Prima l’annuncio di Donald Trump, poi la conferma alla stampa dei mediatori nei negoziati. Israele e Hamas hanno raggiunto nella notte l’accordo per l’attuazione della prima fase del cessate il fuoco per Gaza. Secondo quanto riportano le tv israeliane, la firma che sancisce la tregua potrebbe arrivare già in mattinata, alle 11 ora italiana.
Trump annunciando l’accordo di pace in Medio Oriente ha spiegato su Truth, che “questo significa che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte, duratura e duratura. Tutte le parti saranno trattate equamente“.
“Questo è un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, Israele, tutte le nazioni circostanti e gli Stati Uniti d’America, e ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno collaborato con noi per rendere possibile questo evento storico e senza precedenti” ha aggiunto il presidente USA.

Hamas ringrazia i mediatori e Trump
Hamas ha rilasciato una dichiarazione in cui conferma l’accordo di cessate il fuoco con Israele, che secondo il gruppo terroristico “prevede la fine della guerra a Gaza, il ritiro delle forze di occupazione, l’ingresso di aiuti umanitari e uno scambio di prigionieri“. L’organizzazione palestinese ha ringraziato i mediatori e Donald Trump per aver mediato la fine della guerra scatenata dall’attacco del 7 ottobre 2023 contro Israele, esortandoli al contempo “a costringere il governo di occupazione a rispettare pienamente gli obblighi dell’accordo e a impedirgli di eludere o ritardare l’attuazione di quanto concordato”.
“Rendiamo omaggio al nostro grande popolo nella Striscia di Gaza, a Gerusalemme e in Cisgiordania, nella nostra patria e all’estero, che ha dimostrato onore, coraggio e fermezza senza pari, affrontando i piani fascisti dell’occupazione che hanno preso di mira loro e i loro diritti nazionali. Affermiamo che i sacrifici del nostro popolo non saranno vani e ci impegniamo a rimanere fedeli alla nostra causa e a non abbandonare mai i nostri diritti nazionali finchè non saranno conseguite la libertà, l’indipendenza e l’autodeterminazione”

Cosa prevede la prima fase dell’accordo
Secondo quanto riportano fonti della Casa Bianca alla Cnn, il rilascio degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas potrebbe iniziare lunedì, anche se è possibile che i tempi possano essere anticipati. Un funzionario ha delineato la tempistica prevista, a partire dalla presentazione dell’accordo al governo israeliano: “Una volta votato sì, Israele dovrà ritirarsi sulla linea, il che dovrebbe richiedere meno di 24 ore”, ha detto il funzionario. “Poi inizierà il periodo di 72 ore e Hamas cercherà di ritirarsi prima, se possibile”.
La prima fase dell’accordo, riportano inoltre fonti palestinesi, prevede la liberazione di 20 ostaggi vivi da parte di Hamas, tutti in una sola volta. Hamas fa sapere inoltre che l’accordo raggiunto con Israele prevede la liberazione di 2000 detenuti palestinesi in cambio del rilascio degli ostaggi vivi e che lo scambio dovrà avvenire entro 72 ore dall’attuazione della prima fase del piano. Per l’emittente americana ABC News non è ancora stato raggiunto alcun accordo sui temi più spinosi, dal disarmo di Hamas alla futura governance di Gaza.

Trump presto alla Knesset
Trump sarà quindi in Israele nei prossimi giorni, intenzionato ad accogliere l’invito del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a intervenire alla Knesset. In una dichiarazione ad Axios, il presidente Usa ha annunciato: “Si prevede che arriverò in Israele nei prossimi giorni. Questo è un grande giorno per Israele e per il mondo. Vogliono che parli alla Knesset e lo farò sicuramente se lo vorranno”.
Quanto alla telefonata con Netanyahu dopo il raggiungimento dell’accordo tra Israele e Hamas, Trump afferma: “La mia conversazione con Bibi è stata fantastica. È felice, e giustamente. È un grande risultato. Il mondo intero si è unito per raggiungere questo accordo, compresi i paesi che un tempo erano nemici“
Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha detto che “Gaza verrà ricostruita” e che i Paesi vicini contribuiranno. “Davvero – ha dichiarato a Fox News – il Medio Oriente si è unito in modo straordinario, si sono uniti, sai, ci sono alcuni Paesi con una ricchezza straordinaria e il fatto di spendere solo una piccola parte di quella ricchezza può significare moltissimo per quella zona”.

