
All’epoca delle presunte irregolarità la ditta di famiglia era intestata alla mamma del vicepremier, Paolina Esposito che in quanto insegnante e dipendente pubblica, per legge non può ricoprire incarichi aziendali. Il padre del ministro al centro delle polemiche per le denunce di lavoro nero peraltro non era titolare di alcuna azienda .
Cerchiamo quindi ricostruire la complicata storia degli “affari” della famiglia Di Maio. Come ben noto ai nostri lettori tutto è partito da un’inchiesta delle “Iene“, che hanno intervistato un operaio edile , Salvatore Pizzo, il quale ha dichiarato di aver lavorato in nero per l’azienda edile gestita dal padre del ministro, che si chiama Ardima Costruzioni. Circostanza questa che lo stesso Luigi Di Maio ha dovuto ammettere davanti al microfono e la telecamera dell’inviato Filippo Roma.
Antonio Di Maio, classe 1950, padre dell’attuale ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, è nato e cresciuto a Pomigliano d’Arco, e non possiede alcuna azienda. Incredibile ma vero ! Dalla visura camerale effettuata da settimanale l’Espresso è venuto alla luce che il padre di Di Maio non ha intestate a suo nome azioni o quote di società. In passato è stato titolare e proprietario della Di Maio Antonio, una ditta individuale di Pomigliano, specializzata nella realizzazione di tetti, che è stata cancellata dal Registro delle imprese delle Camere di Commercio nel 1995. Successivamente a partire dal 1997, è stato sindaco supplente del Consorzio Regionale di Edilizia Artigiana, che realizzava edifici residenziali, finito in liquidazione.

Ma come andava l’ ARDIMA srl negli anni precedenti? Nel 2016 la società ha dichiarato poco più di 10.000 euro di utili, cioè il 5% su un giro d’affari di poco superiore ai 200 mila euro. Consultando online la documentazione depositata nel 2013 alla Camera dei Deputati, si evince che l’allora deputato Di Maio non aveva segnalato nell’apposita dichiarazione patrimoniale la sua partecipazione al 50 per cento nella Ardima. Omissione colmata però nel 2014.
Occupiamoci di Paolina Esposito madre di Luigi di Di Maio. La signora è un dirigente scolastico statale, preside dell’Istituto Comprensivo “Giovanni Bosco”di Volla, provincia di Napoli, dopo aver fatto dal 1980 la professoressa in Istituti scolastici di primo e secondo grado del circondario. Occorre seguire attentamente le date: dal 2001 al 2015 è stata docente di ruolo al Liceo “Imbriani” di Pomigliano d’Arco e, contestualmente titolare dell’azienda di famiglia. Tutto ciò in violazione della legge italiana che non lo permette. Infatti l’ articolo 60 del Decreto del Presidente della Repubblica del marzo 1957 e l’articolo 53 del Testo Unico del Pubblico Impiego (decreto legislativo n° 29 del 1993) stabilisce che i dipendenti pubblici non possono svolgere attività imprenditoriale, oppure assumere impieghi presso datori di lavoro privati, assumere cariche in società con scopo di lucro, esercitare attività di carattere commerciale o industriale e svolgere incarichi retribuiti non attribuiti dall’amministrazione di appartenenza.
I dipendenti pubblici possono diventare imprenditoriesclusivamente a patto di ottenere un’autorizzazione speciale dall’amministrazione di appartenenza. Ma si tratta di casi molto rari ed è assai difficile che la signora Paolina Esposito l’abbia ottenuto a suo tempo. Infatti per i lavoratori pubblici a tempo pieno come la Esposito si presume che questi non abbiano il tempo necessario per svolgere un doppio lavoro senza compromettere l’efficienza dell’impiego pubblico: in questi casi si è in presenza di incompatibilità assoluta.
Ricapitolando il tutto : la signora Paolina Esposito, è un’insegnante, è stata la titolare dell’azienda Ardima Costruzioni nel periodo in cui sarebbe stato denunciato l’abuso di lavoro nero. Se tutto questo trovasse conferma, la mamma del vicepremier Di Maio ha quindi violato le norme di legge in materia fiscale e contributiva, omettendo di versare imposte e contributi all’Erario, all’Inps e all’Inail , e tutto ciò a vantaggio del proprio patrimonio che, successivamente ha donato ai figli Luigi e Rosalba.