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7 Novembre 2024 20:31

CalcioScommesse, la Polizia acquisisce file audio con i nomi di altri calciatori

Sequestrato il materiale riconducibile a una fonte di Corona nell'ambito dell'inchiesta avviata dalla procura di Torino, mentre la procura di Milano lo iscrive nel registro degli indagati per le diffamazioni ai giocatori

La Polizia di Stato, nell’ambito dell’inchiesta della procura di Torino sulle scommesse illegali, ha acquisito la busta con il misterioso file audio riconducibile a Maurizio Petra, una presunta fonte di Fabrizio Corona, che conterrebbe nomi di calciatori . Lo si è appreso da fonti vicine all’indagine.

Corona è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Milano per diffamazione aggravata sulla base delle querele presentate dall’attaccante della Roma Stephan El Shaarawy e da Nicolò Casale, difensore della Lazio, entrambi tirati in ballo nel caso scommesse nei giorni scorsi dall’ex agente fotografico nella trasmissione tv Striscia la Notizia. Ma potrebbe finirci anche per il reato di millantato credito per le sue false affermazioni di fare il “giornalista” e di “aver lavorato in passato per numerosi quotidiani“, in quanto Fabrizio Corona non risulta mai essere stato un giornalista.

Fabrizio Corona non compare fra gli iscritti all’ Ordine Nazionale dei Giornalisti

L’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex agente di paparazzi è arrivata a seguito delle querele presentate dai legali dei due calciatori. I fascicoli sono coordinati dall’aggiunto Letizia Mannella e dal procuratore capo Marcello Viola. Fabrizio Corona dopo essere stato ospite (a pagamento) nel programma “Avanti Popolo” su Rai 3, condotto da Nunzia De Girolamo, aveva accusato l’ente radiotelevisivo di Stato di essere stato censurato sul caso calcioscommesse del quale si era protagonista diffondendo il coinvolgimento di Fagioli, Tonali e Zaniolo.

In una storia pubblicata sul proprio account Instagram, Corona scriveva: “Sono stato censurato! Non me lo aspettavo! Mi dispiace per tutti voi” aggiungendo di non aver potuto “come mi avevano garantito questa mattina, dire quello che volevo, mostrare in tv il grande lavoro che sto portando avanti da 6 giorni senza dormire con il mio amico Moreno. A un certo punto la conduttrice ha lanciato un audio che poi non è stato nemmeno mandato in onda“.

Secondo Corona a non essere stato mandato in onda è la voce di Zaniolo e di 3 giocatori di Serie A che parlavano di scommesse e di tantissimi soldi. Hanno preso per il culo voi e hanno preso per il culo me”. E poi ancora, a chiusura del post: “La tv oggi bisogna farsela da soli. Adesso penso cosa fare e dove mostrare tutte le notizie che ho trovato con immenso sacrificio perché sono un uomo libero e non mi spavento di niente. Ho sbagliato a venire in questo programma e a promuovere qui un’inchiesta così importante e complessa che è stata censurata. Io me ne faccio una ragione e domani mi passerà ma per voi è una vergogna. Mi dispiace tanto. Ancora dopo tanti anni non imparo la lezione“.

Corona in passato era stato indagato e poi arrestato nell’ambito dell’inchiesta giornalistica “Vallettopoli” condotta dal nostro direttore Antonello de Gennaro, sviluppata e condotta dal magistrato Henry John Woodcock, all’epoca sostituto procuratore della Repubblica a Potenza, e già in quell’occasione manifestò il suo odio-rancore per il mondo del calcio, a partire dall’estorsione al calciatore della Juventus David Trezeguet, venendo condannato dalla Corte Cassazione ha appena confermato la condanna a cinque anni di reclusione, per “estorsione aggravata” e trattamento illecito di dati personali, per aver preteso dal calciatore Trezeguet 25 mila euro per non pubblicare delle foto che lo ritraevano. E Fabrizio Corona a seguito di questa condanna definitiva venne condotto in carcere per un cumulo di pena per oltre 7 anni di detenzione dietro le sbarre.

Era stato sempre Corona ad occuparsi delle “paparazzate” al calciatore Francesco Coco a quei tempi giocatore del Milan, con la vendita all’allora a.d. del Milan, Adriano Galliani, di alcune foto imbarazzanti nelle quali c’era Coco. “Nel luglio del 2001 – ha fatto mettere a verbale Galliani, durante il processo sui foto-ricatti di Corona – vengo a sapere da un amico che ci sono in giro foto non belle di un nostro calciatore. Le vedo e ritengo che fosse opportuno acquistarle per non farle circolare. Chi ritraevano? Coco e altri cinque ragazzi sul ponte di una barca, tre nudi e tre con il costume. Pagai 36 milioni di lire e li trattenni a Coco che, dopo le prime proteste, non disse più niente”. E Coco sborsò, stavolta direttamente a Corona, altri 6.000 euro per alcune foto all’uscita dall’Hollywood mentre baciava un presunto trans.

Da non dimenticare l’attacco ai danni dell’ Inter sotto la presidenza di Massimo Moratti, dopo essere stato mandato via dal canale televisivo dell’ Inter per cui aveva lavorato. L’ ex-agente fotografico imputato davanti ai giudici della quinta sezione penale del Tribunale di Milano, nel corso di un processo a suo carico aveva attaccato pesantemente il patron dell’Inter relativamente al caso delle foto del calciatore Adriano, ricordando in aula che la società nerazzurra si era rifiutata di comprare quelle immagini e aveva criticato duramente le scelte del patron Moratti. : “E’ un uomo senza attributi, avrebbe dovuto prendere le foto e poi bacchettare Adriano. Invece fece il contrario, perché lui si fa prendere per i fondelli dai giocatori“.

Corona ebbe parole di fuoco anche verso il giocatore brasiliano, accusandolo di aver detto il falso quando aveva riferito in aula di aver subito un ricatto in relazione alle fotografie che lo ritraevano durante un festino con prostitute. “Tutto falso, Adriano deve essere indagato. Quelle fotografie erano allucinanti e vergognose: non è possibile che un ragazzo di 24 anni, che potrebbe avere tutte le donne che vuole, si faccia fotografare così, quando c’è gente che guadagna mille euro e ne spende 500 per andare allo stadio per vedere l’Inter“.

Corona in quell’udienza si è scagliato poi anche contro la magistratura, alla quale rimprovera di averlo tenuto per “125 giorni in carcere per un giudizio morale“. Uno squallido Corona-show, durante il quale i giudici del tribunale hanno più volte invitato l’imputato a non dire parolacce e a non indugiare, con termini poco eleganti, sulle vicende a sfondo sessuale.

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