Dopo l’assemblea davanti ai cancelli della fabbrica, gli operai di Acciaierie d’ Italia (ex Ilva) di Cornigliano, ieri si sono diretti verso le vie del quartiere con mezzi da cantiere. Poco dopo le 9 è stato montato un gazebo. Via Cornigliano e piazza Savio sono totalmente chiuse al traffico, mentre la strada Guido Rossa è chiusa in direzione ponente, e la scorsa notte hanno dormito in strada,a Genova Questa mattina alle 7 si è tenuta un’assemblea, ed oggi potrebbero tornare il presidente della Regione Marco Bucci e la sindaca di Genova Silvia Salis che già ieri hanno manifestato la propria solidarietà e vicinanza ai lavoratori.
La protesta è scattata ieri contro il piano del governo che secondo Armando Palombo storico delegato Fiom Cgil della ex Ilva di Cornigliano e Stefano Bonazzi Segretario Generale Fiom Cgil Genova “porta alla chiusura della fabbrica con la conseguenza che a Genova abbiamo mille posti di lavoro a rischio, mille famiglie che rischiano di perdere il loro sostentamento e la fine della siderurgia nella nostra città e nel Paese”.
“Dal primo gennaio saranno in 6 mila a livello nazionale a trovarsi in cassa integrazione e dal primo di marzo chiuderanno tutti gli impianti. Chiediamo alle istituzioni locali di non stare in silenzio e di adoperarsi per contrastare la decisione del Governo e impedire la chiusura di Cornigliano”, concludono i sindacalisti.

Le proteste a Taranto
Oggi si chiarirà l’evoluzione delle proteste a Taranto dove l’unico intervento istituzionale proviene dal presidente della Provincia Gianfranco Palmisano (Partito Democratico). Sono previste due assemblee dei dipendenti di Ilva in amministrazione straordinaria per le 7 del mattino presso l’ex Ilva, una nella sala del consiglio di fabbrica, ed una davanti alla portineria imprese . Le mobilitazioni a Taranto si presentano difficoltose in conseguenza della sfiducia diffusa conseguente ad anni di controversie che non hanno portato pressochè a nulla. L’unica richiesta chiara rivolta dagli operai ai rispettivi sindacati è relativa a misure di tutela per permettere ai lavoratori di ritirarsi con incentivi e pensionamenti anticipati.
I sindacati insistono sulla difesa dei lavoratori e criticano il Governo. Rocco Palombella segretrario generale nazionale della Uilm osserva: “Dall’1 marzo tutti gli stabilimenti saranno chiusi. La formazione proposta risulta inutile se gli impianti restano fermi“. Secondo Michele De Palma della Fiom Cgil: “Occorre togliere la guida al ministro Urso per evitare che l’Ilva e l’industria italiana collassino. La presidente del Consiglio deve prendere una decisione”. Ferdinando Uliano della Fim Cisl afferma: “Chiediamo le ragioni per l’accelerazione sulla decarbonizzazione, che ci sembra orientata verso una chiusura. Gli acquirenti che si sono proposti sono improbabili. Necessitiamo di chiarezza sul piano di transizione che abbiamo faticosamente negoziato“.

Urso: “Cig non aumenterà, investiamo in formazione”
Rispetto a quanto riportato dai sindacati ieri dopo il confronto con il governo sull’ex Ilva, “non c’è alcun aumento di cassa integrazione. Riteniamo invece che ci sia maggiore necessità di formazione”, ha intanto detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
“Coloro che saranno chiamati a svolgere la formazione matureranno tutti i diritti contrattualmente previsti per coloro che sono a lavoro. Quindi, non c’è alcun aumento di cassa integrazione ma c’è un forte e significativo investimento sulla formazione con l’intenzione di concentrare le risorse sulla manutenzione degli impianti al fine di maggiore tutela dei nostri lavoratori”, ha concluso Urso.
Adi: “Nessun aumento Cig, proposta a sindacati formazione per 1550 lavoratori”
“In merito ad alcune ricostruzioni diffuse da rappresentanti sindacali e da organi di stampa, i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia intendono fornire un chiarimento definitivo. Come comunicato nel corso dell’incontro tenutosi ieri a Palazzo Chigi, alla presenza dei commissari e dei rappresentanti del Governo, non è previsto alcun aumento del numero di lavoratori in cassa integrazione rispetto alle attuali 4.450 unità. Qualsiasi affermazione relativa a un’estensione della cassa di ulteriori 1.550 lavoratori è priva di fondamento”. Lo fa intanto sapere Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria in una nota.
La posizione, continua Adi, “è stata ribadita più volte durante la riunione e riportata nel comunicato ufficiale diffuso ieri da Palazzo Chigi, nel quale si conferma che ‘non ci sarà un’estensione ulteriore della Cassa integrazione, accogliendo così la principale richiesta avanzata dagli stessi sindacati nel corso del precedente tavolo’. I 1.550 lavoratori citati in alcune ricostruzioni saranno coinvolti esclusivamente in un programma di formazione e riqualificazione, previsto in concomitanza con gli interventi di manutenzione programmati sugli impianti”.
Il percorso formativo prevede almeno 60 giorni di attività per ciascun lavoratore, per un totale complessivo di 93.000 ore di formazione, e riguarderà l’intero comparto aziendale. Si precisa inoltre che il periodo di formazione “è equiparato a tutti gli effetti alla presenza in servizio, inclusa la maturazione di tutti gli istituti contrattuali, ferie comprese. I commissari straordinari desiderano pertanto rassicurare tutto il personale del gruppo, che qualsiasi diversa ricostruzione relativa a un ulteriore ricorso alla Cassa Integrazione non rispecchia quanto comunicato ufficialmente nel corso dell’incontro di ieri”.






