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19 Marzo 2024 10:18
19 Marzo 2024 10:18

La rivincita di Tamberi dopo la mancata partecipazione a Rio. Medaglia d’oro nel salto in alto alle Olimpiadi di Tokyo

L’Italia dell’atletica torna a vincere un titolo a cinque cerchi dopo tredici anni
di Alessia Di Bella

Su Instagram ieri Gianmarco Tamberi aveva scritto in un post: “Ore 12.00 italiane. Le mani al cielo, il cuore in gola, tutti in piedi sul divano….FINALE OLIMPICA!!! Un sogno che rincorro da anni e che con voi al fianco si sta trasformando in realtà. Non sto più nella pelle….SHOW TIME”. Tamberi aspettava il 2020. La notizia del rinvio delle Olimpiadi lo fa piangere. Lo scorso febbraio vola a 2.35. Poi però un tracollo. A fine giugno, fa registrare 2.20. “Forse sono un’illuso”, scrive sui social. Una settimana più tardi, al Continental Tour, arriva a 2.30. Ora “Gimbo” si è ripreso quello che gli è sfuggito cinque anni fa.

La sua frase di presentazione Su Instagram é: “Today is my day. “Oggi è il mio giorno”. Ha mantenuto la promessa: oggi è stato il suo giorno. Gianmarco Tamberi è meglia d’ oro nel salto in alto ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020. ‘Gimbo’ è campione olimpico insieme al qatariota Mutaz Barshim. I due infatti hanno concluso la gara a pari merito a 2.37 con lo stesso numero di errori complessivi e di fronte al giudice di gara hanno optato per il pari merito.

La medaglia d’oro delle Olimpiadi di Tokyo è la rivincita di Tamberi. Il 2016 è stato l’anno d’oro per l’atleta delle Fiamme Oro ma anche l’anno più triste. Tamberi vince il titolo italiano, quello europeo e mondiale. Il 15 luglio, a Monaco, va in scena la nona tappa della Diamond League. Tamberi salta a 2.39 metri ed eguaglia il record olimpico stabilito dallo statunitense Charles Austin ad Atlanta 1996. Tamberi però vuole saltare ancora più in alto. Sposta l’asticella, ma si fa male alla caviglia. Un infortunio che gli impedisce di volare a Rio.

La finale dell’alto è stata pirotecnica raggiungendo un livello tecnico straordinario. A 2.27 sono ancora in dodici, a 2.30 in dieci, a 2.33 in sette. Molti giocano a scacchi, contando gli errori. Gianmarco, anche in assenza di pubblico è riuscito a trascinare tutti con sé (compagni, avversari, tecnici e dirigenti in tribuna) e Mutaz compiono invece percorso netto: nessun nullo fino a 2.37. Con salti che fanno stropicciare gli occhi per quanto sono belli. È l’effetto-Giochi.

Tamberi non si esprimeva così dalla maledetta notte del meeting di Montecarlo 2016, quella dell’infortunio. Di colpo ha ritrovato la magia, teleguidato dalla tribuna dal papà-coach Marco. I dettagli tecnici che nella stagione all’aperto non gli avevano consentito di esprimersi come sa, mettendogli in testa diversi dubbi, si dissolvono di colpo.

Quella di Tamberi è una storia incredibile in particolare per quello che gli è successo cinque anni fa, quando nell’imminenza dei Giochi di Rio stabilì il nuovo record italiano a 2,39 e poi per tentare 2,41 si infortunò alla caviglia sinistra dovendo saltare l’Olimpiade: “Ho portato il gesso in pedana, non l’ho mai buttato perché per me significa tutto. Significa il giorno in cui ho deciso di provarci. Dopo l’infortunio ho passato una settimana a letto a piangere per tutti i sogni per cui ho lottato, per tutto il lavoro fatto. Un giorno ho deciso di riprovarci e quel giorno ho fatto scrivere da Chiara sul gesso ‘Road do Tokyo”: ‘Proviamoci perché se ci riesco sarà incredibile’. Ed è successo”.

“Non ci posso credere, ho sognato questo giorno da così tanto tempo…”. Gianmarco Tamberi è sempre se stesso, esuberante e sincero, naturale e incontenibile, figuriamoci dopo essere salito sul tetto del mondo, oro olimpico di salto in alto. “Ho passato ogni tipo di difficoltà pur di riuscirci, avevo questo sogno dentro da così tanto tempo e oggi l’abbiamo realizzato – dice a caldo ai microfoni Rai -. Dico ‘abbiamo’ perché penso a tutte le persone che l’hanno condiviso con me, tutto il team sanitario, con papà, con Chiara che mi è stata a fianco, ha messo i miei obiettivi davanti alla sua vita: ce l’abbiamo fatta! Abbiamo vinto le Olimpiadi dopo aver passato un infortunio terribile: io non ci posso credere. Finalmente posso dire che ne è valsa la pena”.

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha sentito al telefono Gianmarco Tamberi e Marcell Jacobs e si è congratulato con loro per gli storici ori olimpici nel salto in alto e nei cento metri. Il premier, a quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, ha parlato anche con il presidente del Coni Giovanni Malagò e ha invitato gli atleti a Palazzo Chigi, al ritorno da Tokyo, per festeggiare le loro vittorie.” Sono orgoglioso di voi, vi ho seguito. State onorando l’Italia” ha detto Draghi .

“Complimenti alle Fiamme Oro per gli eccezionali risultati di oggi. Le medaglie d’oro di Jacobs e Tamberi, che si aggiungono alla medaglia d’oro vinta nel canottaggio dall’agente scelto Federica Cesarini con la collega della Guardia di Finanza Valentina Rodini, ci riempiono di orgoglio come italiani e come appartenenti alla Polizia.  Le Fiamme Oro che ci hanno già regalato tre ori, tre argenti e 10 bronzi, anche in squadra con altri atleti delle Forze dell’Ordine, sono una assoluta eccellenza del Paese e ben rappresentano l’impegno, la dedizione, lo spirito di sacrificio e le capacità della Polizia di Stato. In questo momento di esultanza il mio pensiero va a tutte le donne e gli uomini della Polizia di Stato e delle Forze dell’Ordine che ogni giorno, con lo stesso impegno e la stessa dedizione lavorano al servizio del Paese, sul territorio, nelle strade, in gravosi servizi di ordine pubblico, spesso sottoposti ad attacchi tanto violenti quanto vili, che ne mettono a repentaglio l’incolumità. In questo momento di gioia, non dimentichiamo il collega della Polizia Stradale Marino Terrazza , travolto e ucciso da un’auto in Sardegna, mentre prestava aiuto a una donna in difficoltà. A tutti loro, ai nostri atleti, alle donne e agli uomini delle Forze dell’Ordine che servono il Paese va tutta la nostra gratitudine”. Così in una nota le dichiarazioni del Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Lamberto Giannini.

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