La procura di Caltanissetta guidato dal procuratore Salvatore De Luca, ha disposto perquisizioni, eseguite dai Carabinieri del Ros, in tre abitazioni fra Caltanissetta e Catania dei familiari dell’ex procuratore della repubblica di Caltanissetta Giovanni Tinebra, deceduto nel 2017. Nelle abitazioni situate nelle province di Caltanissetta e di Catania, spiega la procura in una nota, si cerca di rinvenire la famosa “agenda rossa” di Paolo Borsellino, anche alla luce dell’appartenenza di Tinebra alla loggia massonica coperta di Nicosia, città in cui il magistrato è stato in servizio presso la Procura della Repubblica ininterrottamente dal 1969 al 1992.
In uno degli appartamenti gli investigatori del Ros hanno trovato una borsa appartenuta a Tinebra, è ancora piena di documenti che i magistrati definiscono interessanti. Un blitz simile era scattato un anno fa, nelle abitazioni dei familiari di La Barbera: anche quella volta, i carabinieri avevano trovato una borsa con numerosi documenti. E in particolare alcuni estratti conto in cui sono segnati degli strani versamenti in contanti fra il 1990 e il 1992, per 114 milioni delle vecchie lire. legittimo chiedersi: da chi arrivavano quei soldi? Indagando sul superpoliziotto con in tasca una tessera dei Serizi Segreti italiani, il procuratore Salvatore De Luca, l’aggiunto Pasquale Pacifico, i sostituti Nadia Caruso, Claudia Pasciuti e Davide Spina sono arrivati a Tinebra

È stato acquisito agli atti del procedimento penale per strage e depistaggio, scrive la procura, un appunto 20 luglio 1992 , il giorno dopo la strage Borsellino, firmato da Arnaldo La Barbera, a quel tempo dirigente della squadra mobile di Palermo. Nell’appunto ritrovato e citato dalla procura si legge “In data odierna, alle 12 viene consegnato al dr. Tinebra, uno scatolo in cartone contenente una borsa in pelle ed una agenda appartenenti al Giudice Borsellino“. Uno strano verbale in quanto a Caltanissetta non c’è traccia di questa comunicazione.
“Detto appunto privo di qualsiasi sottoscrizione per ricevuta di quanto indicato da parte del dott. Tinebra – scrive la procura oggi – non era mai stato trasmesso a quest’ufficio nell’ambito delle indagini per la strage di via D’Amelio, nè il dott. La Barbera ne aveva mai fatto menzione nel corso delle sue escussioni. Gli specifici accertamenti svolti da quest’ufficio non hanno consentito di verificare che detta consegna sia effettivamente avvenuta nelle mani del dott. Giovanni Tinebra, nè che l’agenda in questione fosse effettivamente l’agenda rossa e non altra agenda appartenuta al dott. Borsellino poi effettivamente rinvenuta. Non può sottacersi che, in ogni caso, tale borsa sarebbe pervenuta nella disponibilità del dott. La Barbera il 19 luglio sera e, secondo la su indicata nota, sarebbe stata consegnata nella tarda mattinata del 20 luglio ’92, con la conseguenza che il detto La Barbera avrebbe avuto tutto il tempo di prelevare o estrarre copia della più volte citata agenda rossa. Nel corso delle perquisizioni e’ stata acquisita documentazione al vaglio di questa autorità giudiziaria“.
Adesso i magistrati della procura di Caltanissetta ritengono di avere raggiunto la certezza che Tinebra era anche un massone riservato: “Componente di una loggia coperta nella città di Nicosia (Enna)”, località dove fu procuratore fra il 1969 e il 1992. Una loggia segreta,“Terzo Oriente”, che assomiglia molto a quella di cui parlò tanti anni fa il pentito Gioacchino Pennino: ” è sorta sulle ceneri della P2 e al pari della P2 — mise a verbale — si proponeva di affiliare coloro di cui non si poteva rendere manifesta l’appartenenza massonica, al fine di creare un organismo capace di gestire il potere al di sopra dei partiti e del governo. Ne faceva parte anche l’imprenditore Buscemi“. Quello di Buscemi è uno dei nomi citati nel rapporto mafia e appalti su cui Paolo Borsellino voleva indagare. Alcuni anni fa, la procura di Napoli intercettò un massone, Salvatore Spinello, che diceva: “Tinebra è dei nostri, era della loggia di Nicosia… ma naturalmente quando vado là, non vado pubblicamente ad abbracciarlo”.