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27 Aprile 2024 00:27
27 Aprile 2024 00:27

Arrestato dalla Procura di Potenza il magistrato Pietro Errede: corruzione e turbativa d’asta. Il Csm dorme o insabbia ?

Gli indagati in totale sono dieci. Nel provvedimento cautelare emesso dal gip del tribunale di Potenza le accuse contestate a vario titolo sono: concussione, corruzione in atti giudiziari, turbata libertà degli incanti ed estorsione. Indagato un altro magistrato in servizio nel tribunale di Lecce che tramite il Sen. Marti cercava di arrivare a Matteo Salvini per farsi "sponsorizzare" al CSM. ALL'INTERNO LE INTERCETTAZIONI DELLA GUARDIA DI FINANZA DI LECCE

Il magistrato pugliese Pietro Errede, fino a poco tempo fa in servizio come giudice delle sezioni Fallimentare/Esecuzioni Immobiliari/Misure di Prevenzione del Tribunale di Lecce , ed ora in servizio negli uffici giudiziari di Bologna, l’ “amico” del magistrato, avvocato Alberto Russi in relazione al quale il Gip del Tribunale di Potenza dr. Salvatore Pignata ha ritenuto dimostrata la tentata estorsione non consumata, e tre commercialisti Massimo Bellantone, Emanuele Liaci, Marcello Paglialunga che sono finiti ai domiciliari per corruzione in atti giudiziari su disposizione della Procura di Potenza.

La “cricca” di professionisti all’insaputa di Errede, costringeva soggetti privati le cui aziende erano sottoposte ad amministrazione giudiziaria a pagare loro il corrispettivo di 20mila euro per un orologio Rolex, in realtà già pagato realmente, anche se ad un prezzo vantaggioso dal dr. Errede, somma che non risultava corrisposta personalmente al giudice.

Per il procuratore capo di Potenza Francesco Curcio, dalle indagini del Nucleo di polizia economico-finanziario della Guardia di Finanza di Lecce è emerso “l’uso strumentale dell’attività giudiziaria utilizzata per procacciare utilità personali al giudice Errede, ma anche ai professionisti intorno a lui che beneficiavano degli incarichi dati dal giudice e che per questo lo ricambiavano”

 il giudice salentino Pietro Errede

Gli indagati in totale sono dieci, tra i quali un altro magistrato in servizio nel tribunale di Lecce. Nel provvedimento cautelare emesso dal Gip dr. Pignata del Tribunale di Potenza le accuse contestate a vario titolo sono: concussione, corruzione in atti giudiziari, turbata libertà degli incanti ed estorsione. Sono in corso delle perquisizioni negli studi di commercialisti e professionisti, alcuni dei quali sono stati convocati in caserma per essere interrogati. 

Errede era già iscritto nel registro degli indagati nel procedimento per corruzione e turbativa d’asta. L’inchiesta era partita un anno fa dopo un esposto anonimo in relazione ad un giro di nomine e incarichi “pilotati” nel Tribunale fallimentare di Lecce, oltre ad una presunta interferenza in un’asta giudiziaria in cambio di favori, e dalle successive dichiarazioni verbalizzate il 21 settembre 2021 da Saverio Congedo parlamentare di Fratelli d’Italia (ed ex consigliere regionale) che avrebbe ricevuto pressioni per nominare Casilli coadiutore della procedura e Michele Macrì, amministratori giudiziari di due società al centro di una articolata vicenda, al culmine della quale era stato poi proposto l’inserimento di un “coadiutore”, persona per l’appunto alquanto vicina a Errede. Congedo ha quindi riferito le pressioni ricevute al presidente della Sezione misure di prevenzione Carlo Cazzella, il quale a sua volta ha informato il procuratore di Lecce, Leonardo Leone de Castris, che ha trasmesso tutto alla Procura di Potenza.

Da queste evidenze vennero disposte una serie di ulteriori verifiche e grazie alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, copiosa acquisizione di documenti, analisi e studio di tabulati telefonici, messaggistica ed atti giudiziari compiuti dagli attenti investigatori delle Fiamme Gialle salentine, affiancate dai magistrati della Procura di Potenza, sarebbe poi venuto alla luce un quadro che ha portato alla esigenza di compiere delle perquisizioni. Un intero capitolo delle indagini del nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Lecce è dedicato alla “collana tennis di brillanti” fornita da un consulente.che sarebbe una “collana tennis di brillanti di particolare valore commerciale, a un prezzo pressoché simbolico“.

