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26 Giugno 2025 00:16

Coni, domani l’elezione per il nuovo presidente

Intervistato dalla Stampa, il presidente uscente Malagò ha fatto un bilancio dei suoi tre mandati alla guida del comitato olimpico. E tra i candidati in corsa domani il suo sostegno non indifferente va a Buonfiglio

“Lascio un prestigio altissimo sia nazionale sia internazionale dello sport italiano. Risultati sportivi mai ottenuti prima, i conti in ordine, un consenso che a guardare le imminenti elezioni mi sembra difficile da ottenere e un’offerta di eventi sportivi incredibili, uno su tutti i Giochi 2026” sono le parole con cui Giovanni Malagò presidente uscente del Coni, ha fatto un bilancio della sua gestione del comitato olimpico italiano
alla vigilia dell’elezione del nuovo presidente.

Tre mandati, dodici anni, iniziati nel 2013 e conclusi alle soglie dei giochi invernali che l’Italia ospiterà nel 2026, tra Milano e Cortina, ai quali aveva anche sperato di arrivare con una deroga. Non concessa.
Il 26 giugno a sfidarsi per raccogliere la sua eredità saranno in 8, ma la competizione vera – per peso politico e consenso – è tra Luciano Buonfiglio, Franco Carraro e Luca Pancalli .

I rapporti con la politica e le federazioni

Soppesando le parole, Malagò ha parlato dei rapporti non facili con Angelo Binaghi e Paolo Barelli, alla guida rispettivamente della Federazione Italiana Tennis e della Federazione Italiana Nuoto dei quali ha detto: “non ci andrei a cena o in vacanza, ma per difendere lo sport sono pronto a entrare nel pacchetto di mischia al loro fianco”.

Altra appunto polemico, il ruolo della politica nella gestione dello sport. Alla domanda su l’assalto fosse “ancora un pericolo concreto”, Malagò ha risposto: “dipende dalle persone. Ho molto apprezzato come il governo sia rimasto fuori dalla campagna elettorale, pur se qualcuno ne aveva prima pronosticato l’intervento e poi pure millantato. Credo che debba essere sempre lo sport ad eleggere i propri rappresentanti, il che non significa non poter andare a braccetto con la politica. Dipende sempre da che uso e consumo se ne fa, ho visto da parte di qualcuno una straripante attività in quel senso”.

Malagò raccontando come ha visto cambiare il paese dal suo osservatorio, ha parlato di “un’Italia che è molto più arrabbiata, meno tollerante e con minor fiducia nel futuro. Diversamente da me. Premesso che il nostro sport va molto meglio del Paese, faccio il tifo per Giorgia Meloni e spero che vinca la sua scommessa a medio-lungo termine. Io sono un patriota. Definizione scivolosa? Non me ne frega nulla. E poi patriota non significa nazionalista”.

Al suo successore Giovanni Malagò dà il consiglio di agire diversamente da lui, garantendo trasparenza, senza paura di sbagliare e restando disponibile con tutti. E conclude con un pronostico. “Chi vince domani? Luciano Buonfiglio

Giovanni Malagò ha vissuto il suo ultimo giorno di lavoro a Palazzo H come presidente del Coni con grande emozione come documentano le foto di Ferdinando Mezzelani fotografo “storico” del Coni. Domani ci saranno le elezioni per il nuovo quadriennio: si volta pagina dopo l’erà Malagò, durata 12 anni. Il presidente uscente ha vissuto sin dal primo giorno il suo incarico con spirito di servizio.

Dopo 3 mandati anni alla guida dello sport italiano, ha trascorso la giornata a Palazzo H, lasciandolo alle 19.26, seguito dal fotografo Mezzelani che ha immortalato gli ultimi momenti, nel suo studio, nei corridoi, sulla scalinata e all’ingresso del Palazzo H, riflettendo sui successi raggiunti e sulle sfide superate.

Malagò ha dichiarato di sentirsi come al primo giorno, ha mantenuto un approccio zen e positivo verso il futuro, ha espresso orgoglio per i risultati ottenuti, tra cui il prestigio internazionale dello sport italiano e i successi sportivi mai raggiunti prima. Nonostante lasci la presidenza, Malagò ha affermato che non abbandonerà il mondo dello sport e continuerà a contribuire in altre forme, anche perchè è membro del Cio ed ha un compito importante in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 della cui Fondazione è presidente. In questi giorni Malagò ha ricevuto un diluvio di messaggi, vero ossigeno per la sua vita.

