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26 Aprile 2024 00:55
26 Aprile 2024 00:55

Al via contributi per imprese danneggiate dal conflitto in Ucraina. Le nuove competenze dell’ex-Mise

la misura, prevista nel primo decreto legge Aiuti, che mette a disposizione risorse pari a 120 milioni di euro a sostegno delle imprese che hanno subito gli effetti del conflitto in Ucraina

Le imprese nazionali danneggiate economicamente dalla guerra in Ucraina potranno richiedere A partire dalle ore 12 del 10 novembre e sino alle ore 12 del 30 novembre 2022 contributi a fondo perduto per compensare il calo di fatturato derivante da contrazione della domanda, interruzione di contratti e progetti esistenti e crisi nelle catene di approvvigionamento.

Si tratta di un intervento che, pur non potendo risarcire i danni morali e le ferite profonde della guerra, cerca di lenire il disagio delle imprese che hanno avuto negli anni rapporti economici consolidati con l’Ucraina – commenta il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo UrsoStiamo lavorando con il mio omologo di Kiev a una serie di iniziative che consentano di mantenere, e in futuro rafforzare, i legami economici e produttivi fra i nostri due Paesi”.

il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso

Il decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lunedì scorso e rende operativa la misura, prevista nel primo Decreto Legge Aiuti, che mette a disposizione risorse pari a 120 milioni di euro a sostegno delle imprese che hanno subito gli effetti del conflitto in Ucraina. Potranno ricevere contributi a fondo perduto fino a 400 mila euro le imprese, con sede legale o operativa in Italia, per le quali risulta che negli ultimi due bilanci depositati almeno il 20% del fatturato è collegato a operazioni commerciali in Ucraina, Russia e Bielorussia, compreso l’approvvigionamento di materie prime e semilavorati.

Inoltre dovranno aver subito nel corso dell’ultimo trimestre un calo di fatturato di almeno il 30% rispetto all’analogo periodo del 2019, mentre il confronto sarà con il 2021 per le aziende costituite dopo il 1 gennaio 2020. La misura è gestita da Invitalia per conto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge che attribuisce al Ministero delle imprese e Made in Italy (MIMT) specifiche funzioni volte a rafforzare il ruolo del Dicastero a favore delle imprese e del Made in Italy. “Con il decreto adottato oggi si realizza un Sistema Italia che aiuta in maniera organica e compiuta le imprese nella loro attività in Italia e nel mondo, concretizzando la mission del nuovo Dicastero. Quelli che sembravano slogan, sono già azioni concrete che vedono la collaborazione sinergica di tutti i Ministeri di questo Governo“ dichiara il ministro Adolfo Urso dopo le decisioni del Consiglio dei Ministri per le imprese e per il Made in Italy.

Condividendo con il Ministero degli Affari Esteri il Comitato Interministeriale per il Made in Italy nel mondo (“CIMIM”) per la promozione, valorizzazione e tutela del Made in Italy – continua Ursoprevediamo misure compensative per le imprese che sono state maggiormente colpite dagli dalle sanzioni. E con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica condividiamo altresì la politica energetica per le imprese. Infine grazie all’istituzione del difensore civico delle imprese decliniamo in modo tangibile la mission principale del Ministero “Non disturbare chi vuole fare”.

Nel dettaglio, il decreto prevede una nuova denominazione del Dicastero, da Ministero dello Sviluppo economico a Ministero delle imprese e del Made in Italy (MIMIT), l’istituzione del Comitato Interministeriale per il Made in Italy nel mondo co-presieduto dai Ministri degli affari esteri e delle imprese e del Made in Italy, con il compito di indirizzare e coordinare le strategie finalizzate a promuovere, valorizzare e tutelare il Made in Italy in Italia e nel mondo. Tra i diversi compiti del CIMIM è di particolare importanza la possibilità che il Comitato individui meccanismi di salvaguardia e di incentivazione di settori produttivi nazionali, particolarmente colpiti dall’imposizione di nuovi dazi, alla previsione di regimi sanzionatori o alla presenza di ostacoli tariffari e non tariffari sui mercati internazionali.

Prevista la modifica delle norme relative ad ICE, SIMEST e SACE, stabilendo un maggiore coinvolgimento del MIMIT per la parte di competenza sulle linee di indirizzo strategico da dare al sistema pubblico per l’internazionalizzazione. Una delle novità è la copresidenza del Comitato Interministeriale per la transizione ecologica (CITE). Le riunioni per elaborare le strategie energetiche per le materie legate alla politica industriale saranno presiedute dal MIMIT. Una modifica sostanziale della norma contenuta nel decreto Aiuti ampliando il potere sostitutivo del MIMIT in caso di inerzia delle Amministrazioni Centrali nei procedimenti relativi a investimenti rilevanti per il sistema produttivo nazionale (si fa riferimento agli investimenti di almeno 25 milioni di euro aventi ricadute occupazionali significative) e prevedendo un’apposita struttura di supporto e tutela dei diritti delle imprese con specifici compiti volta a raccogliere e a dare seguito alle segnalazioni dei ritardi e dell’inerzia della PA centrale da parte delle imprese.

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