Una nota ufficiale della procura di Potenza rende noto che il Gip, “in relazione ad ulteriori episodi di corruzione in atti giudiziari e tentata concussione contestati da questo ufficio, ha motivatamente ritenuto, per ragioni di carattere giuridico o probatorio, di non condìvidere l’impostazione accusatoria. Tale decisione viene doverosamente rispettata ed è dimostrativa, ancora una volta, della terzietà del giudice. Per tali aspetti, tuttavia la stessa sta per essere impugnata da parte di questo Ufficio e, quindi, sarà oggetto di appello innanzi al Tribunale del Riesame di Potenza

Per dovere di cronaca segnaliamo che il Csm aveva avviato un procedimento poi incredibilmente “archiviato” per incompatibilità ambientale, che ha costretto il giudice Errede a trasferirsi da Lecce a Bologna. Ma non solo. Recente la 5a commissione ( incarichi semidirettivi del Csm) aveva proposto la presidenza del Tribunale di Lecce per il giudice della sezione Commerciale e Fallimentare Alessandro Silvestrini, con 4 voti al plenum, 2 voti sono andati al reggente, Roberto Tanisi), mentre la procura di Potenza ha chiesto i domiciliari per il giudice Silvestrini che risponde di un episodio di “corruzione in atti giudiziari” in concorso con il commercialista Massimo Bellantone. Secondo le ipotesi accusatorie del procuratore della Repubblica Francesco Curcio, Bellantone avrebbe accettato di sponsorizzare politicamente la nomina di Silvestrini alla presidenza, attraverso i membri laici del Csm in cambio di una “preminenza” negli incarichi e nelle consulenze ottenute dal Tribunale di Lecce.

Secondo l’impianto accusatorio della Procura di Potenza Bellantone avrebbe quindi chiesto, al segretario regionale pugliese della Lega, il Sen. Roberto Marti, di impegnarsi su tale fronte, e si sarebbe impegnato a contattare direttamente il leader della Lega Matteo Salvini (che ha indicato il nuovo vicepresidente Pinelli, così come ìnvece contava su Rocco Casalino per il M5s.

il sen. Roberto Marti ed il sen. Matteo Salvini

Agli atti un’intercettazione: “Sto andando con Roberto”

“Sto andando con Roberto (senatore Roberto Marti n.d.r.) questa sera mi vedo con Paganella (senatore Andrea Paganella, capo della segreteria politica di Matteo Salvini n.d.r.) , che mi deve organizzare l’incontro per domani direttamente con Salvini” dice Bellantone in una conversazione intercettata. Il giudice Silvestrini risponde: “Quindi mi chiamate e io vengo“. Aggiungendo: “Si io prendo la macchina e fino alle due arrivo, al limite». Oltre che per Silvestrini i domiciliari erano stati richiesti anche per Giuseppe Evangelista e Antonio Casilli. La procura aveva chiesto il carcere per il giudice Pietro Errede, per il suo compagno, l’avvocato Alberto Russi, e per Massimo Bellantone

Secondo le indagini condotte dalla Guardia di Finanza di Lecce, il giudice Silvestrini, presidente della sezione Fallimentare il cui nome era già emerso lo scorso anno in occasione di una perquisizione, a seguito della quale si era dichiarato estraneo agli addebiti avrebbe affidato numerosi incarichi al commercialista Massimo Bellantone (finito ai domiciliari per altri due episodi) in cambio dell’interessamento di quest’ultimo per “una attività di sponsorizzazione” politica, proprio ai fini della nomina a presidente del Tribunale. Un’attività che avrebbe coinvolto i vertici locali e nazionali della Lega ma di cui, però, non c’è alcun riscontro. Inoltre Bellantone, sempre secondo le indagini della procura di Potenza avrebbe anche chiesto all’imprenditore Giancarlo Mazzotta, esponente di Forza Italia, ex sindaco di Carmiano, di “avvicinare” altri politici, sempre per lo stesso scopo.

Io l’unica cosa che ti volevo dire, non ti fi… non ci fidiamo, non ti fidare di Marti, Marti dice un sacco di c… te”. diceva Pietro Errede in una conversazione ambientale captata in ufficio. L’interlocutore era il giudice Alessandro Silvestrini, indagato proprio per la vicenda delle “sponsorizzazioni” promesse per ottenere dal Csm la carica di presidente del Tribunale di Lecce.

“Dalle prospettazioni che ti ha fatto – aggiungeva Errede – penso lui non abbia molto peso a Roma, negli anni ho avuto questa sensazione“. “Io ieri gli ho mandato un messaggio“, rispondeva Silvestrini. E aggiungeva di avergli scritto: “Devo venire a Roma?”.

Errede aggiungeva :A Roberto (Marti, n.d.r.)gli hai mandato il messaggio? E che ti ha risposto? E che ti ha detto?” e Silvestrini: “Ha detto “domani entro le dieci ti faccio sapere“, perché lui mi ha detto “tieniti pronto perché io voglio portarti a Roma, quando tu vieni a Roma a parlare con Salvini”. Siccome anche io ho qualche c..o di impegno con lui no, allora io ho detto, “Se potessi parlare io accetterei, se lui ha fatto qualcosa“. Una conversazione questa che risale al maggio 2022.

