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19 Marzo 2024 12:46
19 Marzo 2024 12:46

Guerra Ucraina-Russia: attacco con missili contro torre tv a Kiev

Nell'attacco 5 morti. Colpito anche il memoriale della Shoah. Paura per la cattedrale di Santa Sofia. Le forze russe entrate a Kherson. Tra gli obiettivi anche le basi militari cyber. La Corte di Strasburgo: "Basta attacchi sui civili". Scholz: "Un dramma, siamo solo all'inizio"

L’offensiva della Russia, nella guerra contro l’Ucraina, si concentra sulla capitale dove sono stati lanciati Due missili contro una torre della tv di Kiev. Il sindaco Vitaly Klitshcko ha pubblicato su Twitter il video che documenta una parte dell’attacco che ha provocato almeno 5 morti, scrivendo “Il nemico sta attaccando la capitale! La torre della televisione di Kiev è stata danneggiata da due missili, secondo le prime informazioni” ed aggiunge “La cabina che fornisce energia alla torre della tv così come l’hardware sono danneggiati“.

alcuni dei anni causati dal lancio dei missili russi sulla città di Kiev

Al mondo: che senso ha dire ‘mai più’ per 80 anni, se si tace quando una bomba cade sullo stesso sito di Babyn Yar? Almeno 5 morti. La storia si ripete…” scrive il presidente ucraino Volodymyr Zelensky su Twitter. Il raid contro la torre della televisione è avvenuto a pochi metri dal memoriale di Babin Yar, dove si commemora l’uccisione di 33mila ebrei durante l’occupazione nazista del 1941.

L’attacco è stato sferrato poche ore dopo il messaggio inviato dalla Russia attraverso il suo ministero della Difesa. Mosca ha avvertito i cittadini di Kiev di lasciare la capitale prima di un attacco contro obiettivi in città, come ha riferito l’agenzia di stampa Tass spiegando che sarebbero stato condotti ‘‘attacchi di alta precisione

Nonostante le dichiarazioni di principio, anche i civili ucraini sono sotto tiro e, secondo l’ufficio dell’ Onu per i diritti umani, le vittime sono “almeno 136” di cui 13 bambini. I feriti, secondo questa stima, sono invece almeno 400. L’organizzazione avverte pero’ che purtroppo si tratta sicuramente di una stima per difetto, oltre che in continuo drammatico peggioramento.

l’ intervento di Zelensky al Parlamento Europeo

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è intervenuto oggi al Parlamento europeo portando l’urlo del suo popolo e chiedendo a Bruxelles di porgergli la mano. “Sono lieto di sentire questa unità. L’Unità di tutti i Paesi dell’Unione europea. Ma non sapevo che questo sarebbe stato il prezzo da pagare. Una tragedia per me, per ogni ucraino e per il nostro Paese. È un prezzo altissimo. Migliaia di persone sono state uccise. Due rivoluzioni, una guerra e cinque giorni di invasione militare della Federazione Russa“, ha spiegato il presidente collegato dal suo bunker a Kiev.

“Vorrei sentire da parte vostra la scelta dell’Ucraina verso l’Europa viene incoraggiata, siamo sotto l’ attacco dei missili, sotto i bombardamenti. Stamattina è stata una mattina tragica per noi“, ha aggiunto. E gli eurodeputati hanno risposto all’appello. Poche volte come oggi il Parlamento europeo si è mostrato cosi’ unito. La guerra in Ucraina, dopo aver cementato i rapporti a livello dei ventisette Stati dell’Unione, ha rinsaldato le fila anche tra i partiti che siedono nell’emiciclo.

Tutti d’accordo o quasi sulla risoluzione (637 favorevoli, 13 i contrari e 26 gli astenuti, ), che condanna l’aggressione russa e “invita le Istituzioni dell’Unione ad adoperarsi per concedere all’Ucraina lo status di Paese candidato all’adesione all’Ue, in linea con l’articolo 49 del trattato sull’Unione europea e sulla base del merito e, nel frattempo, a continuare ad adoperarsi per la sua integrazione nel mercato unico dell’Unione in virtu’ dell’accordo di associazione”.

Un’apertura ma senza eccessiva accelerazione. Il processo è lungo e tortuoso. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, lo ha confermato in aula. “Oggi l’Unione europea e l’Ucraina sono già più vicine che mai. C’è ancora una lunga strada da percorrere. Dobbiamo porre fine a questa guerra. E dovremmo parlare dei prossimi passi. Ma sono sicura: nessuno in questo emiciclo puo’ dubitare che un popolo che difende cosi’ coraggiosamente i nostri valori europei non appartenga alla nostra famiglia europea“.

