Charles Leclerc ritrova il sorriso ad Austin dopo settimane complicate e un avvio di seconda parte di stagione in salita, , conquistando un prezioso terzo posto nel Gran Premio degli Stati Uniti 2025. Il monegasco della Ferrari ha completato un weekend in crescendo, chiudendo alle spalle di Max Verstappen e Lando Norris, dopo una gara gestita con intelligenza e coraggio strategico.
Quando sei sul ring e non hai ancora sentito la campana, non ti resta che continua a lottare. Fermarsi, per sfinimento o semplice stanchezza, rischia di essere deleterio, perché ti espone ai colpi dell’avversario. Per cui, McLaren e Red Bull devono semplicemente continuare a lottare: incredibile ma vero, la campana in questa lotta per il Mondiale Piloti non è ancora suonata.

Verstappen: che recupero in classifica
Sembra assurdo dirlo, pareva assurdo pensarlo. E invece, dopo Austin, il duello è diventato più che mai un triello. È una notizia che ha del clamoroso, se si pensa che appena quattro gare fa la McLaren sarebbe andata in scioltezza verso la doppietta se non fosse stato per il ko di Norris, mentre Verstappen vedeva il proprio ritardo in classifica toccare la tripla cifra. Era fine agosto, poco più di un mese e mezzo fa: in queste sette settimane, Max ha guadagnato qualcosa come 64 punti su Piastri tornando a mettere in discussione un titolo Piloti che a lungo era parsa faccenda ristretta ai soli due galletti di Woking. Su Norris, l’olandese ha invece guadagnato più o meno la stessa cifra: dopo Budapest il divario tra Lando e Max era di 88 lunghezze, scese a malapena a 26 dopo Austin: fanno ben 62 punti recuperati.
Ora, dalla vetta Verstappen dista “solo” 40 punti: restano tanti, ma non è proibito sognare. E chissà che oggi, Max, non cominci a rimpiangere i punti incolpevolmente lasciati per strada in Austria (tamponamento di Antonelli), oppure quelli della Spagna (errore del muretto più penalità) o addirittura dell’Inghilterra (testacoda in solitaria, l’unico vero grossolano errore di Max nel 2025). Un campionato talvolta può essere una lunga sequenza di “se”: l’importante, e vale anche per i McLaren, è sempre non farsi travolgere dai rimpianti, senza piangere sul latte versato e guardare avanti, sempre e comunque.

Austin conferma i progressi Red Bull
In questi numeri (pazzeschi) c’entra una ripresa del campionato dopo la pausa estiva che non ha affatto seguito il copione che si pensava potesse seguire. Un po’ perché, con la rivoluzione regolamentare alle porte, ci si aspettava tutti quanti un certo stallo nelle gerarchie; un po’ perché è stato sorprendente constatare dei passi in avanti così netti da una squadra, la Red Bull, che a luglio pareva rassegnata a lavorare soprattutto in ottica futura. Sorprende anche lo stato di forma della McLaren, non così in palla come era stata nella maggior parte delle gare europee. Max Verstappen, va da sé, è stato superlativo quest’anno ed in particolare nell’ultimo mese e mezzo: di certo è stato supportato da una Red Bull che ha saputo svoltare, come testimoniano anche i primi veri guizzi di Tsunoda a Milton Keynes.
Da qualche GP a questa parte, Red Bull riesce a presentarsi al venerdì con una base d’assetto molto più solida, senza essere costretta a quei tour de force in fabbrica al simulatore per trovare la quadra tra venerdì e sabato. Questo aiuta non poco, perché tecnici e piloti possono concentrarsi sui dettagli e non su un macro lavoro che dovrebbe essere completato già a casa. In più, sulla RB21 sono stati corretti certi vizi: ora la macchina soffre molto meno di “sconnessione”, nel senso che Max Verstappen si è detto molto più contento del bilanciamento generale e questo aiuta non poco, dato che l’olandese spesso si era lamentato di questo aspetto. La RB21, dunque, è molto cresciuta: nelle curve da media percorrenza la MCL39 resta davanti, ma per il resto a Milton Keynes hanno molto smussato le spigolature del loro progetto 2025.