“È tempo di ristabilire la verità dei fatti”. Così la giornalista Federica Corsini, moglie di Gennaro Sangiuliano, è intervenuta ieri, domenica 26 ottobre, sulla vicenda dell’audio trasmesso illegittimamente dal programma “Report” e finito al centro di un provvedimento del Garante della Privacy. Nella propria nota la Corsini allega anche il capo di imputazione sull’illecita captazione e diffusione dell’audio. Nell’audio Sangiuliano confessava la relazione avuta con Maria Rosaria Boccia: il rapporto fra i due era al centro dello scandalo che aveva portato alle dimissioni di Sangiuliano da ministro, nel settembre del 2024, e poi anche di inchieste giudiziarie in cui erano indagati entrambi (quelle in cui era coinvolto l’ex ministro sono state archiviate, quelle su Boccia sono ancora in corso). Dopo le dimissioni, Sangiuliano era tornato a lavorare come giornalista in Rai.
Nella maggior parte dei casi le norme di legge italiane e il codice deontologico dei giornalisti vietano la pubblicazione di audio del genere in quanto le conversazioni telefoniche tra due persone, così come le chat, sono considerate corrispondenza privata ed in quanto tali, possono essere diffuse soltanto se c’è il consenso esplicito di tutte le persone coinvolte nella conversazione.

“Fino a oggi ho mantenuto il massimo riserbo sulla vicenda che ha visto coinvolto l’allora ministro Gennaro Sangiuliano, nel rispetto delle istituzioni e del mio personale stile di vita, fondato sulla discrezione. Ho atteso che le autorità competenti approfondissero i fatti, pur essendo, in ultima analisi, la principale vittima di quanto accaduto. Ritengo però necessario intervenire ora, per tutelare la verità storica e giuridica di questa vicenda, che rischia di essere oscurata da tentativi, comprensibili ma infondati, di spostare l’attenzione dal cuore del problema”

“Si cerca infatti di accreditare la tesi di presunti ‘interventi esterni’ volti a influenzare la decisione del Garante per la protezione dei dati personali. È un’ipotesi del tutto priva di fondamento, e rappresenta un nuovo, inaccettabile attacco alla mia persona. Il Garante non aveva altra scelta se non quella di intervenire, alla luce di circostanze oggettive e documentate”.
“L’audio divenuto di dominio pubblico è stato illecitamente acquisito da una persona oggi imputata, con me parte offesa. La Procura della Repubblica di Roma lo afferma chiaramente nelle sue conclusioni, che ricostruiscono le modalità con cui il file è stato ottenuto e diffuso. Proprio per queste ragioni, tramite i miei legali, ho diffidato, l’8 dicembre 2024, la Rai e la trasmissione ‘Report‘, non dal dare la notizia, cosa che da giornalista non avrei mai chiesto, ma dal trasmettere l’audio, che mi avrebbe esposta a un’ulteriore mortificazione pubblica dopo mesi di attenzione mediatica” spiega Federica Corsini,
“Come sottolinea la Procura, a differenza di un altro giornalista al quale l’audio era stato ‘proposto’ e che lo aveva rifiutato, Report ha scelto di accettarlo e diffonderlo, pur conoscendone la provenienza illecita. Ciò rileva sia sotto il profilo penale (atti persecutori e interferenza illecita nella vita privata), sia sotto quello della tutela della riservatezza. Nella richiesta di rinvio a giudizio della Procura di Roma, al capo 4) di imputazione, si fa riferimento esplicito anche alla data dell’8 dicembre 2024, giorno della messa in onda della trasmissione, e di commissione del reato, evidenziando la piena consapevolezza della natura illecita del materiale diffuso. È quindi fuorviante, e palesemente ‘difensiva’, la tesi – sottolinea – secondo cui il Garante sarebbe stato mosso da influenze esterne o da valutazioni politiche”.
“Le sue decisioni si fondano su fatti oggettivi e inequivocabili, ribaditi anche nelle conclusioni della Procura di Roma. Contestare la correttezza del provvedimento significherebbe, per assurdo, mettere in dubbio anche la terzietà della Procura della Repubblica di Roma. Proseguirò la mia battaglia giudiziaria nel pieno rispetto delle regole e del riserbo che mi contraddistingue, convinta che l’illiceità non può essere confusa con la libertà di stampa, né con il giornalismo d’inchiesta. La libertà di informare è un diritto fondamentale, ma non può diventare uno scudo per violare la dignità delle persone e la legalità delle fonti“, conclude Federica Corsini.
È stata proprio la sua diffida congiunta ad aver innescato il provvedimento del Garante che ha sanzionato la Rai con 150mila euro per violazione della privacy, infatti quella presentata dal solo Sangiuliano è stata archiviata. “Non ho chiesto a Report di non dare la notizia, cosa che da giornalista non avrei mai chiesto – precisa la cronista, in servizio al Tg2 – ma dal trasmettere l’audio, che mi avrebbe esposta a un’ulteriore mortificazione pubblica dopo mesi di attenzione mediatica”.
Sotto il profilo squisitamente tecnico, Authority e Procura contestano gli stessi reati. E la tesi secondo cui il Garante sarebbe “occupato” dal centrodestra viene smontata dal senatore Fdi Costanzo Della Porta: “L’attuale composizione è espressione dello scorso Parlamento, quando Fdi era al 4%“.
Gasparri: “Io sto con Federica Corsini e contro coloro che l’hanno aggredita”
“Io sto con Federica Corsini. Ho letto la sua nota sulle decisioni del Garante della Privacy. Conosco la sofferenza che ha patito, mediatica e non solo” ha detto il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri. “Ne conosco la serietà. Apprezzo le sue citazioni sulle accuse della magistratura a Report e lo voglio dire pubblicamente e lo ribadisco: io sto con Federica Corsini e contro coloro che l’hanno aggredita, facendo un uso improprio dei mezzi a disposizione. Peraltro la vicenda a cui Corsini si riferisce comporta altri interrogativi dei quali discuteremo in altri momenti e in altre sedi, perché i fatti sono sconcertanti ma non è ancora tempo di parlare dei risvolti inquietanti delle vicende di queste ore“.





