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12 Settembre 2025 19:27

Ecco com’è stata divisa nel testamento l’eredità dello stilista Giorgio Armani

Giorgio Armani ha designato la Fondazione come erede al 100% delle quote della maison e ha stabilito la vendita del 15% entro 18 mesi. Il testamento include dettagli sulle proprietà e sulle disposizioni per la gestione futura. Pantaleo dell’Orco avrà il diritto di usufrutto sul 30% delle quote e il 40% dei diritti di voto.

Dall’ apertura del testamento dello stilista deceduto lo scorso 4 settembre si apprende che va il 100% delle quote della maison va alla Fondazione Armani .  Nel dettaglio, alla Fondazione, che aveva già lo 0,1% delle quote, va il diritto di piena proprietà sul 9,9% (pari al 30% dei diritti di voto) e il diritto di “nuda proprietà” sul restante 90% delle quote. Il resto dei diritti di voto, infatti, è diviso tra Pantaleo Dell’Orco (compagno da una vita dello stilista) e i nipoti Silvana Armani e Andrea Camerana. Sul totale della società, quindi, Dell’Orco avrà il diritto di usufrutto sul 30% delle quote e il 40% dei diritti di voto. I nipoti, Silvana Armani e Andrea Camerana, invece, avranno diritti di voto pari al 15% mentre la Fondazione avrà diritti di voto pari al 30%. La maggioranza relativi dei diritti di voto spetterà dunque a Dell’Orco.

Cessione maggioranza o quotazione in borsa entro 5-8 anni

Giorgio Armani nel suo testamento ha disposto anche un dettagliato piano per il futuro della maison, che prevede nel giro di qualche anno l’entrata in maggioranza di un colosso del lusso e della moda (escludendo, quindi, i fondi d’investimento e le finanziarie) o, in alternativa, la quotazione in Borsa, con la Fondazione al 30% del capitale

Il primo step è la vendita entro 18 mesi del 15% a Lvmh, EssilorLuxottica, l’Oreal o gruppi simili.  E’ quella che Armani nel testamento definisce la “prima tranche” di vendita. In realtà è solo il primo passo. “Su impulso della Fondazione – si legge – e con l’accordo di Leo (cioè Dell’Orco, ndr)”, a decorrere dal terzo anno ed entro il quinto anno dalla data di apertura del testamento, Armani chiede ai suoi eredi di “cedere al medesimo acquirente del primo 15% del capitale della società, un’ulteriore quota azionaria” per un minimo del 30% del capitale e un massimo del 54,9%. Con questa “seconda tranche“, il nuovo soggetto potrebbe così arrivare alla maggioranza assoluta della maison.

Esiste anche un “piano b” nel caso in cui questa seconda vendita non dovesse andare in porto, infatti, Armaniin alternativa, dispone la quotazione delle azioni della società su un mercato regolamentato italiano o di pari standing”. Lo sbarco in Borsa arriverebbe, qualora ne facessero richiesta alla Fondazione, e uno dei nipoti, Andrea e Silvana, entro 3 anni dall’apertura del testamento, ma “in ogni caso” entro 5 o al massimo 8 anni.

Ma cosa succederà dopo l’Ipo? Armani ha pensato anche a questo. A quel punto si dovrà attuare “un ordinato piano di valorizzazione di una parte della partecipazione residua, detenuta dalla Fondazione nella società, di modo che la partecipazione della Fondazione non sia mai inferiore al 30,1%“.  La condizione, si legge nel testamento, riguardo a questo schema è che ci sia l’accordo di Leo (cioè Pantaleo) Dell’Orco.

I principi di Giorgio Armani: lo stile sia essenziale

Nel suo testamento Giorgio Armani ha anche messo in chiaro i principi fondanti che dovranno guidare la Fondazione nella gestione del Gruppo. Tra i quali “la gestione delle attività in modo etico, con integrità morale e di correttezza“; e “la ricerca di uno stile essenziale, moderno, elegante e non ostentato”; e con “l’attenzione all’innovazione, eccellenza, qualità e ricercatezza di prodotto“. Lo stilista ha elencato i nove “principi fondanti” con cui la Fondazione sarà chiamata a gestire la Giorgio Armani Spa ed eventuali partecipate. Al punto due è indicata la “priorità allo sviluppo continuo a livello globale del nome ‘Armani’”. Lo stilista prescrive poi un “cauto approccio ad acquisizioni volte unicamente a sviluppare competenze non esistenti internamente da un punto di vista di mercato, prodotto o canale” e il “mantenimento di adeguato livello di investimenti per il continuo sviluppo dei marchi”, oltre a una “gestione finanziaria equilibrata e limitato ricorso ad indebitamento finanziario”. A chiudere l’elenco dei nove “principi fondanti” è un “adeguato livello di reinvestimento degli utili nella società volto a favorire la generazione di liquidita nel tempo”.

