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25 Maggio 2025 07:51

Festival Cannes 2025, la Palma d’Oro al regista iraniano dissidente Jafar Panahi

“È veramente difficile parlare permettetemi di ringraziare la mia famiglia per tutto il tempo in cui sono stato in prigione – ha detto emozionato il regista quando ha raggiunto il palco per ritirare la Palma d’oro – e poi tutto il cast che mi ha accompagnato in questo cammino per fare il film insieme"
dal nostro inviato a Cannes | Silvia Signore

Ha vinto il regista iraniano dissidente Jafar Panahi, che con il suo “A simple accident “è riuscito a realizzare un film potente e godibile, militante ma nello stesso tempo pieno di sentimento. È la storia di un meccanico che scopre in un cliente il suo vecchio aguzzino di quando era in prigione ma prima di mettere in atto la sua vendetta vuole essere certo che sia lui. Premiato anche il norvegese “Sentimental Value“, Wagner Moura per il brasiliano L’agente segreto (anche regia) e l’attrice francese Nadia Melliti. Nulla da fare purtroppo per l’Italia presente in concorso con il fim “Fuori” per la regia di Mario Martone.

Cate Blanchett ha consegnato la Palma d’oro assegnata a Un simple accident di Jafar Panahi. L’attrice e produttrice ha ricordato l’impegno del cinema e del festival per i cineasti esiliati. “Il cinema vive uno spazio dove noi possiamo discutere, il cinema è pericoloso, il cinema è vita”. Il regista iraniano dissidente, che è stato in carcere e per 14 anni non ha potuto lasciare il paese, ha realizzato un film potente a partire dai racconti delle persone che ha incontrato durante la prigionia. L’incidente semplice del titolo è quello che accade a una famiglia che sta viaggiando per tornare a casa, padre, madre alla fine di una gravidanza e figlioletta. Quando la macchina di notte investe un cane inizia un viaggio che porterà il padre in un garage dove lavora un uomo, convinto di aver riconosciuto il suo aguzzino, l’uomo che l’ha torturato per anni in carcere. Non avendo però certezza coinvolge un gruppo di ex detenuti in questa ricerca di verità. “Per il cuore e la tenerezza, per la libertà ritrovata, per la vita nuova” ha detto Juliette Binoche. Tra gli applausi del théatre Lumière il regista è salito sul palco con i suoi attori e produttori, con la figlia Solmaz.

Jafar Panahi al festival con la figlia

“È veramente difficile parlare permettetemi di ringraziare la mia famiglia per tutto il tempo in cui sono stato in prigione – ha detto emozionato il regista quando ha raggiunto il palco per ritirare la Palma d’oro e poi tutto il cast che mi ha accompagnato in questo cammino per fare il film insieme. Ringrazio chi mi ha aiutato qui in Francia per la postproduzione e il distributore internazionale. Nn sarebbe statoo possibile fare questo film senza attori impegnati. Credo che sia il momento di chiedere a tutti gli iraniani con tutte le opinioni in Iran e nel mondo, mi permetto di chiedere loro una cosa: mettiamo tutte le differenze da parte. Ciò che conta è il nostro paese e la sua libertà. Che nessuno osi dirci ci dica come vestirci, cosa fare, come comportarci”.

La giuria guidata da Juliette Binoche

Questi i nove giurati che hanno elaborato ed assegnato il Palmares di quest’anno. Accanto alla presidente Juliette Binoche: l’attrice Halle Berry, la regista e sceneggiatrice indiana Payal Kapadia, l’attrice italiana Alba Rohrwacher, la scrittrice franco-marocchina Leïla Slimani, il regista, documentarista e produttore congolese Dieudo Hamadi, il regista e sceneggiatore coreano Hong Sangsoo, il regista, sceneggiatore e produttore messicano Carlos Reygadas e l’attore americano Jeremy Strong.

Il Grand prix della giuria a Joaquim Trier

Il Grand prix della giuria è andato a Sentimenal Value del regista norvegese Joachim Trier,  un racconto delle dinamiche familiari che coinvolgono un padre, il carismatico Gustav, regista di fama che non gira un film da 15 anni interpretato da Stellan Skarsgård, e le sue due figlie Nora e Agnes con cui ha rapporti difficili da quando si è separato dalla moglie. Renate Reinsve, già protagonista di “La persona peggiore del mondo”, il film precedente di Trier, interpreta Nora, attrice di teatro vittima di attacchi di panico e depressione, il padre le offre un ruolo nel film che segnerà il suo ritorno sulle scene, ma quando Nora rifiuta, che il padre ha affidato la parte a una giovane star hollywoodiana interpretata da Elle Fanning. “Ho avuto un privilegio a lavorare con questi attori – ha detto il regista – il film appartiene anche a loro, è un’opera collettiva”. Il regista poi ha ricordato il padre che è scappato dal nazismo andando in un piccolo villaggio e sopravvivendo grazie al jazz e alla musica. La regista Coralie Fargeat che ha ricordato che il primo film visto al festival è stato Mulholland Drive di Lynch ha detto “Lo scorso anno essere a questo festival ha cambiato la mia vita“.

Il premio per il miglior attore è per Wagner Moura

L’attrice spagnola Rossy De Palma ha consegnato il premio per il miglior attore a Wagner Moura. Protagonista de “L’agente segreto del regista brasiliano Kleber Mendonça Filho. Thriller politico ambientato nel Brasile del 1977 durante gli ultimi anni della dittatura militare. Segue la storia di Marcelo, professore che torna a Recife in cerca di pace, ma si trova coinvolto in una rete di repressione e segreti di Stato. Marcelo è interpretato da Wagner Moura, reso celebre dalla serie “Narcos” su Netflix . Nel cast anche Gabriel Leone (Ayrton Senna nella serie biopic “Senna Ferrari“) e Maria Fernanda Cândido (la moglie di Buscetta ne “Il Traditore”). Assente alla cerimonia il premio è stato ritirato dal regista.

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