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28 Marzo 2024 20:55
28 Marzo 2024 20:55

Caltagirone Editore. Il silenzio dei “dipendenti” e le proteste (inutili) dei sindacalisti….

Come Sergio Marchionne con la FCA (Fiat) è uscito dalla Confindustria, anche Franco ed Azzurra Caltagirone hanno capito che chi gestisce da imprenditore le aziende e le porta in attivo può anche ignorare le federazioni e sindacati.

Caltagirone Editore di cui fanno parte Il Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino, Il Corriere Adriatico, il Quotidiano di Puglia, ed il freepress Leggo con le relative edizioni internet, ha comunicato formalmente la decisione di uscire dalla FIEG la Federazione Italiana Editori Giornali. Una decisione presa dopo la richiesta del presidente Maurizio Costa, d’intesa con i rappresentanti del comitato esecutivo della Federazione, di rivedere la decisione presa dal gruppo a fine febbraio aprendo le procedure di cessione di ramo d’azienda delle aree produttive del Gazzettino di Venezia (dove è stato licenziato un lavoratore), del Mattino di Napoli (tre i licenziati) e del Messaggero.

nella foto Azzurra Caltagirone

Le decisioni di Caltagirone hanno scatenato le proteste sindacali che sono sfociate in scioperi che hanno colpito tutte le testate quotidiane degli editori Fieg. Caltagirone sostiene di non aver infranto nessuna regola ne accordo e di fronte all’ultimatum lanciatogli il 19 aprile di rivedere le sue decisioni ha risposto con l’addio alla Federazione. Decisione per cui Francesco Gaetano Caltagirone lascia il comitato di presidenza e sua figlia Azzurra, amministratore delegato del Messaggero, il ruolo di vice presidente della Federazione e di presidente della categoria Quotidiani nazionali.

Secondo il piano dell’editore Caltagirone, 77 addetti ai servizi delle tre testate (amministrativi, diffusione, ufficio del personale, segreteria di redazione) dal 1° aprile sono passati a Servizi Italia 15 srl, società appositamente costituita, ai cui dipendenti viene applicato il contratto del commercio che, tra l’altro, non prevede gli interventi della legge 416 dell’editoria in materia di ammortizzatori sociali (come i prepensionamenti) e il riconoscimento del cosidetto Fondo Casella.

I lavoratori cosiddetti ‘produttivi’ (stampa, prestampa, archivio, servizi tecnici informatici, area di preparazione, rotative) del Mattino e del Messaggero sono passati, invece, alle nuove Stampa Napoli 2015 srl e Stampa Roma 2015.

Il comunicato del Gruppo Caltagirone Editore

Il Gruppo Caltagirone Editore, dopo 20 anni di partecipazione attiva nella FIEG, ha deciso oggi di abbandonare l’associazione per diversità di vedute in merito al futuro del settore e allo sviluppo dello stesso. Contestualmente si sono dimessi tutti i rappresentanti del Gruppo ivi compreso il Cav. Francesco Gaetano Caltagirone e Azzurra Caltagirone Vice Presidente dell’Associazione.

“Fatti i doverosi distinguo, la decisione della Caltagirone Editore ricorda quella assunta dal Gruppo Fiat quando, alcuni anni fa, sulla base di visioni sul futuro dell’industria italiana non in sintonia diverse con l’allora vertice della Confindustria, decise di abbandonare l’associazione degli industriali.

 

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Cestaro, manca legge obbligo applicazione Ccnl

Massimo Cestaro, segretario generale Slc Cgil, tanto per non far mancare la sua parola, ha detto: ” Appare davvero stupefacente che la volontà di non applicare i Contratti Collettivi di lavoro venga camuffata da non meglio definite ” visioni sul futuro dell’industria italiana”.

nella foto Massimo Cestaro
nella foto Massimo Cestaro

In realtà – ha aggiunto – siamo alle solite: le aziende che non intendono rispettare i Contratti di lavoro escono dalle associazioni datoriali firmatarie degli stessi non tanto per chissà quali “visioni”, quanto per una pervicace e banalissima volontà di riduzione del costo del lavoro”

Concludendo: “purtroppo questa pratica è il frutto dell’assenza legislativa di un obbligo di applicazione di un contratto di lavoro legata alla classe merceologica di attività delle singole aziende; assenza legislativa che consente alle aziende stesse di rivolgersi al “supermercato” dei contratti ed applicare quello per loro più vantaggioso

“Rigoroso” silenzio in Puglia sulla sponda del Nuovo Quotidiano di Puglia, e come sempre inutili proteste prive di alcun effetto concreto dell’ Assostampa e della  FNSI. Come Sergio Marchionne con la FCA (Fiat) è uscito dalla Confindustria, anche Franco ed Azzurra Caltagirone hanno capito che chi gestisce da imprenditore le aziende e le porta in attivo può anche ignorare le federazioni e sindacati. Chi comanda è il mercato. Le copie vendute e la pubblicità incassata. Amen. Tutto il resto, come direbbero in Emilia Romagna, sono solo “pugnette” mentali !

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