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30 Aprile 2024 03:32
30 Aprile 2024 03:32

L’ex pm Savasta interrogato a Lecce per 8 ore

La Procura di Lecce ha ricostruito il "tesoretto" del giudice, che risulta essere proprietario di 22 unità immobiliari e di 12 terreni nella provincia di Bari, cui si aggiungono altre 8 unità immobiliari (più un terreno) intestati alla moglie dell’ex magistrato della Procura di Trani che però non risulta indagata. 

ROMA – L’interrogatorio in carcere a Lecce dell’ex pm di Trani Antonio Savasta arrestato per corruzione il 14 gennaio scorso dalla magistratura salentina assieme al collega ex gip tranese Michele Nardi, è durato otto ore alla presenza del suo legale Massimo Manfreda, e del pm di Lecce Roberta Licci, titolare del fascicolo d’indagine insieme al procuratore capo Leonardo Leone De Castris.

L’interrogatorio ha riguardato nuovamente la mole delle accuse contenute nelle oltre 800 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari Giovanni Gallo. Ma si è discusso anche di un nuovo evento corruttivo, una tangente di 400mila euro di cui ha riferito l’imprenditore di Trani titolare dell’agenzia di viaggi dove erano stati emesse i biglietti delle vacanze di lusso  pagate dalla vittima principale, cioè l’imprenditore edile di Corato Flavio D’Introno,  delle quali avrebbero goduto i due magistrati, cioè Savasta e Nardi.

Ma vi è anche qualcosa di cui non si è parlato, e cioè  uno degli ultimi episodi emersi dall’inchiesta dei  Carabinieri della Compagnia di Barletta e dei finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziario della Guardia di Finanza di Lecce: un episodio legato ai 550mila euro che l’imprenditore Francesco Casillo avrebbe versato nel 2006 a Savasta e Nardi che all’epoca dei fatti erano rispettivamente pm e gip di Trani,  per ottenere la revoca degli arresti suoi e dei tre fratelli.

La Procura di Lecce ha ricostruito il “tesoretto” del giudice, che risulta essere proprietario di 22 unità immobiliari e di 12 terreni nella provincia di Bari, cui si aggiungono altre 8 unità immobiliari (più un terreno) intestati alla moglie dell’ex magistrato della Procura di Trani che però non risulta indagata.

L’avvocato Manfreda all’uscita del carcere si è detto soddisfatto dell’esito dell’interrogatorio. “Una lunghezza necessaria per fornire i dovuti chiarimenti. La durata dell’interrogatorio è sintomatica dell’atteggiamento processuale che non è di chiusura. Ci sono delle cose sulle quali abbiamo lealmente fornito la nostra versione, ci sono altri aspetti su cui ci siamo confrontanti altrettanto lealmente e chiaramente“.

È stato il terzo interrogatorio e probabilmente l’ultimo almeno in questa fase.”  ha aggiunto l’ Avv. ManfredaNel corso dell’interrogatorio la difesa ha anche prodotto una sintetica memoria  difensiva .  Sette pagine inerenti questioni oggetto di imputazione e contestazioni provvisoria e sui risultati delle indagini“, ed ha concluso annunciando che “in settimana depositeremo istanza di sostituzione della misura cautelare con la concessione degli arresti domiciliari“.

 

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