Cosa accade in Israele
“Con l’aiuto di Dio li riporteremo tutti a casa”, le parole del premier israeliano Netanyahu, che ha quindi convocato il governo per approvare l’accordo su Gaza. “In questo momento il cuore di Israele batte all’unisono con gli ostaggi e le loro famiglie. Come scrisse il profeta Geremia: ‘Torneranno dalla terra del nemico… e i figli torneranno ai loro confini'”, ha poi scritto su X il presidente israeliano, Isaac Herzog.
Le famiglie degli ostaggi israeliani a Gaza hanno intanto scritto a Trump per ringraziarlo per aver favorito l’accordo con Hamas e per chiedergli di poterlo incontrare personalmente in occasione della sua prossima visita nella regione.
Idf, iniziati preparativi per ritiro parziale da Gaza
Le Idf hanno intanto avviato i preparativi per il ritiro parziale dalla Striscia. In una nota, le Forze di difesa israeliane fanno sapere che, “in base alle direttive politiche e alla valutazione della situazione, le Idf hanno iniziato i preparativi operativi per l’attuazione dell’accordo”. Nell’ambito di questi preparativi, le Forze di difesa sono pronte a spostare le truppe “nel prossimo futuro verso le linee di schieramento concordate”, precisando che “continueranno a essere dispiegate nell’area e a prepararsi per qualsiasi sviluppo operativo“.

“Raid su Gaza dopo l’annuncio”
La Difesa civile di Gaza ha intanto annunciato diversi raid israeliani nella notte, avvenuti dopo l’annuncio sul cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. Mohammed al-Mughayyir, uno dei responsabili della Difesa civile, ha reso noto che “dopo l’annuncio ci sono state diverse esplosioni, in particolare nel nord di Gaza e intensi raid israeliani su Gaza City“.

Tajani: “Pace vicina, pronti a fare nostra parte”
“Dal Medio Oriente arrivano ottime notizie:la pace è vicina. L’Italia,che ha sempre sostenuto il piano statunitense, è pronta a fare la sua parte per consolidare il cessate il fuoco,per fare arrivare nuovi aiuti umanitari e per partecipare alla ricostruzione di Gaza“, scrive in un post su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ribadendo che il nostro Paese è “pronto anche a inviare militari in caso di creazione di una forza internazionale di pace per riunificare la Palestina”.
“Qualche mese fa sembrava una boutade, ma se raggiunge l’obiettivo della pace” in Medio Oriente “certamente un titolo per concorrere per il premio Nobel ce l’ha sicuramente”, ha poi detto il ministro intervistato da Rtl, rispondendo alla domanda se il tycoon possa davvero aspirare al Nobel per la pace, che verrà assegnato domani.
“Si è impuntato ed aveva ragione – ha sottolineato il titolare della Farnesina – perché il risultato lo sta ottenendo, si può essere d’accordo o meno con lui, ma il risultato lo sta raggiungendo, è incontrovertibile”. aggiungendo “Dobbiamo ringraziare Egitto, Turchia e Qatar per il lavoro svolto, sono stati i grandi protagonisti, insieme agli Stati Uniti, hanno convinto Hamas a firmare”, mentre gli americani facevano pressione su Israele
Pizzaballa: “Da accordo fiducia necessaria verso pace”
“Indubbiamente è una bella notizia. La strada verso la pace è lunga ma bisogna cominciare in qualche modo. Questi gesti, soprattutto la liberazione degli ostaggi e dei prigionieri, il parziale, almeno iniziale ritiro dell’esercito israeliano, danno quella fiducia necessaria per continuare“, commenta quindi il patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa al Sir.
“Questa prima fase ne aprirà delle altre – prosegue il cardinale Pizzaballa – e creerà un clima nuovo che aiuterà anche nella distribuzione degli aiuti. Tornare alla normalità, alla vita ordinaria non si potrà ancora perché la situazione è disastrosa, ma è necessario cominciare a ripensarla”