Il comitato esecutivo: “Rispetto principi gruppo sarà per sempre”

I “principi fondanti” messi nero su bianco nel testamento da Armani saranno rispettati “per sempre”, anche nel caso di una quotazione in borsa o dell’ingresso di un socio di minoranza nel gruppo di alta moda. Lo chiarisce il ‘comitato esecutivo’ della società in una nota diffusa dopo la pubblicazione del testamento, in cui – viene evidenziato – “si legge che ogni scelta strategica nel breve e nel medio termine è demandata alla guida del signor Dell’Orco e alla famiglia, con il supporto della Fondazione; scelte indirizzate però dallo stesso signor Armani sia in termini di missione del marchio, sia di possibili azioni con implicazioni sull’assetto societario di medio e lungo termine”.

Proprio “in quest’ottica – prosegue il comitato esecutivo – si legge quindi l’apertura legata alla quotazione in borsa ma anche l’apertura a un socio di minoranza di riconosciuta levatura e genuino interesse sul marchio. Il tutto lasciando sempre, su impulso della Fondazione, al signor Dell’Orco e alla famiglia le decisioni e la gestione di tale percorso, nell’ambito però dei principi e delle regole definite dal signor Armani nella Fondazione che oggi detiene (in piena e in nuda proprietà) il 100% delle azioni”

Il comitato esecutivo evidenzia poi che qualunque soluzione societaria venisse attuata, la Fondazione, che avrà tra l’altro come suo primo compito quello di proporre il nome del nuovo amministratore delegato, non scenderà comunque mai sotto il 30% del capitale, proprio come garante del rispetto ‘per sempre’ dei principi fondanti oggi confermati e ribaditi”. Il comitato garantisce quindi l’impegno “a sostegno del percorso” tracciato per il futuro dell’azienda dal fondatore nel rispetto delle sue volontà”.

“Nei prossimi giorni, con la lettura attenta dei documenti e con la pubblicazione del nuovo statuto della società, si chiariranno meglio gli ultimi aspetti delle volontà del signor Armani, ma sin d’ora ci sentiamo, anche a nome dei dipendenti e dei collaboratori, di impegnarci a sostegno di questo percorso nel rispetto delle sue volontà, con la condivisione di garantire il miglior futuro possibile all’azienda e al marchio nel rispetto dei principi stabiliti”, scrive il comitato esecutivo della ‘Giorgio Armani’.

Essilux: valuteremo con attenzione la volontà di Armani

“Siamo orgogliosi della stima che Giorgio Armani ha voluto riporre nel nostro gruppo e nel nostro management. Valuteremo con attenzione, insieme al board, questa prospettiva evolutiva che merita un’attenta riflessione, alla luce dei profondi rapporti che già legano i due gruppi” rende noto un portavoce del gruppo EssilorLuxottica.

A Leo Dell’Orco quasi il 40% della quota Essilux, il resto ai familiari

La quota azionaria che Giorgio Armani deteneva in EssilorLuxottica, pari a circa il 2% per un controvalore di oltre 2,5 miliardi di euro, è stata assegnata per il 40% (equivalente ad un miliardo di euro) a Pantaleo Dell’Orco, e per il restante 60% ai familiari. A queste quote vanno detratte 100mila azioni che lo stilista ha donato invece a Michele Morselli, e 7.500 azioni ciascuno a Daniele Balestrazzi, Giuseppe Marsocci, Laura Tadini e Luca Pastorelli.

Armani ha disposto anche la ripartizione del denaro, delle gestioni finanziarie, con esclusione di polizze e similari intestate a specifici beneficiari. Il 40% dei beni va a Pantaleo Dell’Orco, mentre il 15% ciascuno ai familiari (la sorella Rosanna, le nipoti Silvana e Roberta ed al nipote Andrea Camerana). Nel testamento viene specificato anche che le figlie del nipote, ossia Margherita e Maria Vittoria Camerana, percepiranno ciascuna 1,5 milioni da assegnare al Mamar Trust istituito dalla sorella Rosanna che è la nonna delle bimbe, e poi da assegnare alle pronipoti (la prima nata nel 2011, la seconda nel 2007) applicando le regole del Trust. A Michele Morselli, manager immobiliare vicino allo stilista, sono stati attribuiti Btp con scadenza 2040 per un controvalore di oltre 2 milioni e altri Btp che scadranno al 2029 per un controvalore di 30 milioni. E’ stata anche stipulata una polizza in favore della figlia del manager, Bianca Morselli.