Dello stesso analogo tenore il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. “Spetterà a noi europei essere all’altezza del momento. E, naturalmente, sappiamo che questo argomento è difficile perché tocca l’allargamento. E sappiamo che ci sono, all’interno dell’Unione europea, opinioni diverse, che a volte possono essere sfumate su questo argomento” ed ha aggiunto “Spetterà alla Commissione europea formulare un parere, dal quale il Consiglio non si sottrarrà alle sue responsabilità. Il Consiglio dovra’ analizzare seriamente la richiesta simbolica, politica, forte e, credo, legittima che e’ stata espressa. Sara’ poi necessario dare l’orientamento e fare la scelta che sara’ la scelta giusta, con compostezza, con determinazione, di fronte a questa richiesta che oggi si esprime, faccia a faccia e con un’emozione che ci tocca ciascuno e tutti

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky seguito dalla sua scorta militare

A smuovere le coscienze sono state le parole di Zelensky. “Non so come salutarvi. Non so se dirvi buongiono o buon pomeriggio. Perché oggi per qualcuno dei miei cittadini non sara’ un buon giorno. Qualcuno potrebbe morire”, ha detto prima di presentare solo l’ultimo dei drammatici bilanci. “Ieri sedici bambini sono stati uccisi e il presidente parla di operazioni contro infastrutture militare ma si tratta di bambini. Quali obiettivi militari? Ieri ha ucciso sedici bambini con i suoi missili“. E, ancora una volta, ha presentato la sua richiesta più delicata all’Unione europea.

“La nostra gente è motivata. Stiamo lottando per i nostri diritti, per la nostra libertà, per la nostra vita. E adesso lottiamo per la sopravvivenza. E questa è la più forte delle motivazioni ma vogliamo anche essere membri a pari diritti dell’Europa. Io credo che oggi stiamo mostrando a tutti che è quello che siamo. Senza l’Unione europea l’Ucraina sarebbe sola. Abbiamo dimostrato la nostra forza. Abbiamo dimostrato che siamo esattamente come voi. Quindi adesso mostrateci che siete al nostro fianco, mostrateci che non ci abbandonerete, mostrateci che siete veramente europei. E allora la vita vincera’ contro la morte, la luce vincera’ contro l’oscurita’. Gloria all’Ucraina“. Un intervento emozionante e sentito che è stato salutato da una lunga ovazione.

“Sempre più Paesi si stanno impegnando in una coalizione contro la guerra insieme a persone da tutto il mondo, con un messaggio comune: Russia, basta con la guerra. Torna a casa. Parliamo“, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel nel suo intervento. “È uno scontro tra lo stato di diritto e lo stato delle armi; tra democrazie e autocrazie; tra un ordine basato su regole e un mondo di nuda aggressione. Il modo in cui risponderemo oggi a ciò che la Russia sta facendo determinerà il futuro del sistema internazionale” .

Ursula von der Leyen

La presidente Ursula von der Leyen prima di snocciolare tutte le sanzioni approvate finora “alla velocita’ della luce” ricordando che è in gioco “il destino dell’Ucraina, ma in gioco c’è anche il nostro destino. Dobbiamo mostrare il potere che risiede nelle nostre democrazie; dobbiamo mostrare il potere delle persone che scelgono le loro strade indipendenti, liberamente e democraticamente. Questa e’ la nostra dimostrazione di forza”.

La von der Leyen nel suo intervento ha sottolineato: “So bene che queste sanzioni avranno un costo anche per la nostra economia. Lo so e voglio parlare onestamente ai cittadini europei. Abbiamo sopportato due anni di pandemia. E tutti noi desideravamo poterci concentrare sulla nostra ripresa economica. Ma credo che i cittadini europei capiscano molto bene che dobbiamo opporci a questa crudele aggressione. Sì, proteggere la nostra libertà ha un prezzo. Ma questo è un momento decisivo. E questo è un costo che siamo disposti a pagare. Perché la libertà non ha prezzo”.

“Non abbandoneremo la difesa dei nostri diritti umani e libertà perché siamo più o meno dipendenti dalla Russia” per il gas, ha confermato Josep Borrell Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, . Il capo della diplomazia europea ha ricordato che, quando era presidente del Parlamento europeo nel 2007, ha avuto l’opportunità di dire al presidente russo, Vladimir Putin, dopo l’omicidio della giornalista Anna Politkovskaya, “che non avremmo scambiato i diritti umani con il suo gas” ed ha aggiunto “E questo è il momento di ripeterlo e agire. E dobbiamo iniziare a lavorare in fretta, come ha proposto la Commissione europea, per annullare questa dipendenza“.

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