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12 Ottobre 2024 06:07

I conti delle società della Boccia: due cancellate e una con i conti in rosso.

La signora Boccia ha avviato e tentato diverse attività economiche. Ma quasi tutte non sono andate a buon fine. Ha fondato a Scafati la Boccia Fashion sas  della quale la "bionda di Pompei" risultava essere il socio accomandatario, e nel 2012 ha aperto un'impresa individuale a Pompei, la M.R.B.

Gli inizi professionali di Maria Rosaria Boccia, la “bionda di Pompei” che ha terremotato il ministero della Cultura ed in particolare l’ormai ex-ministro Gennaro Sangiuliano, sono stati nei negozi di abbigliamento di famiglia a Pompei e in altri comuni del napoletano. Poi nel 2011 ha deciso di mettersi in proprio e diventare imprenditrice. Prima fondando a Scafati la Boccia Fashion sas di cui Maria Rosaria era socio accomandatario. E poi nel 2012 aprendo una impresa individuale a Pompei, la M.R.B. 

Profondo rosso per gli affari di Maria Rosaria Boccia.

Le attività imprenditoriali della 41enne di Pompei non hanno successo ed alcune, peraltro, si sono rivelate solo una perdita di tempo e soldi. In particolare la Cult comunication srl acquistata nel 2022 dalla pr napoletana Donata Liguori, che ha chiuso il bilancio del 2023 con una perdita di 2.323 euro.

La signora Boccia ha avviato e tentato diverse attività economiche. Ma quasi tutte non sono andate a buon fine. Ha fondato a Scafati la Boccia Fashion sas  della quale la “bionda di Pompei” risultava essere il socio accomandatario, e nel 2012 ha aperto un’impresa individuale a Pompei, la M.R.B. La prima aveva come oggetto sociale il “commercio al dettaglio di confezioni per adulti”, la seconda il “commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento”. Entrambe le due attività, attualmente risultano “cancellate” dal registro delle imprese. La Boccia Fashion sas  per il decesso improvviso del socio accomandante, Francesco De Martino.

È durato un po’ di più il punto vendita di abbigliamento nel comune di Scafati, che in Campania ha lanciato la Boccia come stilista, con le sue creazioni fatte sfilare anche in alcune manifestazioni locali e in un caso selezionate dalle istituzioni della moda di Milano per un concorso che aveva scelto 200 disegnatrici di moda fra le 1.500 che si erano presentate. L’episodio però ha contribuito a darle una certa notorietà come stilista soltanto in Campania .

Il grande salto della Boccia però è arrivato nel 2016, allorquando la stilista campana è stata improvvisamente selezionata per vestire le musiciste donne dell’orchestra vaticana che animava il tradizionale concerto di Natale condotto da Gerry Scotti su Mediaset. L’esordio deve avere convinto, perché la Boccia è stata confermata in quel ruolo ogni anno fino al 2021. E in quei cinque anni ha sempre postato sue fotografie e video fin dalle prove nell’auditorium della Conciliazione a Roma. Aggiungendo ovviamente selfie con i personaggi conosciuti in quella occasione: dallo stesso Scotti a Federica PanicucciArisaAl Bano e tanti altri artisti presenti al concerto di Natale.

I bilanci in perdita

Anche l’ultima iniziativa imprenditoriale con la Cult comunication srl non sembra essere andato bene. Nel 2023 il fatturato annuale è stato di 14.448 euro, inferiore però ai costi di produzione che hanno superatoi 16 mila euro, con una perdita di 2.323 euro che è stata rimandata a nuovo esercizio nella speranza ottimistica scelta di coprirla grazie agli auspicati utili di “esercizi futuri”. A partire da quello del 2024.

La svolta nei guadagni della donna “coinvolta”protagonista” del caso Sangiuliano potrebbe arrivare dai socialnetwork dove secondo quanto affermato dalla DeRev – società di strategia di comunicazione e marketing digitale potrebbe guadagnare sino a 5000 euro per un posta . Però non è così semplice per la presenza di alcuni particolari che potrebbero giocare a suo sfavore come afferma il CEO Roberto Esposito.

“Queste cifre sono parzialmente verosimili, ma siamo comunque al livello di un puro esercizio teorico. Dato il numero attuale di follower di Maria Rosaria Boccia, al momento potrebbe appartenere alla categoria di content creator denominata Mid-Tier che, su Instagram, hanno appunto un numero di follower compreso tra i 50k e i 300k. Secondo il listino dei compensi degli influencer che DeRev pubblica e aggiorna ogni anno (in allegato), questa tipologia di “creator digitale” può guadagnare tra i 1.000 e i 5.000 euro per un post e una cifra compresa tra 250 euro e 2.500 euro per una story“, riporta la DeRev.

“Ci sono elementi tecnici molto importanti che stabiliscono se e quanto valore ha un profilo: i suoi indici di performance; il suo posizionamento, il tipo di target, l’argomento di cui parla (alcune industry nell’influencer marketing pagano di più di altre), l’autorevolezza di cui gode presso il pubblico che lo segue, la capacità di coinvolgerli e quindi di influenzarne le scelte (e quindi di generare un ritorno economico e reputazionale per il brand che è la reale misura dell’efficacia). E questi elementi, o meglio l’assenza di questi elementi, fa concludere che, attualmente, il profilo di Maria Rosaria Boccia non ha alcun valore commerciale“.

Perché la Boccia rischia di non attirare sponsor?

Lo spiega sempre la società di strategia di comunicazione: la Boccia non ha un’identità digitale definita né un posizionamento ragionato; non vanta autorevolezza in un mercato o in un settore; non ha una linea editoriale e i suoi contenuti non rispondono a una strategia elaborata sulla base di un progetto di comunicazione social. In questo momento, dunque, il suo profilo non è interessante nell’ambito dell’influencer marketing. Il suo engagement è basso (0,04% prima dello scandalo, 2,8% dopo (la media di categoria è 5,5%) ed infine la sua non è una vera community, ma solo un numero di follower, cresciuti nelle ultime settimane, che rivestono il ruolo di “spettatori” interessati alle notizie di attualità relative a un caso nazionale, non direttamente a lei. Quindi, non si tratta di una “community” fidelizzata.

Sempre secondo gli analisti della DeRevTra i requisiti fondamentali per essere un creator o un influencer appetibile per i brand ci sono la trasparenza e l’affidabilità. Parliamo quindi di buona reputazione. L’approccio scelto da Boccia per raccogliere materiale e il modo di trasformarlo in uno stillicidio di rivelazioni non l’aiutano. Difficilmente qualcuno troverà semplice fidarsi e questo la pone in difetto anche in questo ulteriore ed essenziale elemento che dà valore a un profilo social“.

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