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9 Maggio 2024 03:30
9 Maggio 2024 03:30

Google, Apple e TikTok: sei mesi per rispettare le regole su concorrenza e trasparenza

La Commissione europea ha designato sei giganti del web come 'gatekeeper' che dovranno rispettare i nuovi obblighi del Digital Markets Act (Dma)

La Commissione europea ha indicato sei giganti del webAlphabet (Google), Amazon, Apple, ByteDance (TikTok), Meta (Facebook e Instagram) e Microsoft – come ‘gatekeeper’, in quanto grandi piattaforme online con una posizione dominante sul mercato digitale, che dovranno rispettare i nuovi obblighi Ue del Digital Markets Act (Dma) entro i prossimi sei mesi. Le sei grandi aziende si dovranno adeguare alle disposizioni del Dma per ciascuno dei loro 22 servizi principali, offrendo ad esempio più scelta e più libertà ai consumatori e agli utenti aziendali ed evitando trattamenti di favore per i propri servizi e prodotti rispetto a quelli offerti da terzi sulla piattaforma gestita dal gatekeeper.

Nel caso in cui un gatekeeper non rispetti gli obblighi previsti dalla Dmala Commissione potrà imporre sanzioni fino al 10% del fatturato globale dell’azienda, arrivando fino al 20% in caso di violazioni ripetute. Alcuni obblighi inizieranno ad applicarsi a partire da oggi, ad esempio l’obbligo di informare la Commissione di qualsiasi piano di concentrazione.

Google, Apple, Facebook e Amazon.

Nel mirino di Bruxelles sono finiti i più popolari social network come TikTok (controllato da ByteDance), Facebook e Instagram (Meta), servizi di messaggistica come WhatsApp (Meta) e di condivisione video come YouTube (Alphabet). La Commissione vuole garantire il rispetto delle nuove regole anche nei servizi di intermediazione come Google Maps, Google Play e Google Shopping (Alphabet), Amazon Marketplace, App Store (Apple) e Meta Marketplace. 

Il gruppo americano Alphabet, il primo per numero di servizi che rientrano nella disciplina del Dma, dovrà adeguarsi ai nuovi obblighi anche con riferimento al browser Chrome, al servizio di ricerca Google Search e al sistema operativo Google Android.

In quest’ultima categoria rientrano anche i sistemi iOS (Apple) e Windows PC OS (Microsoft) designati da Bruxelles ai sensi del Dma. La lista dei servizi che dovranno rispettare le nuove norme Ue per i giganti del web si conclude con le piattaforme pubblicitarie di Amazon e Meta e il browser Safari. Le decisioni di designazione di oggi fanno seguito a un processo di revisione durato 45 giorni dopo la notifica da parte di Alphabet, Amazon, Apple, ByteDance, Meta, Microsoft e Samsung del loro potenziale status di gatekeeper.

La Commissione è giunta alla conclusione che, sebbene Gmail, Outlook.com e Samsung Internet Browser soddisfino le soglie previste dalla Dma per essere considerati gatekeeper, Alphabet, Microsoft e Samsung hanno fornito argomentazioni sufficienti a dimostrare che tali servizi non si qualificano come ‘gateway’ per i rispettivi servizi principali della piattaforma. Pertanto, la Commissione ha deciso di non designare Gmail, Outlook.com e Samsung Internet Browser come servizi della piattaforma principale designata come gatekeeper, escludendo dunque l’intero gruppo Samsung dalla nuova disciplina. Parallelamente, la Commissione ha avviato quattro indagini di mercato per valutare ulteriormente le argomentazioni di Microsoft e Apple secondo le quali, nonostante il rispetto delle soglie, alcuni dei servizi principali della loro piattaforma non si qualificano come ‘gateway’.

Si tratta dei servizi Bing, Edge e Microsoft Advertising per Microsoft e IMessage per Apple. Come stabilito dal Dma, le indagini dovranno terminare entro 5 mesi e dovranno accertare se una confutazione sufficientemente motivata presentata dalle società dimostri che i servizi in questione non dovrebbero essere designati come gatekeeper. Il Dma, in vigore da novembre 2022, mira a impedire ai gatekeeper di imporre condizioni ingiuste a imprese e consumatori. è stato proposto nel dicembre 2020, quando la Commissione ha anche adottato il Digital Services Act (Dsa) per affrontare le conseguenze negative derivanti da determinati comportamenti da parte delle piattaforme online che fungono da gatekeeper digitali del mercato unico dell’Ue.

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