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29 Aprile 2024 03:46
29 Aprile 2024 03:46

Operazione “Scialandro”: perquisizioni ed arresti nei confronti del mandamento mafioso di Trapani

L’operazione congiunta denominata “Scialandro”, durata due anni, cui hanno lavorato la D.I.A. di Palermo e Trapani, la Squadra Mobile della Questura di Trapani, nonché il citato Nucleo Investigativo dell’Arma dei Carabinieri di Trapani, ha permesso di raccogliere a loro carico gravi indizi di colpevolezza per reati di natura associativa di stampo mafioso o comunque per reati connotati dall’aggravante mafiosa

La Direzione Investigativa Antimafia, la Polizia di Stato di Trapani ed il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Trapani hanno dato esecuzione all’ ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, con cui sono state disposte 21 misure restrittive, di cui 17 in carcere e 4 ai domiciliari, nei confronti di altrettante persone ritenute appartenenti alle famiglie mafiose di Custonaci, Valderice e Trapani, appartenenti al mandamento di “cosa nostra” del capoluogo trapanese. L’ultima indagine coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Palermo diretta da Maurizio de Lucia colpisce i boss del mandamento mafioso di Trapani, ma anche gli insospettabili complici.

Contestualmente sono state eseguite numerose perquisizioni anche nei confronti di ulteriori soggetti indagati a piede libero ed è stata altresì acquisita documentazione tecnico-amministrativa e contabile presso il Comune di Custonaci: tra gli arrestati figura un esponente di spicco della precedente giunta municipale custonacese, mentre un ex sindaco e un consigliere comunale di maggioranza in carica, tutti indagati a piede libero, sono stati perquisiti.

Le intercettazioni disposte dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Gianluca De Leo e Giacomo Brandini l’hanno sorpreso mentre mostrava tutta la sua insofferenza per le manifestazioni in ricordo delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. Il 20 maggio 2022 l’ ex vice sindaco, Carlo Guarano fu intervistato mentre diceva: “Hanno sempre ’sto minchia di Falcone Borsellino Falcone Borsellino, porca della miseria” ed insofferenza verso l’antimafia e i cortei in ricordo dei nostri martiri. Esattamente come aveva esternato Matteo Messina Denaro in un vocale a un’amica: “Io sono qua, bloccato, con le 4 gomme a terra. Cioè non nel senso di bucate, ma bloccate perché sono sull’asfalto e non mi posso muovere. Per le commemorazioni di ‘sta minchia”.

L’operazione congiunta denominata “Scialandro”, durata due anni, cui hanno lavorato la D.I.A. di Palermo e Trapani, la Squadra Mobile della Questura di Trapani, nonché il citato Nucleo Investigativo dell’Arma dei Carabinieri di Trapani, ha permesso di raccogliere a loro carico gravi indizi di colpevolezza per reati di natura associativa di stampo mafioso o comunque per reati connotati dall’aggravante mafiosa.  Tra gli arrestati figura l’ex vicesindaco Carlo Guarano , esponente di spicco della precedente giunta municipale di Custonaci, mentre l’ex sindaco Giuseppe Morfino ed un consigliere comunale di maggioranza in carica Alberto Oddo sono indagati a piede libero e hanno subito, come altri, delle perquisizioni.

Secondo gli inquirenti, Guarano, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, sarebbe stato eletto con i voti dei clan e sarebbe stato un punto di riferimento in giunta per le cosche. “Ancora un’altra vita ha… altri cinque anni si deve… a lui…a lui in questi cinque gli è servito di fare scuola guida… ora deve portare la macchina..”, dicevano di lui due mafiosi intercettati, parlando del ruolo che aveva avuto il politico nel favorire i loro affari e di quel che ancora avrebbe potuto fare.

Nello specifico, le indagini hanno portato alla luce sinergie e rapporti opachi tra esponenti della vecchia amministrazione comunale di Custonaci e le consorterie mafiose grazie ai quali queste ultime riuscivano ad imporre all’ente locale i nominativi dei beneficiari di contributi solidaristici per far fronte alle condizioni di disagio economico dovuto alla pandemia da Covid-19, o a pilotare l’affidamento di appalti pubblici in favore di ditte colluse o a loro riconducibili, anche per interposta persona, una delle quali aveva proceduto all’assunzione fittizia di un ergastolano allo scopo di consentirgli di beneficiare della semilibertà.

Il controllo socio-economico del territorio veniva attuato anche attraverso estorsioni e intimidazioni nei confronti dei titolari di aziende agricole per dissuaderli dall’acquisto di terreni finiti nel mirino dei sodalizi mafiosi.  “Al Comune di Custonaci c’era un giunta parallela — hanno scritto i magistrati — composta da associati mafiosi, politici e imprenditori, in grado di condizionare l’attività amministrativa locale, permeata dall’interferenza mafiosa e diventata strumento di controllo del territorio e dell’economia locale“.

Gli arrestati

In carcere sono finiti: Pietro Armando Bonanno, nato a Trapani, 64 anni; Andrea Maurizio Buzzitta, nato a Erice, 55 anni; Giuseppe Costa, nato a Custonaci, 60 anni; Santo Costa, nato a Erice, 63 anni; Gaetano Gigante, nato a Trapani, 65 anni; Luigi Grispo, 41 anni, nato a Erice; Vittorio Giuseppe Grispo, 40 anni, nato a Erice; Carlo Guarano, 57 anni, nato a Custonaci; Andrea Intercola, 33 anni, nato a Palermo; Francesco Lipari, nato a Trapani, 63 anni; Paolo Magro, 59 anni, nato a Custonaci; Giuseppe Maltese, 66 anni, nato a Valderice; Vito Manzo 60 anni, nato a Trapani; Giuseppe Maranzano, 59 anni nato a Valderice; Vito Mazzara, 75 anni nato a Custonaci; Roberto Melita, 57 anni nato a Trapani, Francesco Todaro, 68 anni.

Ai domiciliari sono finiti: Gaetano Barone, 72 anni, nato a Valderice; Mario Mazzara, 74 anni nato a Custonaci; Mariano Minore, 71 anni, nato a Trapani, Giuseppe Zichichi, 79 anni, nato a San Vito Lo Capo.

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