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20 Aprile 2024 12:58
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Si è spento Gigi Proietti mattatore del teatro e cinema italiano

Il noto attore romano era ricoverato in gravi condizioni nel reparto di terapia intensiva di una clinica romana. La causa dovuta a problemi cardiaci, in passato aveva già sofferto di cuore, quindi non si tratta di Covid. Se ne va uno dei grandissimi del teatro italiano, icona dell'umorismo, cuore di Roma, figlio di una nazione che oggi più che mai avrebbe bisogno d'ironia.

di REDAZIONE SPETTACOLO

Nelle prime ore del mattino è venuto a mancare all’affetto della sua famiglia Gigi Proietti. Ne danno l’annuncio Sagitta, Susanna e Carlotta. Nelle prossime ore daremo comunicazione delle esequie‘, fanno sapere i parenti.

Il noto attore romano Gigi Proietti era ricoverato in gravi condizioni nel reparto di terapia intensiva di una clinica romana. La causa dovuta a problemi cardiaci, in passato aveva già sofferto di cuore, quindi non si tratta di Covid. Se ne va uno dei grandissimi del teatro italiano, icona dell’umorismo, cuore di Roma, figlio di una nazione che oggi più che mai avrebbe bisogno d’ironia. Lo stesso sorriso beffardo che il destino ha gettato come i dadi sul calendario, l’entrata e l’uscita dalla vita: Gigi Proietti si è spento il 2 novembre, il giorno del suo ottantesimo compleanno.

Proietti era stato ricoverato già da diversi giorni, ma le sue condizioni si erano aggravate solo ieri. Accanto a lui, in ospedale, si sono stretti i suoi famigliari: le figlie Carlotta e Susanna e la sua compagna di sempre, Sagitta Alter .

Nel 2010 Proietti era stato ricoverato all’Ospedale San Pietro di Roma, dopo aver accusato una forte tachicardia, ma in quell’occasione nel giro di pochi giorni si era poi ripreso ed era tornato a casa e a recitare .

Proietti insieme a Alberto Sordi ed a una piccola galleria di altre figure storiche del cinema e del teatro –  ha rappresentato il carattere italiano, il suo splendore, la sua miseria. Nato in via Giulia nel 1940, dove splende l’anima della Capitale, Proietti con la famiglia fa lo zingaro in città, vive in diversi quartieri, al Colosseo, al Tufello, all’Alberone. Dove c’è il popolo, cresce Proietti, nasce il suo talento.

All’oratorio rivela il suo primo istinto da istrione, Proietti scoprirà il teatro all’Università. Dopo il liceo classico si iscrive a Giurisprudenza, sostiene un po’ di esami, ma con quella faccia e quel sorriso era un pre-destinato e dunque, racconta “non vi preoccupate, non mi sono laureato”

La carriera artistica di Proietti comincia negli anni Sessanta, la sua figura è legata al titoli che fanno parte della storia del teatro e del cinema e poi della televisione. Negli anni Settanta calca la scena accanto a Renato Rascel in un musical firmato dai maestri Garinei e Giovannini. Da allora è l’uomo macchina di successi come “Caro Petrolini”, “Cyrano”, “I sette re di Roma”.

Indimenticabile la sua interpretazione di Nerone. Al cinema, nell’ippodromo di “Febbre da cavallo” e de “La Mandrakata” accende, con un altro interprete della comicita’ romana, Enrico Montesano, un altro faro sul carattere del paese, i suoi azzardi, i suoi vizi, frizzi e lazzi. Tutto sull’impronta di Steno e dei Vanzina, veri studiosi dell’antropologia di un paese mai cresciuto fino in fondo.

Proietti è stato un mattatore totale, fu attore, cantante, ballerino, regista, barzellettiere, cuoco e cameriere di se stesso, one man show al servizio di un solo padrone, il suo pubblico.

