L ‘imprenditrice di Pompei Maria Rosaria di Roma ha infatti chiuso le indagini sull’imprenditrice, accusata dalla Procura di Roma di stalking, lesioni, interferenze illecite nella vita privata e diffamazione ai danni dell’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano rischia di finire sotto processo chiesto dai magistrati romani Giuseppe Cascini, Giulia Guccione e Barbara Trotta che hanno notificato all’indagata la chiusura dell’indagine a suo carico avviata la scorsa estate 2024. Nel settembre scorso la donna aveva subito una perquisizione nella sua abitazione. I carabinieri avevano prelevato il cellulare della Boccia, il suo computer e vari smartphone, oltre ai “celebri” occhiali smart con cui la donna ha girato filmando all’interno dei corridoi di Montecitorio.
Contestato anche il reato di false dichiarazioni
Alla Boccia vienecontestato anche il reato di false dichiarazioni nel curriculum redatto per l’organizzazione di eventi per il ministero della Cultura. Nel procedimento risultano parti offese Gennaro Sangiuliano, sua moglie Federica Corsini e l’ex capo di gabinetto del dicastero, Francesco Gilioli. L’elenco delle minacce poste in essere dalla Boccia nei confronti di dell’ex-ministro ora corrispondente RAI da Parigi, è lungo a partire dalla minacciar di rivelare la relazione intercorrente fra la Boccia e Sangiuliano, a sua moglie.
A fronte delle proprie minacce la Boccia chiedeva e in qualche caso otteneva alcuni benefici. Gelosia, ripicche, vendette ma soprattutto la spada di Damocle della rivelazione della relazione avrebbero indotto Sangiuliano alle dimissioni e all’esasperazione. Graffi, sottrazione della fede coniugale e umiliazioni quasi quotidiane sarebbero state la goccia che hanno fatto esplodere la pazienza dell’ex ministro inducendolo in conseguenza a depositare una denuncia. La Boccia, si legge nell’atto, “chiedeva dapprima velatamente e poi in modo sempre più esplicito di lavorare insieme con nomina fiduciaria del Ministro, al fine di giustificare la presenza quotidiana presso gli Uffici ministeriali, contestualmente ponendo in essere azioni volte a screditare i suoi collaboratori più vicini, con progressivo isolamento, ed avanzando continue richieste di esere portata a conoscenza dei colloqui istituzionali o con il proprio staff”. E secondo i pm, l’imprenditrice “effettuava plurime pressanti richieste di consegnarle il telefono cellulare, utilizzato dal Sangiuliano anche per i contatti istituzionali, per ispezionarlo, anche pretendendo la consegna di password o comunque lo sblocco delle applicazioni o, in alternativa, di consentirle indiscriminato accesso da remoto” ed “imponeva all’allora ministro, quantomeno a partire dal’11 giugno del 2024, di non portare la fede nuziale e, infine, sottraendola”. Prima del 22 luglio dell’anno scorso faceva poi credere al giornalista di avere mandato la foto dell’anello alla moglie “via whatsapp”.

Il 25 luglio 2024, dopo avere chiesto al ministro di contattare il suo capo di gabinetto Gilioli per conoscere le tempistiche dell’incarico di consulente ministeriale a cui aspirava , obbligava Sangiuliano a inviarle gli screenshot. In diverse occasioni, inoltre, avrebbe preteso che le visite istituzionali a Pompei avvenissero solo in sua presenza. Fino allo scandalo, scoppiato quando Sangiuliano si rifiuta di firmare un patto di riservatezza con lei e di andarla a trovare a Napoli per parlare. È allora che vengono pubblicate sul profilo Instagram dell’indagata le foto del ministro in costume a Posìtano e quelle insieme alla donna, al concerto dei Coldplay all’Olimpico. Quindi arrivava il ricatto: “Saranno rimosse solo se verrai” mentre si registrava su Instagram nei luoghi di vacanza della coppia. E assicurava una scenata al Festival del cinema di Venezia, dove Sangiuliano era in veste istituzionale. Fino alla falsa notizia, apparsa puntualmente sempre sui social sostenendo di avere ricevuto (mai avvenuto !) l’incarico al ministero con i ringraziamenti a Sangiuliano.
La falsa gravidanza e le minacce di rivelare tutto alla moglie
Per capire il clima turbolento instauratosi tra la donna campana e l’ex-ministro basta leggere le accuse della procura: “Il 6 agosto 2024 (Boccia, ndr) contattandolo all’alba intimava a Sangiuliano di andare a prendere un caffè e di chiamarla entro dieci minuti o avrebbe telefonato alla moglie“. E successivamente, aver simulato una gravidanza: “In data 23 agosto al fine di proseguire nelle pressioni inviava una mail a Sangiuliano chiamandolo “superbabbo” aggiungendo “noi scappiamo che abbiamo un controllo, ancora una volta simulando l’effettuazione di controlli medici sulla propria gravidanza fittizia”.
Come si legge nell’avviso di conclusione delle indagini nel capo di imputazione relativo allo stalking, i pm scrivono che l’indagata “con condotte reiterate ossessive e di penetrante controllo della vita privata, professionale e istituzionale rivolte verso Sangiuliano – con cui intratteneva una relazione affettiva extraconiugale e anche successivamente alla definitiva rottura dei rapporti – cagionava nello stesso un perdurante e grave stato di ansia e paura che si estrinsecava in un forte stress, un notevole dimagrimento, pensieri suicidi, modo tale da costringerlo ad alterare le proprie abitudini di vita, compromettendone la figura pubblica, inducendolo a rassegnare le dimissioni dalla carica istituzionale, ad evitare i luoghi abitualmente frequentati, limitare le uscite private e pubbliche e partecipazioni a convegni o viaggi istituzionali e privati; condotte consistite in quanto di seguito descritto”