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28 Aprile 2024 07:08
28 Aprile 2024 07:08

Morto Paolo Graldi, un “grande” del giornalismo italiano: aveva 81 anni

E' stato il primo giornalista a intervistare per la televisione Ali Agca e, sul Corriere della sera, il primo a intervistare il superpentito Tommaso Buscetta. La mafia e prima gli anni di piombo del terrorismo. Insieme a quello di Alfonso Madeo, c’era anche il suo nome nelle lista delle Brigate Rosse che uccisero un altro grande giornalista presente in quell’elenco: Walter Tobagi.

Il giornalista Paolo Graldi si è spento nella notte a Roma all’età di 81 anni nella clinica Pio XI dove era ricoverato a seguito di una lunga malattia. Nato a Bologna il 27 maggio del 1942., nella sua lunga carriera, Graldi ha lavorato al Corriere della Sera e ha diretto i quotidiani Il Mattino e Il Messaggero. Nel curriculum di Graldi anche la presidenza della Scuola Superiore di Giornalismo presso l’Università Internazionale Luiss di Roma.

Da cronista a direttore quella di Graldi è stata una vita spesa tra carta stampata e tv, svolta con passione, competenza e professionalità. Ha raccontato negli anni ’70 e ’80 i principali fatti di mafia e di terrorismo ed ha collaborato accanto a Sergio Zavoli e Enzo Biagi a trasmissioni Rai di grande successo, fino ad arrivare alla guida di due quotidiani dalla storia secolare come ‘Il Mattino‘ e ‘Il Messaggero’, distinguendosi come direttore per la sua signorilità, equilibrio e correttezza.

Dopo il giovanissimo esordio su alcune testate locali, Paolo Graldi si era trasferito a Roma: per sei anni lavorò come “abusivo” (“oggi si direbbe precario“, come amava ripetere con ironia) a ‘Paese Sera‘, da lui considerata un’autentica nave scuola, aperta a molti giovani. Nel 1975 Piero Ottone lo chiamò al ‘Corriere della Sera‘ dove resterà per vent’anni, prima cronista giudiziario, poi inviato speciale e da ultimo capo della redazione romana.

Vice direttore con Sergio Zavoli al ‘Mattino‘ di Napoli, nell’ottobre 1994 Paolo Graldi venne nominato direttore dalla Fondazione Banco di Napoli, rimanendo al timone del quotidiano fino al 2001, quando l’editore Franco Gaetano Caltagirone gli affidò la direzione de ‘Il Messaggero’ per tre anni, per poi nominarlo direttore editoriale del gruppo.

Paolo Graldi è stato editorialista del gruppo Caltagirone, scrivendo per ‘Il Messaggero’, ‘Il Mattino‘ e ‘Il Gazzettino‘ di Venezia, diventando anche un volto noto come commentatore e opinionista per la tv. E proprio il piccolo schermo ha accompagnato a lungo la sua attività giornalistica i, che lo ha portato a collaborare a quasi tutte le trasmissioni Rai di Enzo Biagi ed è stato caporedattore con Sergio Zavoli a ‘La notte della Repubblica‘ e ‘Viaggio intorno all’uomo‘. Ha firmato per Raiuno le inchieste ‘Io e il fumo’, Io e il telefono’, ‘Io e il Cibo‘ e numerosi servizi per ‘Scatola aperta’. Per Rai Parlamento Paolo Graldi ha condotto per tre anni ‘Parole in gioco’ e per La7 ha firmato la serie biennale di ‘Effetto domino, tutto fa economia‘. Numerose le trasmissioni radiofoniche dirette e condotte per la Rai. Ha firmato, inoltre, la sceneggiatura di alcuni film per la tv, tra i quali ‘Il caso Lafarge‘, ‘Il caso Stawinsky’, ‘Ladri e quadri’.

E’ stato il primo giornalista a intervistare per la televisione Ali Agca il terrorista che aveva cercato di uccidere il Papa, e, sul Corriere della sera, il primo a intervistare il superpentito Tommaso Buscetta. La mafia e prima gli anni di piombo del terrorismo. Insieme a quello di Alfonso Madeo, c’era anche il suo nome nelle lista delle Brigate Rosse che uccisero un altro grande giornalista presente in quell’elenco: Walter Tobagi

La sua carriera è stata coronata da numerosi riconoscimenti, tra i quali il Premio Ischia Internazionale di Giornalismo, il Premio Scanno, il Premio Città di Roma, il Premio Città di Milano e il Premio giornalistico Gargano ‘Vincenzo Afferrante’.

Per chi vorrà salutarlo i funerali si svolgeranno il giorno 2 gennaio alle ore 11:00 presso la Chiesa di San Salvatore in Lauro a Roma.

ADDIO PAOLO, VECCHIO AMICO MIO

di Antonello de Gennaro

Avverto un grande vuoto dentro di me: la perdita di un “fratello”, di un grande e vero amico, di un maestro e giornalista di razza: Paolo Graldi.

Un altro pezzo della mia vita che se ne va, un altro brutto scherzo del destino che mi porta via una delle persone più c are a cui devo molto: consigli, esperienza, e sopratutto amicizia vera,. Potrei stare qui a raccontare aneddoti, interminabili serate passate insieme, confessioni reciproche, risate, sfoghi, ma è più giusto conservare e custodire gelosamente quel patrimonio umano che Paolo mi ha lasciato.

Più volte aveva cercato di portarmi al suo fianco quando ha assunto la direzione dei quotidiani Il Mattino, Il Messaggero, così come direttore editoriale del Gruppo Caltagirone Editore (del cui presidente Franco Caltagirone era amico fraterno) mi aveva offerto la direzione di alcuni giornali del gruppo. Che da “pazzo” quale sono ho sempre gentilmente declinato. Uno dei più bei complimenti che ho ricevuto è il suo: “vedi Antonello – mi disse un giorno a casa sua – io ti voglio bene e ti ammiro per la tua umiltà. la tua passione per il nostro lavoro, la tua intelligenza e curiosità viva. Sai, non mi sono mai offeso quando rifiutavi le mie proposte di lavoro, perchè capivo che sei un “puledro” di razza e che ami correre libero per la tua strada senza che nessuno indirizzi le redini” ed aggiunse “corri Antonello ed ascoltami: non fermarti mai”.

Questo era Paolo Graldi, un fratello che sto piangendo e che mi mancherà, e mi chiedo come farò adesso senza i suoi consigli di cui era prodigo e generoso come nessun altro. Ciao Paolo, adesso finalmente hai finito di soffrire. Un giorno ci rivedremo lassù e continueremo le nostre chiacchierate e risate. Mi mancherai ma sarai sempre nel mio cuore. Buon viaggio.

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Grazie, Antonello de Gennaro

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