La carriera

Artista geniale, istrionico, poliedrico. Gigi Poietti oggi, 2 novembre, avrebbe compiuto 80 anni, dei quali ne ha passati più di 55 passati sui palcoscenici di tutta Italia. Una vita da ‘Mandrake‘. Non solo il suo indimenticabile personaggio nel film “Febbre da cavallo“, ma prima ancora (e forse soprattutto) il mattatore in frac, panciotto rosso e cilindro del classico teatrale “A me gli occhi please“.

Attore sopraffino, regista e cantante, Proietti inizia a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo gia’ quattordici anni quando viene scritturato come comparsa nel film ‘Il nostro campione’, diretto nel 1955 da Vittorio Duse, per poi interpretare un altro piccolo cameo in ‘Se permettete parliamo di donne’ di Ettore Scola nel 1964. Tuttavia è nel 1966 che debutta contemporaneamente sul grande e piccolo schermo.

In ogni caso il suo primo ruolo, per una curiosa coincidenza, è quello di un maresciallo dei carabinieri, lo stesso che trent’anni dopo lo porta alla grande notorietà con ‘Il Maresciallo Rocca‘.

Icona del teatro e dello spettacolo italiano, Proietti in un’intervista rivela di non essere stato inizialmente interessato al mondo del teatro: “Assolutamente no! A teatro non c’ero mai stato e poi non ero figlio di attori”. Iscrittosi per caso al Centro Teatro Ateneo, studia con personaggi di spicco come Arnoldo Foà, Giulietta Masina e Giancarlo Sbragia.

Da li’ la scalata verso il successo teatrale che arriva per la prima volta nel 1970 quando viene chiamato a sostituire Domenico Modugno, nella parte di Ademar nella commedia musicale di Garinei e GiovanniniAlleluja brava gente‘. Negli anni ’70 arrivano anche i ruoli da protagonista nei film ‘Gli ordini sono ordini‘ (1970), ‘Meo Patacca‘ (1972), ‘Conviene far bene l’amore‘ (1975), ‘Languidi baci, perfide carezze‘ (1976). L’artista romano passa con incredibile disinvoltura dalla commedia, al ruolo impegnato, dal dramma erotico al film grottesco, quindi partecipa a film di Bolognini, Monicelli, Petri e Magni.

Sbarca anche oltreoceano e recita in alcune pellicole dirette da registi di prestigio come Sydney Lumet, Robert Altman e Ted Kotcheff, ma la grande consacrazione cinematografica arriva nel 1976 con il cult ‘Febbre da cavallo’ di Stefano Vanzina in arte Steno, nel quale Proietti veste i panni dello sfortunato scommettitore Bruno Fioretti, detto Mandrake.

Alla radio riscontrò un notevole successo nella celeberrima trasmissione ‘Gran varietà’, dove partecipa durante le stagioni 1973-1974 interpretando il personaggio di Avogadro il ladro (insieme con il suo complice Cicerone progetta furti che non vanno mai in porto) e in quella del 1975-1976, dove e’ un irresistibile conquistatore femminile che a parole (e con tre ipotesi) è infallibile, e alla prova dei fatti accumula continui disastri, ma non si abbatte mai, come canta inesorabile accompagnandosi alla chitarra alla fine dei suoi sketch.

Personaggio tra i più azzeccati della sua carriera, lancia un tormentone di successo (‘Invidiosi!’) destinato a rimanere nel ricordo. Due anni dopo, nel 1978, assume insieme a Sandro Merli la direzione artistica del Teatro Brancaccio di Roma, creando un suo Laboratorio di Esercitazioni Sceniche per i giovani attori che segnera’ l’esordio di tanti futuri volti del mondo dello spettacolo, tra cui Flavio Insinna, Giorgio Tirabassi, Enrico Brignano e Gabriele Cirilli. In quegli anni inizia anche a cimentarsi con successo nel campo del doppiaggio e nel 1976 prestò la voce in ‘Rocky‘ all’esordiente Sylvester Stallone.

