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20 Aprile 2024 11:49
20 Aprile 2024 11:49

Il Pr barese morto alla Magliana a Roma, trovate macchie di sangue in casa

L'esame dei tabulati telefonici e delle celle agganciate dal cellulare di Vitale dovrebbe consentire di ricostruire i contatti nelle sue ultime ore di vita del pr barese. Il suo telefono infatti è scomparso, così come i documenti dell'uomo, che è stato identificato solo grazie alle impronte digitali in quanto aveva dei precedenti penali.

Tracce di sangue erano visibili a occhio nudo nell’appartamento situato al quinto piano di via Pescaia, alla Magliana, nello stabile dal quale è volato al suolo la scorsa settimana il pr barese Francesco Vitale morto per i traumi dovuti alla caduta da quindici metri. L’appartamento era in disordine, ma quando gli uomini del Ris dei Carabinieri sono arrivati per gli accertamenti hanno immediato avvertito un fortissimo odore di varechina. Probabilmente le persone che hanno sequestrato Vitale avrebbero tentato di ripulire l’appartramento , senza riuscirvi, in quanto alcune tracce sembrano essere sfuggite a chi aveva cercato di cancellare ed occultare ogni possibile prova. Un primo esame dei medici che hanno effettuato l’autopsia rivela che sul corpo sono presenti “politraumi da caduta“, quindi al momento nulla che possa far capire se l’uomo è stato picchiato prima di precipitare dalla finestra carambolando su una bandiera e spezzando i fili del bucato dei condomini che abitano ai piani di sotto. 

Il proprietario dell’appartamento, al momento indagato per sequestro di persona, nell’interrogatorio effettuato dai Carabinieri del nucleo Investigativo, ha dichiarato che la mattina del 22 febbraio, quando Vitale è volato giù da casa sua, non fosse in casa. Ma anche la sua versione sulle tracce di sangue rilevate all’interno dell’ appartamento dai Carabinieri del RIS, non ha convinto, in quanto ha sostenuto di essersi tagliato alcuni giorni prima e che la presenza di quelle macchie risalgano alla ferita che si era procurato.

Le verifiche e le comparazioni con il sangue di Vitale potranno tuttavia essere eseguite solo quando la dinamica di quanto accaduto sarà più chiara: dovranno prima venire identificate tutte le persone sospettate di avere partecipato al “pestaggio”, dal momento che si tratta di accertamenti irripetibili ai quali è prevista dal codice di procedura penale la partecipazione anche dei difensori di eventuali indagati e le eventuali prove emerse dovranno essere utilizzabili in un eventuale processo.

Saranno adesso le operazioni di accertamento irripetibile a verificare e confermare se le macchie ematiche fossero dell’uomo arrivato da Bari per un incontro che gli è poi costato la vita. L’ipotesi investigativa al momento è che Vitale, sia stato sequestrato e picchiato. Gli investigatori coordinati dai pm Francesco Cascini e Francesco Minisci, titolari del fascicolo, non escludono l’ipotesi che il pr barese,si era indebitato per 500mila euro, possa essere stato buttato giù, anche se si valuta anche l’ipotesi in via di accertamento che sia caduto nel tentativo di sfuggire ai suoi aguzzini.

Il sequestro lampo di “Ciccio Barbuto” così si identificava sul socialnetwork Facebook la vittima avrebbe avuto come scopo quello di riscuotere da lui il debito maturato. L’inchiesta si è concentrata suoi sui rapporti con la malavita, inziando dai suoi contatti con pregiudicati come Daniele Carlomosti boss de La Rustica (quartiere di Roma) che quando non prestava la sua immagine in comparsate cinematografiche era “specializzato” nel torturare i suoi debitori in un’apposita stanza allestita con teli di plastica, e l’ex calciatore Alessandro Corvesi con un passato di centrocampista della Primavera della Lazio, il quale dopo essere stato beccato con 27 chili di cocaina aveva chiamato il boss albanese Elvis Demce per progettare l’omicidio di due magistrati. Due personaggi entrambi ben noti alle forze dell’ordine per avere elaborato in altre vicende giudiziarie delle violentissime azioni per il recupero di crediti maturati dalla cessione di droga. Non a caso le indagini del nucleo Investigativo dei Carabinieri del comando provinciale di Roma, sono indirizzate all’ambiente del narcotraffico.

L’esame dei tabulati telefonici e delle celle agganciate dal cellulare di Vitale dovrebbe consentire di ricostruire i contatti nelle sue ultime ore di vita del pr barese. Il suo telefono infatti è scomparso, così come i documenti dell’uomo, che è stato identificato solo grazie alle impronte digitali in quanto aveva dei precedenti penali  tra il 2003 e il 2007, aveva ricevuto due condanne per traffico di stupefacenti per un totale di poco meno di otto anni di detenzione carceraria. Attualmente era imputato a processo per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio – per dei fatti criminosi avvenuti tra il 1998 e il 2004 –, e gli investigatori ritengono fosse rimasto in contatto con la criminalità organizzata barese e tramite questa con altri gruppi operanti in Campania e nel Lazio

Circostanze queste che confermerebbero l’ipotesi investigativa del sequestro di persona. Vitale aveva parlato anche con suo fratello delle preoccupazioni che aveva per quei 500mila euro di debiti , motivo per il quale non avendo sue notizie, il fratello aveva presentato una denuncia a Bari facendo però riferimento a debiti di gioco.

“Ciccio Barbuto” il pr 45enne organizzatore delle serate di club cult come l’Amnesia ed il Cova Santa di Ibiza, ma anche per molte discoteche della Campania, attività con la quale probabilmente spacciava la droga acquistata, martedì era partito da Bari insieme alla sua compagna che era andata a Napoli, dalla famiglia, lui invece è arrivato a Roma per il suo ultimo appuntamento che si è concluso in via Pescaia. Da quel giorno non si è saputo più nulla. Ed il giorno dopo il suo corpo era finito dopo un volo di 15 metri sul selciato del cortile interno dell’appartamento alla Magliana.

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