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21 Ottobre 2025 17:57

La società di calcio della Juve Stabia in amministrazione giudiziaria. La Dna: “Bene strumentale del clan D’Alessandro”

Secondo l'accusa della procura napoletana la Juve Stabia assieme ad altre società, costituirebbe "un bene strumentale del clan D'Alessandro", storica e potente cosca della camorra presente a Castellammare di Stabia, ed il clan iImparato, due clan storici della zona. Il procuratore Gratteri ha affermato che

La Juve Stabia squadra di Castellammare di Stabia, militante per il secondo anno consecutivo nel campionato di serie B da oggi è in amministrazione giudiziaria a seguito del provvedimento richiesto dalla Direzione nazionale antimafia ed è stato eseguito dagli agenti di polizia della Questura di Napoli, equivalente ad un sequestro per “violazione del Codice antimafia“. La società calcistica si trova è attualmente in zona playoff, risultato già raggiunto nella precedente stagione. È il terzo caso di società professionistica coinvolte in collusioni mafiose, in pochi mesi dopo Foggia e Crotone

Il provvedimento è stato motivato stamani In Procura a Napoli , alla presenza del procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, dal procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri e dal questore Maurizio Agricola. presente anche il prefetto di Napoli, Michele di Bari. Quale primo effetto dei provvedimenti adottati questa mattina nei confronti del club stabiese potrebbe esserci il rinvio almeno della prossima partita casalinga. La Juve Stabia, sulla cui panchina quest’anno siede l’ex attaccante di Milan e Napoli, Ignazio Abate, domenica prossima giocherà a Padova ma nel turno infrasettimanale di mercoledì 29 ottobre al Menti dovrebbe giocare contro il Bari.

Com’è stato spiegato in conferenza stampa, sono state colpite dai provvedimenti della magistratura anche le società che gestiscono la bigliettazione e la security nello stadio, e l’ ipotesi di un rinvio delle gare è stata formulata dallo stesso Gratteri e dal prefetto di Bari. “Il quadro delle infiltrazioni è davvero allarmante e non riguarda solo il calcio – avverte MelilloRazzismo e antisemitismo sono costanti del tifo violento”. Sono emerse infiltrazioni anche nel settore giovanile della società, come spiegato dal questore di Napoli  Maurizio Agricola. “La cantera è soprattutto un settore affaristico e un luogo nevralgico nella gestione della società”, ha aggiunto il procuratore nazione Giovanni Melillo.  “l’intera rete dei servizi e delle forniture era sottoposta a condizionamento mafioso ed è evidente che c’è anche un problema di indifferenza, sottovalutazione e connivenza“.

Secondo l’accusa della procura napoletana la Juve Stabia assieme ad altre società, costituirebbe “un bene strumentale del clan D’Alessandro, storica e potente cosca della camorra presente a Castellammare di Stabia, ed il clan iImparato, due clan storici della zona. Il procuratore Gratteri ha affermato che “la Juve Stabia era mezzo della camorra per farsi pubblicità e gestire potere. Uomini del clan erano presenti in diversi servizi: dallo spostamento degli autobus alle ambulanze, dalla vendita di bibite a quella dei biglietti e e controllo sicurezza nello stadio” aggiungendo con evidente amarezza che era un “pacchetto completo, i calciatori dovevano solo giocare, al resto pensava la camorra“. I boss del clan D’ Alessandro dominante sul territorio di Castelllamare di Stabia parlavano della Juve Stabia anche durante i propri colloqui in carcere. 

L’art. 34 del Codice Antimafia, applicato sulla Juve Stabia, facente parte del Decreto Legislativo 159/2011, disciplina la misura di amministrazione giudiziaria dei beni connessi ad attività economiche quando dalle indagini emergano indizi di rischio d’infiltrazione mafiosa.   Tale misura viene adottata quando l’attività economica, direttamente o indirettamente, è compromessa dall’influenza della criminalità organizzata o può agevolarla, e sussistono sufficienti elementi per l’applicazione della misura, che può essere adottata per un periodo limitato, un anno prorogabile di ulteriori sei mesi. A gestire la società sarà adesso un pool di professionisti  appositamente nominato. 


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