Il successo riscosso negli anni al cinema, in teatro e in tv raggiunge l’apoteosi nel 1996 con la serie televisiva ‘Il maresciallo Rocca’. La serie conquista subito i favori del pubblico fino a superare agevolmente i dieci milioni di telespettatori a sera; l’ultima puntata del 12 marzo 1996 registra il record di quasi 16 milioni di spettatori permettendogli di vincere il Premio tv come personaggio maschile dell’anno. Nel 2002 il ritorno al cinema con il sequel ‘Febbre da cavallo – La mandrakata’, diretto da Carlo Vanzina figlio di Steno.

Il ricordo di Proietti

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con una dichiarazione ha voluto rendere omaggio a Gigi Proietti . “E’ con grande dolore che ho appreso la notizia della scomparsa, nel giorno dell’ottantesimo compleanno, di Gigi Proietti. Attore poliedrico e versatile, regista, organizzatore, doppiatore, maestro di generazioni di attori, erede naturale di Ettore Petrolini, era l’espressione genuina dello spirito romanesco”.

“Alla grande cultura, alla capacità espressiva eccezionale, frutto di un intenso lavoro su sè stesso, univa una simpatia travolgente e una bonomìa naturale, che ne avevano fatto il beniamino del pubblico di ogni età. Desidero ricordarlo – prosegue il Presidente – anche come intellettuale lucido e appassionato, sempre attento e sensibile alle istanze delle fasce più deboli e al rinnovamento della società”.

“Alla signora Sagitta, alle figlie Susanna e Carlotta, ai suoi collaboratori e ai tanti suoi allievi desidero far giungere il mio più profondo cordoglio, a nome della Repubblica, e sentimenti di vicinanza personale” ha concluso il Capo dello Stato.

I Carabinieri hanno reso omaggio sui social Gigi Proietti:Hai saputo farci sorridere con tanti personaggi e mille sguardi, espressioni, battute, barzellette. Noi vogliamo continuare a ricordarti così, col volto del Maresciallo Rocca, che hai interpretato con umanità, passione e la giusta dose di ironia“.

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La Polizia di Stato ha così voluto ricordare Gigi Proietti: “A lei che ha insegnato a milioni di persone l’arte del cinema, della televisione e del teatro, dell’allegria e della vita, il nostro profondo grazie. La #PoliziadiStato non dimenticherà mai la sua straordinaria umanità di uomo che quando il Paese ha chiamato, ha risposto con la sua indimenticabile voce, con il suo orgoglio di anziano responsabile e coraggioso. Ha lanciato un appello che ha dato sollievo a tanti suoi coetanei che come lei sono e saranno bene prezioso dell’Italia, da custodire con tutte le forze, come il ricordo che lei ci lascia. Alla sua famiglia l’abbraccio di tutte le donne e gli uomini della Polizia di Stato

Un pezzo di Roma che se ne va. Grazie di tutto, Maestro”. Così in un post sull’account ufficiale la As Roma ha voluto ricordare l’attore romano Gigi Proietti, tifoso giallorosso, scomparso oggi nel giorno del suo 80esimo compleanno.

La sindaca di Roma Virginia Raggi è in contatto con la famiglia di Gigi Proietti per condividere insieme l’omaggio di Roma: tra le ipotesi, un corteo funebre in auto che partirà dal Campidoglio e toccherà diversi luoghi simbolo della vita di Proietti, come via Giulia – dove è nato l’attore -, il Globe Theatre – il teatro shakesperiano a Villa Borghese di cui era il direttore artistico. E proprio lì potrebbe esserci l’orazione funebre e il ricordo di alcuni suoi amici – per poi arrivare nella chiesa dove si svolgeranno le esequie. Il tutto è stato pensato per evitare assembramenti e avverrà nel rispetto della normativa anticovid.

Intanto la famiglia fa sapere che i funerali saranno probabilmente in forma privata per evitare assembramenti e saranno celebrati giovedì 5 novembre a Roma, nella Chiesa degli Artisti in piazza del Popolo. Per quel giorno la Sindaca di Roma Capitale, Virginia Raggi proclamerà il lutto cittadino .

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