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8 Novembre 2025 19:40

Chiara Appendino si dimette da vicepresidente M5s

Ha comunicato la sua decisione durante il consiglio nazionale del Movimento, in corso via zoom

La deputata del M5s Chiara Appendino si è dimessa dal ruolo di vicepresidente del M5s. Durante la riunione del Consiglio nazionale, l’ex sindaca di Torino ha formalizzato la decisione che era nell’aria da qualche giorno e ventilata, in un primo momento, martedì durante la congiunta dei gruppi parlamentari pentastellati. Il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, solo poche ore prima aveva smentito dicendo di “non aver saputo nulla di un passo indietro di Chiara Appendino”. Ed invece era tutto vero La decisione dell’ex sindaca di Torino dopo alcuni giorni di riflessione e di confronto con gli altri deputati.  La mossa politica della Appendino crea di fatto una divisione all’interno del Movimento e azzera di fatto gli organi dirigenziali, anche se solo per una settimana. Un chiaro segnale contro l’ex premier e la linea politica seguita finora.

Nel suo intervento la deputata ed ex sindaca di Torino ha confermato le critiche sul posizionamento politico del Movimento, come aveva già fatto martedì. E Giuseppe Conte? In serata passeggiava nervosamente sotto casa della sua compagna nel centro di Roma, parlando nervosamente al telefono. L’appuntamento è al prossimo weekend, quando si terrà la votazione sul secondo mandato da presidente M5s: è l’unico candidato e quindi la sua rielezione scontata. Ma per il posto da vice ora c’è una casella vuota

Nelle scorse ore i messaggi lasciati nella chat dei deputati dalla Appendino avevano dato la sensazione ai suoi colleghi che fosse ormai propensa a lasciare. Un’opzione che l’ex sindaca aveva già ventilato nell’assemblea congiunta dei parlamentari di martedì scorso, in cui aveva esortato i suoi a “non schiacciarci sul Pd”, precisando che lei l’alleanza con il dem Eugenio Giani alle Regionali in Toscana non l’avrebbe fatta. “Non possiamo auto-assolverci” sostiene Appendino, secondo la quale “come Cinque Stelle abbiamo bisogno di nuovi temi, temi nostri, per recuperare gli astenuti”. Oggi quindi le dimissioni, da un ruolo peraltro in scadenza, visto che il prossimo fine settimana – come annunciato dallo stesso Conte nel Consiglio – l’ex premier verrà rivotato dagli iscritti come presidente del M5s e tutti i cinque vice andranno rinominati.

Le motivazioni di Chiara Appendino

“Il Movimento 5 stelle mi ha accolta quando ero poco più di una ragazza” scrive sui social Chiara Appendino. “È qui che ho imparato a mettermi al servizio della mia comunità. È, e resterà sempre, la mia casa politica. Ed è proprio per amore di questa casa che ho deciso di rimettere il mio incarico di vicepresidente del Movimento 5 stelle. Non è una scelta leggera, è una scelta sofferta. Ma in una politica dove troppi restano aggrappati alla poltrona, noi del Movimento 5 stelle ragioniamo secondo altri schemi”.

Perché mi dimetto? Perché voglio dare un segnale politico: dobbiamo aprire una discussione vera e invertire la rotta. E perché non sono mai scappata dalle mie responsabilità, soprattutto quando è in gioco la nostra comunità. Dopo l’ennesimo risultato deludente alle regionali, non possiamo continuare a dirci che è tutto normale e che va tutto bene. Il problema non è fuori da noi. Il problema è nella nostra identità, nella direzione politica, nel modo in cui stiamo parlando – o non parlando – al Paese. Abbiamo il dovere di guardarci dentro. Perché mentre la destra governa male, il carovita divora stipendi e pensioni, le imprese soffocano sotto il peso dei dazi e l’economia arretra, il Movimento 5 stelle non riesce a intercettare chi si sente ai margini, a trasformare la rabbia in speranza e voglia di riscatto. E questo non è normale. La colpa non è mai degli elettori: è nostra, quando smettiamo di rappresentarli”.

“Ho creduto – e credo ancora – nel progetto dei progressisti indipendenti: un Movimento libero, coerente, radicale nei valori e indipendente nelle scelte. Ma quella spinta oggi sembra essersi esaurita. Siamo diventati troppo attenti agli equilibri interni, troppo preoccupati degli accordi di palazzo, troppo distanti dalle persone e dai nostri principi. E non è neanche una questione di alleanze in sé. È questione di come ci stiamo dentro. Perché non possiamo essere, allo stesso tempo, l’alternativa al sistema e il puntello del sistema. Se ci normalizziamo, smettiamo di essere ciò che siamo nati per essere”.

“Il nostro compito non è portare acqua al mulino di un sistema che siamo nati per combattere, ma dare voce e ascolto a chi vive nei mercati, nelle periferie, davanti ai cancelli delle fabbriche, ai piccoli imprenditori e alle partite Iva. – aggiunge la deputata del Movimento 5 stelle – La nostra sfida non può essere snaturarci per conquistare qualche posto di potere in più. La nostra sfida è riconquistare la fiducia di chi non vota più, di chi ha smesso di credere che la politica possa servire a qualcosa. Ogni giorno tantissimi attivisti, consiglieri e parlamentari lo fanno con dedizione. Ma dobbiamo chiederci perché chi si sente tradito dalla politica non riconosce più in noi la speranza di un cambiamento”

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