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5 Novembre 2025 21:11

Trani: tutti assolti nel processo per il rating italiano

Il Tribunale ha assolto dall'accusa di manipolazione del mercato cinque tra analisti e manager dell'agenzia Standard & Poor's e la stessa società. Le accuse riguardavano il taglio al giudizio italiano. L'ennesima farsa delle procure italiane a caccia di protagonismo

Il Tribunale di Trani ha assolto dall’accusa di manipolazione del mercato 5 tra analisti e manager di Standard & Poor’s e la stessa società di rating. La procura di Trani (all’epoca dei fatti retta dal dr.Carlo Maria Capristo l’ attuale procuratore capo di Taranto ) aveva richiesto la condanna a due anni per Deven Sharma, all’epoca dei fatti presidente mondiale di S&P; a 3 anni ciascuno per Yann Le Pallec, responsabile per l’Europa, e per gli analisti del debito sovrano Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer. Il pm. Michele Ruggiero aveva chiesta una condanna per S&P  alla sanzione di 4,6 milioni di euro.

L’inchiesta riguarda il declassamento di due gradini del rating dell’Italia che le agenzie di rating decisero tra il 2011 e il 2012 e che, secondo l’accusa, avrebbe provocato “una destabilizzazione dell’immagine, del prestigio e degli affidamenti creditizi dell’Italia sui mercati finanziari nazionali ed internazionali”, un deprezzamento dei titoli di Stato e un indebolimento dell’euro. All’epoca, l’allora premier Mario Monti parlò di “un attacco all’euro e all’Europa“.

Standard & Poor’s ha sostenuto che nessuna di queste accuse è stata dimostrata da prove degne di questo nome. Nessun testimone, nemmeno quelli dell’accusa, hanno mai avvalorato queste tesi“.

 Le udienze spiegano i legali della società americana –  hanno ripetutamente dimostrato che le analisi di Standard & Poor’s sono state coerenti con le valutazioni pubblicate dalla Banca d’Italia e dalle maggiori istituzioni sovranazionali, e più volte hanno mostrato la solidità dei nostri processi di rating“.

Un’ennesima figuraccia per il nostro Paese causata dalla voglia di protagonismo dei soliti magistrati affamati di notorietà e telecamere, che sono andati in udienza con le cravatte tricolore. Peccato che adesso quella bandiera l’abbiano fatta cadere nel ridicolo.

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