La villa a Saint-Tropez, foto @gentlemensparliament – via Instagram

Le ville di Giorgio Armani cedute alla sorella ed ai nipoti

Lo stilista ha lasciato in eredità, poi, la piena proprietà, pari a una quota del 75%, della società L’Immobiliare Srl a cui fanno capo gli immobili detenuti a Saint Tropez, Antigua, Broni nel Pavese, e Pantelleria, a sua sorella Rosanna e ai nipoti Andrea Camerana e Silvana Armani, ai quali lascia anche la restante quota pari al 25% in nuda proprietà, mentre l’usufrutto andrà invece a favore del compagno e braccio destro di una vita Leo Dell’Orco. Questo quanto ha stabilito lo stilista nel secondo dei testamenti depositati presso il notaio Elena Terrenghi, in data 2 aprile 2025.

La casa di Milano, foto @ad_italia – via Instagram

Lo stilista, nel suo testamento, ha disposto inoltre che Leo Dell’Orco abbia l’usufrutto a vita del palazzo di via Borgonuovo, a Milano, nel quale lo stilista viveva e che gli arredi e gli ornamenti, (ad l’eccezione di un quadro di Matisse e di una foto di Rayman), “non vengano rimossi da dove si trovano e rimangano come complemento dell’immobile finché Leo voglia viverci”. Il suo ritratto di Andy Warhol diventa di proprietà di Pantaleo (meglio noto come Leo) Dell’Orco, mentre il quadro di Matisse e la foto di Rayman ed il grande dipinto Lisier.vengono assegnati alla sorella Rosanna. Una parte dell’arredamento del piano terra è destinato alla Fondazione Giorgio Armani.

Nella suddivisione delle sue proprietà immobiliari Giorgio Armani ha lasciato la nuda proprietà della casa a St Moritz al nipote Andrea Camerana ed assegnato l’usufrutto a Leo dell’Orco, al quale lascia un appartamento a New York mentre l’altro appartamento lo destina a sua sorella Rosanna e ai nipoti Silvana Armani e Andrea Camerana. Leo Dell’Orco concederà l’utilizzo nella città americana a Michele Morselli, l amministratore delegato della società immobiliare ed amico dello stilista deceduto. In costa azzurra a Saint Tropeztutto quanto di mia proprietà” dispone Armaniva a Pantaleo, e quest’ultimo concederà l’utilizzo di una casa a sua scelta e della piscina, per temporanei soggiorni dello stesso con Francesca e Bianca” (la compagna e la figlia del manager n.d.r.)

La casa a Broni, foto @expensive_italia via Instagram

Il testamento definisce nei dettagli come dovranno essere ripartiti i beni agli eredi : dalla scrivania, al tavolo, persino ai soprammobili e tappeti . Disposizioni vengono precisate anche sulla barca, che pur essendo della sorella e dei due nipoti, potrà essere utilizzata per un mese all’anno. da Leo Dell’Orco: “Pongo a carico di Rosanna e Silvana Armani e di Andrea Camerana l’onere che Dell’Orco possa noleggiare l’imbarcazione per un periodo di quattro settimane l’anno, anche non consecutive con diritto di scelta del periodo, preferenza da esprimere entro il mese di aprile”. Nel periodo di utilizzo di Dell’Orco,per due settimane l’imbarcazione potrà ospitare anche Michele Morselli (con Bianca e Francesca), e sua sorella Claudia Morselli con il marito.

Nei due testamenti, è chiaro il suo intento di garantire continuità strategica, compattezza societaria e garanzia finanziaria per uno sviluppo di lungo termine”, evidenzia ancora la nota del comitato esecutivo, che – viene chiarito – è “costituito da membri rappresentativi della famiglia e del top management per gestire la transizione della governance del gruppo Armani alla scomparsa del suo fondatore”.

Se per quanto riguarda la “componente personale” dei due testamenti “non riteniamo opportuno commentare scelte che attengono alla strettissima sfera privata”, sulla “componente societaria” familiari e top manager chiamati a traghettare il gruppo di alta moda evidenziano che “appare chiaro fin da una prima lettura che rimane confermato in ogni passaggio l’intento del signor Armani di garantire continuità strategica, compattezza societaria e garanzia finanziaria per uno sviluppo di lungo termine, in linea con quanto aveva più volte condiviso con la stampa e con i collaboratori più stretti”.

L’attico di New York, foto @elledecor  | via Instagram

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