriamo come la decisione politica venga rallentata, se non mortificata, dalla sovrapposizione burocratica dei regolamenti attuativi“.   “Non è un fenomeno congiunturale“, ha aggiunto “ma è ormai  una rimodulazione e modificazione strutturale. La lunghissima crisi, è ancora in corso“.
								
								
															
				
															




