di Silvia Signore
La gara di Imola del GP dell’ Emilia Romagna per la Ferrari è stato sicuramente un weekend con giornanate e prestazioni alterne, con lo svolgimento di una gara inattesa considerando le deludenti premesse delle qualifiche del sabato, quando sia Charles Leclerc e Lewis Hamilton non sono riusciti a superare la Q2, qualificandosi rispettivamente undicesimo e dodicesimo posto, partendo dalla 6a fila.
Il quarto posto conquistato da Hamilton ed il sesto di Leclerc in gara, hanno evidenziato una Ferrari SF-25 sicuramente migliore e diversa da quella delle qualifiche. Senza dubbio l’ uscita in pista della Safety car dopo il ritiro di Kimi Antonelli preceduta dalla Virtual causata da quello di Ocon hanno agevolato delle nuove situazioni di gara, ma è altrettanto doveroso evidenziare che la performance in gara della SF-25, non è stata quella della qualifica

Come è sicuramente arcinoto agli addetti ai lavori ed agli appassionati della Formula 1 , il setup tra qualifica e gara delle monoposto non cambia, quindi la chiave di lettura più evidente è quella di una monoposto che in condizioni meno estreme, in gara, dove i parametri di carico, grip, trazione non vengono spinte ai limiti estremi, è in condizionare di dimostrare una condotta di gara assolutamente dignitosa. Bisogna anche evidenziare che il degrado delle gomme sulla pista Imola non è severo, come viene confermato dall’ utilizzo da parte della Pirelli delle gomme soft C6 .
Tutto ciò ha quindi certamente consentito alla Ferrari SF-25 di sfruttare un setup che già nelle prime libere del venerdì aveva prodotto un passo gara al livello dei team rivali, ad eccezione della McLaren che a quel punto sembrava poter dominare l’intero weekend di Imola. La Ferrari non ha portato sviluppi estesi limitandosi esclusivamente ad una evoluzione delle prese d’aria dei freni posteriori, accorgimenti che sulla carta non potevano incrementare la performance delle monoposto di Maranello.
Il risultato della gara del GP dell’Emilia Romagna consente due chiavi di lettura. Da un lato emerge il setup, con la configurazione gara a serbatoio pieno rispetto a quella da qualifica, che ha consentito un parziale miglioramento delle prestazioni dalla SF-25. Contestualmente è legittimo considerare che quanto assistito in qualifica non fosse solo un “miraggio”, ovvero in quelle condizioni la rossa non era davvero competitiva, come hanno dichiarato Leclerc ed Hamilton dopo le qualifiche.

In previsione delle prossime gare, dopo il Gp del Principato di Monaco e quello della Spagna tra due settimane , sarà fondamentale verificare quanto gli sviluppi al fondo e la nuova costruzione dell’ala anteriore della SF-25 potranno non solo migliorare le prestazioni sui team avversari, ma anche modificare i parametri delle prestazioni raggiunte di questa monoposto. Teoricamente non si dovrebbe verificare uno sconvolgimento, ma è tanto giusto quanto corretto evidenziare che il setup di queste monoposto ad effetto suolo possa comportare delle sostanziali variazioni e migliorie a livello di prestazioni.
In ogni caso gli evidenti limiti della SF-25 non potranno essere risolti definitivamente da quello che verrà apportato alle monoposto in Spagna, ma il risultato di oggi dà ragione a Vasseur Team Principal della Ferrari, sulla circostanza che è necessario ed importante lavorare a fondo per limitare e cercare possibilmente di eliminare i problemi della monoposto . Una sfida da molti considerata impossibile, quindi non facile, ma sarà bene ricordare le parole di Lewis Hamilton via radio, “let’s keep pushing”. Alla Ferrari non si nascondono le difficoltà di un percorso di crescita in evidente salita, ma sicuramente c’è la volontà ed un forte impegno per superarle

La F1 si trasferisce a Monte-Carlo, dove la qualifica è fondamentale anche più di Imola. La SF-25 è per il 90% diversa rispetto a quella guidata da Leclerc che nel 2024 ha vinto sul circuito monegasco. Sarà importante capire e decidere il modo di far funzionare le gomme nuove. Charles a Imola è stato cattivo al via, poi ha seguito una strategia aggressiva per gestire le gomme. Lui ci crede, ha fiducia nel gruppo e ci mette la faccia, come quando sabato ha chiesto scusa per i risultati. Qualcuno però alla Ferrari in questi 7 anni dovrebbe chiedergli scusa. Ed adesso sarebbe il caso di mettergli a disposizione una monoposto realmente competitiva in pista: anche se non ancora a livello della vecchia Mercedes o Red Bull, o della resuscitata McLaren, un “rossa” che sia almeno costante nelle prestazioni ed in gara.