di Ilaria Cerulla
Giro di vite per gli automobilisti incivili che gettano rifiuti dal finestrino dei veicoli in marcia o in sosta. La nuova normativa, introdotta con il Dl n. 116 recante ‘Disposizioni urgenti per il contrasto alle attività illecite in materia di rifiuti, per la bonifica dell’area denominata Terra dei fuochi, nonché in materia di assistenza alla popolazione colpita da eventi calamitosi’, è in vigore dal 9 agosto scorso. Si rischiano non solo multe salatissime – da 1.500 fino a 18.000 euro – ma anche la sospensione della patente o l’arresto nei casi più gravi.
Le nuove norme introdotte dal decreto
Il testo del decreto ha portato modifiche al Codice della strada e tra le novità c’è la possibilità di intervenire risalendo ai proprietari dei veicoli grazie agli impianti di videosorveglianza, sia pubblici che privati, che registrano la targa. Nell’era ante decreto per far scattare la sanzione era invece necessario cogliere sui fatti l’automobilista incivile.
“C’è sicuramente un inasprimento delle norme rispetto al Testo Unico Ambientale con la novità clamorosa dell’utilizzo della videosorveglianza non solo per reati penali, ma anche per il sanzionamento del Codice della strada: una semplice telecamera (a bordo di una pattuglia o quella comunale) può sanzionare l’abbandono di piccoli rifiuti, come fazzoletti, mozziconi di sigaretti o bottigliette di plastica, fino a quelli più pericolosi per cui si rischia anche la sospensione della patente, una pena accessoria non prevista fino ad oggi”, sottolinea Luigi Altamura, comandante della Polizia locale di Verona e referente Anci in Viabilità Italia
“Il rilascio dei rifiuti lungo le strade urbane è un problema che riguarda tutte le regioni d’Italia e può costituire sicuramente un deterrente la nuova normativa che prevede l’utilizzo delle telecamere, pubbliche e private – si pensi a quante ne esistono in città! – la sospensione della patente e l’arresto in flagranza differita (solitamente utilizzato per i tifosi allo stadio), quindi entro 48 ore, per chi abbandona rifiuti (pneumatici, batterie, amianto, etc.) in aree protette, vicino a fiumi o in zone già inquinate. La pena può andare da sei mesi a cinque anni e mezzo”, aggiunge il comandante Altamura, a giudizio del quale “da oggi ci sono nuovi forti strumenti per combattere l’inciviltà, ma non basta la normativa, servono controlli serrati e quindi l’impegno di tutte le forze dell’ordine, con le polizie locali che hanno personale specializzato”.