La vendita, sfumata, di navi e aerei militari italiani alla Colombia è finita in tribunale. La procura di Napoli ha iscritto nel registro degli indagati Francesco Amato e Emanuele Caruso,, 38 e 43 anni, i due broker pugliesi ora accusati di sostituzione di persona e truffa. Il fascicolo è stato aperto dalla Procura di Napoli lo scorso 5 marzo, quando il deputato di Italia Viva Gennaro Migliore e l’ambasciatore rispettivamente presidente e segretario generale dell’Assemblea parlamentare del Mediterraneo, un’organizzazione internazionale con sede a Napoli che riunisce delegati di 30 Paesi delle due sponde del “Mare Nostrum”, hanno denunciato l’uso abusivo da parte dei due brokers pugliesi di documenti falsi con contrassegno e logo simili a quelli della Amp.

I brokers Caruso e Amato si qualificavano rispettivamente come segretario generale responsabile per le relazioni in America Latina di associazioni internazionali come l’Associazione Polizia mediterranea e la Camera mediterranea per l’industria e l’impresa.
Su delega del procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, la Digos della Questura del capoluogo campano ha perquisito gli uffici ed abitazioni di Amato e Caruso alla ricerca di elementi che possano dimostrare come i due «si siano accreditati» presso «istituzioni internazionali», come riportato nel decreto di perquisizione, allo scopo di fare affari. Si indaga anche su un’altra circostanza emersa da fonti giornalistiche, vale a dire la lettera di presentazione che sarebbe stata inviata a ottobre 2021 a Fincantieri e Leonardo nella quale i due si presentavano come “consiglieri del ministero Affari Esteri della Colombia”.
«Utilizzo di credenziali false per proporsi come negoziatori nella compravendita di armamenti alle forze armate colombiane del valore di 4 miliardi di euro» con le società pubbliche italiane Fincantieri e Leonardo. Operazione nella quale era coinvolto ed interessato anche l’ex presidente del consiglio Massimo D’Alema. Le associazioni Associazione Polizia mediterranea e la Camera mediterranea per l’industria e l’impresa, create da Francesco Amato ed Emanuele Caruso, millantavano il patrocinio, mai realmente concesso, della Amp, utilizzandone i simboli in più di un’occasione.


Per portare a buon fine l’affare, Emanuele Caruso era entrato in contatto, attraverso un conoscente di Francesco Amato, anche con l’ex premier Massimo D’Alema il quale Intervistato da Repubblica, ha raccontato di essersi limitato a mettere in contatto i due con Leonardo e Fincantieri, di averlo fatto gratuitamente, senza aver avuto alcun incarico dalle due aziende italiane e di essersi mosso anche perché entrambe le società sono clienti importanti di Ernst&Young, il network di consulenza di cui l’ex leader politico è presidente dell’advisor board. Purtroppo per D’ Alema le registrazioni audio trasmesse dal programma “Striscia la Notizia” contenenti la sua voce sembrerebbero dire ben altro.
Dopo giorni di polemiche mediatiche, la Procura di Napoli ha deciso di accelerare le indagini e dall’analisi della memoria informatica, gli investigatori confidano di scovare nuove tracce e indizi su questa trattativa miliardaria portata avanti con carte false.