MENU
19 Settembre 2025 10:03

Nessun accordo su cigs per l’ ex-Ilva: per i sindacati non ci sono le condizioni

Acciaierie d' Italia: "Non c’è più tempo". Prossimo tavolo al ministero Lavoro mercoledì 24 settembre

Fumata nera al ministero del Lavoro. Non si è raggiunto nessun accordo dopo quasi quattro ore di confronto sulla cassa integrazione straordinaria richiesta da Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria per 4.450 dipendenti (400 in più rispetto ai numeri attuali). La situazione evidenziata dai rappresentanti dell’azienda è drammatica, AdI si trova di fronte a “crescenti squilibri finanziari” impossibili da fronteggiare all’attuale livello di produzione e più il tempo passa più la forbice tra costi alti e ricavi sempre più bassi si allarga.

La posizione dell’azienda

“Il tempo – avrebbero detto – è il nostro peggior nemico”. Il moinistero di via Flavia tira le fila e fissa una deadline al 24 settembre, giorno in cui terminerà l’iter di esame congiunto, spiegando che, se anche un’intesa non sia “obbligatoria”, visto che la cigs è già prevista dalla legge, serve una “condivisione sociale in un momento complicato” a cui si somma la procedura di vendita in corso. Non c’è “nessuna pistola” puntata alla testa delle tute blu, e tuttavia a fronte di un accordo, la scadenza del 24 potrebbe slittare di qualche giorno fino ad una settimana, avrebbero chiarito i tecnici. Ma i sindacati sono irremovibili: per ora non ci sono le condizioni. Prima, affermano, il governo deve “fare chiarezza” sul destino dell’ex Ilva e deve dare risposte “politiche” a Palazzo Chigi. L’orologio continua a ticchettare, quindi, in attesa che la richiesta di Fiom, Fim e Uilm si concretizzi in una eventuale convocazione; intanto è stato fissato il prossimo incontro al ministero del Lavoro per la mattinata del prossimo 24 settembre.

Il problema del tempo, quindi, rimane. “Il mercato è in calo e i ricavi diminuiscono sempre di più”, avrebbe spiegato, Claudio Picucci, il responsabile delle risorse umane di AdI evidenziando che l’ultimo appuntamento a via Flavia risale al 25 giugno, seguito da “tanti rinvii” che stanno bruciando le risorse dell’azienda. Ma quei rinvii, avrebbe replicato il dicastero, servivano ad “avere informazioni dal livello superiore”, e sono stati “fatti in buona fede per accompagnare scelte che venivano fatte in altri tavoli”, cioè quello politico gestito dall’esecutivo. In ogni caso però, la produzione attuale “non è sufficiente per reggersi in piedi: ci riusciamo grazie a finanziamenti pubblici”, che però vanno sfruttati in maniera oculata, avrebbe evidenziato Maurizio Saitta, direttore generale della società.

Quindi, l’istanza con i nuovi numeri di cassa determinerebbe condizioni che, salvo imprevisti, potrebbero traghettare l’Ilva fino alla fine l’iter di vendita; una procedura che “è necessario concludere subito” perché “ogni giorno che passa è un granello di difficoltà e di disvalore”. E per questo la posizione è di totale apertura: “Siamo pronti a cercare un accordo per gestire questa fase. Vorremmo fare altro, ma abbiamo dei doveri istituzionali”, avrebbe aggiunto Picucci. Anche perché il piano di marcia è confermato: fino alla fine di marzo 2026 si andrà con un solo altoforno, dopodiché all’Afo2 si affiancherà anche Afo4. Si attende il dissequesto di Afo1, che – secondo l’azienda – potrebbe arrivare entro una decina di giorni; ed in caso di esito positivo serviranno poi circa sei mesi e mezzo per rimetterlo in moto.

La posizione dei sindacati metalmeccanici rimale rigida e compatta e chiede una convocazione da parte del governo, una posizione politica che indichi il senso di marcia degli stabilimenti dell’Ilva. “È stato un incontro duro, dai toni drammatici. Non abbiamo accettato l’impostazione dell’aumento dei numeri della cassa integrazione perché è ora di fare chiarezza su cosa il governo vuole fare di questa azienda”, ha dichiarato Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la FiomCgil. “Nonostante riconosciamo l’importanza di dover dare copertura ai lavoratori con la cassa integrazione, non ci sono le condizioni: questo incontro è stato anticipato da rinvii con date che si rimbalzavano, che è il sintomo di una mancata chiarezza da parte del governo di qual è la direzione che bisogna prendere”, ha aggiunto Valerio D’Alò, segretario nazionale FimCisl.

Questa situazione ha affermato Rocco Gambardella, segretario nazionale Uilm “è il risultato dell’indecisionismo e delle mancate scelte del governo e delle istituzioni locali sull’individuare una soluzione alla crisi del più grande gruppo siderurgico italiano e del suo indotto”, . Per tutte e tre le organizzazioni sindacali non possono essere i lavoratori a “pagare il prezzo dei ritardi” e delle necessità finanziarie dell’azienda, né delle vicissitudini della gara per l’acquisizione degli impianti, dove pare – secondo alcune indiscrezione di stampa – che gli azeri di Baku abbiano fatto un passo indietro lasciando la partita nelle mani di Jindal e degli americani di Bedrock. “Serve chiarezza su dove si vuole andare a parare. Ci attendiamo quanto prima che questa chiarezza venga fatta nell’atteso, già richiesto, prossimo incontro a Palazzo Chigi”, è stata quindi la posizione unanime dei sindacati.

TAGS

Sostieni ilcorrieredelgiorno.it: il tuo contributo è fondamentale

Il tuo sostegno ci aiuta a garantire la nostra informazione libera ed indipendente e ci consente di continuare a fornire un giornalismo online al servizio dei lettori, senza padroni e padrini. Il tuo contributo è fondamentale per la nostra libertà.

Grazie, Antonello de Gennaro

Articoli Correlati

La Regione Puglia investe in digitalizzazione per l’export 
Giustizia, semaforo verde della Camera alla riforma: tensione e rissa in Aula con la seduta sospesa
Oggi le dimissioni del cda Mediobanca
Oggi il voto definitivo alla Camera sulla riforma della giustizia. Meloni-Tajani: "La chiudiamo con il referendum"
Bova sentito in procura per gli audio rubati. Indagato il pr Monzino
Michele Cicala e Pietro Buscicchio condannati a 3 anni per la truffa sul gasolio. Esclusa l'aggravante mafiosa
Cerca
Archivi
Nessun accordo su cigs per l' ex-Ilva: per i sindacati non ci sono le condizioni
Rai e Comune siglano intesa per il Festival di Sanremo
La Regione Puglia investe in digitalizzazione per l’export 
Giustizia, semaforo verde della Camera alla riforma: tensione e rissa in Aula con la seduta sospesa
Oggi le dimissioni del cda Mediobanca

Cerca nel sito