Il Gip del tribunale di Potenza Pignata ha rigettato la richiesta per il suo collega Silvestrini del Tribunale di Lecce . Si tratta di garantismo ? Spirito di colleganza ? Debolezza dell’ impianto accusatorio della Procura di Potenza e della Guardia di Finanza di Lecce ? Non spetta a noi dirlo. Lo chiarirà e deciderà a breve il Tribunale del Riesame di Potenza al quale la Procura di Potenza ha annunciato ricorso. Una cosa è certa: una parte della magistratura è più inquinata delle discariche ed è sempre pronta alla “genuflessione” (per non chiamarla “prostituzione”) con la politica pur di conquistare ruoli di vertice e potere giudiziario.

La replica del giudice Silvestrini

Questa la replica del giudice Silvestrini : “Un giornalista di un quotidiano locale mi ha avvertito che era in corso di pubblicazione un articolo relativo alle indagini che la Procura della Repubblica di Potenza sta conducendo a mio carico; ha aggiunto di aver saputo che vi sarebbe stata una richiesta di misura cautelare rigettata dal gip e che era disponibile a pubblicare eventuali mie dichiarazioni al riguardo“. Scrive il giudice Alessandro Silvestrini, in risposta al Nuovo Quotidiano di Puglia, in una nota in cui riporta la propria posizione rispetto ai fatti al momento emersi che lo riguardano. 

“Naturalmente non so nulla – spiega – della richiesta di misura cautelare e delle ragioni che la supporterebbero, ma ciò non deve stupire perché accade sovente che gli indagati apprendano dai giornali le notizie che li riguardano. Posso soltanto riferire che da circa nove mesi ho chiesto alla Procura di Potenza di essere interrogato; ho anche presentato una memoria difensiva, documentando che la persona che mi aveva donato il “famoso pesce” era un mio vicino di casa da oltre quarant’anni, che non mi aveva fatto alcuna richiesta con riferimento alla mie funzioni giudiziarie e che, del resto, l’atto che gli inquirenti ritenevano mi fosse stato sollecitato era un atto dovuto, che nessun magistrato avrebbe potuto negare senza essere considerato responsabile di omissione di atti di ufficio“.

Nel merito delle accuse che gli sono state contestate replica: “Adesso, dopo nove mesi di indagini volte a controllare scrupolosamente ogni atto giudiziario da me compiuto negli ultimi anni, la montagna ha partorito un topolino: infatti, secondo quanto riferitomi dal giornalista, oggetto di contestazione sarà, oltre alla vicenda della “famosa ricciola”, il presunto interessamento di un professionista, che si sarebbe attivato per “sponsorizzare” la mia nomina a presidente del Tribunale di Lecce“.

Sulla corsa a presidente del Tribunale aggiunge:Ovviamente nulla so di questa asserita attività di “sponsorizzazione” (avvenuta – secondo quanto apprendo – nell’aprile 2022); quel che posso dire è che il precedente Csm (che ha cessato di operare nel febbraio di quest’anno) non ha potuto mai deliberare sulla mia eventuale nomina a presidente di tribunale, perché a causa delle indagini della Procura di Potenza ha dovuto soprassedere a qualsiasi decisione; posso anche affermare con certezza che il professionista – che si sarebbe attivato a mio favore – negli ultimi quattro anni non ha ricevuto alcun incarico e comunque il fatto che io goda della stima dei professionisti del posto non ha alcun rilievo penale“.

“Sono certo che il procuratore della Repubblica quando mi avrà finalmente ascoltato, si convincerà che non vi è alcun motivo di continuare ad indagare; sono pure certo che, a dispetto delle illazioni di molti, non vi è alcun collegamento fra tali indagini e la procedura di assegnazione del posto di presidente del tribunale. E che, per una mera coincidenza, il mio interrogatorio è stato fissato a pochi giorni dalla deliberazione con la quale la quinta commissione del CSM ha proposto a maggioranza la mia nomina a presidente del Tribunale” conclude Silvestrini nella sua nota.

Le “dimenticanze” del giudice Silvestrini

Quello che Silvestrini non chiarisce sono le sue parole intercettate dalle Fiamme Gialle, (che pubblichiamo sopra in esclusiva) quando si diceva pronto a partire in auto direzione Roma per presentarsi a Matteo Salvini. Alla faccia dell’indipendenza dalla politica ! Il giudice dimentica che non sempre il plenum del Csm condivide la proposta (e non deliberazione) della 5a commissione, cioè quella che si occupa degli incarichi direttivi….

Le intercettazioni fra Silvestrini e Bellantone per arrivare a Salvini

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