I candidati alla presidenza del Coni

Sono otto i candidati, tutti uomini, per un posto, quello di presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. La corsa al Coni fa sempre gola ma mai come questa volta perché all’orizzonte ci sono due edizioni dei Giochi olimpici in Italia, entrambe invernali: quella di Milano Cortina 2026 e di Dolomiti Valtellina, giovanile per under 18, nel 2028. A conferma che la corsa per diventare l’inquilino di Palazzo H è molto ambita è il numero dei candidati, 8, mai avvenuto nella storia del Coni. Il numero massimo era stato di sei, nel 2001, quando venne rieletto Gianni Petrucci (attualmente presidente della Federazione Italiana Basket), ma i votanti 24 anni fa erano 210 per effetto della prima legge Melandri

L’appuntamento per eleggere il ‘dopo-Giovanni Malagò’ che è rimasto in carica per 12 anni, tre mandati pieni e non più ricandidabile in base all’attuale normativa – è per le ore 10 di giovedì. La sede? Iconica. Il nuovo palazzetto polifunzionale al Centro di Preparazione Olimpica a Roma, intitolato al più longevo presidente del Coni, Giulio Onesti, che rimase in carica dal 1946 al 1978.

Per il resto è caccia all’ultimo voto, fino all’ingresso nel conclave. Si dice sarà decisiva la notte antecedente al voto. I grandi elettori sono 80 – tra essi anche i membri Cio, Malago’Federica Pellegrini e Ivo Ferriani – per essere eletti presidente servono almeno 41 voti. In caso contrario si andrà avanti. Alla seconda e terza votazione il presidente verrà eletto a maggioranza assoluta dei presenti, alla quarta sarà eletto chi ha il numero maggiore dei voti. In caso di ulteriore parità verrà dichiarato presidente il candidato più anziano di età. Non andranno al voto tre federazioni, due commissariate (Tiro a segno e Aci) e una per assenza del Decreto del Presidente della Repubblica (Aeroclub).

Ecco chi sono gli 8 candidati alla presidenza del Coni

DUCCIO BARTALUCCI, 73 anni, modenese di nascita, romano d’adozione, è stato per tanti anni commissario tecnico dell’equitazione italiana e ora lo e’ della Colombia. Lo scorso anno è stato sconfitto alle presidenziali della Fise. È stato azzurro, nei primi anni ’80 ha preso parte ad un Mondiale e ad un Europeo.

LUCIANO BUONFIGLIO, 74 anni, napoletano, dal 2005 è presidente della Federazione Italiana Canoa Kayak e dal 2013 al 2018 è stato vicepresidente del Coni durante il primo mandato di Malagò. È stato azzurro per 36 volte (dal 1968 al 1980) e nel 1976 è arrivato fino ai ripescaggi nei 1000 metri K-4 alle Olimpiadi di Montreal.

FRANCO CARRARO, 85 anni, padovano di nascita ma anche milanese e infine romano, è in assoluto il dirigente italiano più famoso nella geopolitica sportiva mondiale. Nel curriculum vitae di Carraro c’è davvero tutto: ministrosenatoresindaco di Roma, giovane presidente dell’A.C. Milan, tre volte numero uno della Federcalcio, membro onorario del Cio, vicepresidente dell’ex Alitalia, capo dell’organizzazione dei Mondiali di Italia ’90. La sua candidatura è stata accompagnata da una memoria legale sulla sua eleggibilità.

MAURO CHECCOLI, 82 anni, bolognese, ingegnere, ha vinto due ori olimpici nella stessa edizione, Tokyo ’64 (concorso completo individuale e a squadre nell’equitazione). Da dirigente ha un passato da presidente del Coni bolognese (1978–1988), della Federazione sport equestri (1988–1996), e nel 2019 era tra i candidati alla presidenza di Sport e Salute.

PIERLUIGI GIANCAMILLI, 64 anni, romano, consigliere ed ex vicepresidente del pentathlon moderno.

CARLO IANNELLI, toscano, avvocato, si batte per la verità sulla morte del figlio Giovanni, scomparso nel 2019 a 22 anni durante una corsa ciclistica. è stato membro della giunta del Coni toscano e vicepresidente della Federciclismo toscana.

GIUSEPPE MACCHIAROLA, 71 anni, pugliese, medico sportivo delle squadre nazionali di boxe per 16 anni, presidente del Coni provinciale di Foggia, consigliere della Federboxe. Recentemente è stato candidato (sconfitto) alla presidenza della Fpi.

LUCA PANCALLI, 61 anni, romano, da tre decenni figura chiave dello sport paralimpico italiano. Presidente dimissionario del Comitato Italiano Paralimpico, è stato due volte vicepresidente del Coni e anche segretario generale del Comitato Paralimpico Europeo. è stato commissario straordinario della Federcalcio. Paralimpico nel nuoto, ha vinto otto ori ai Giochi dal 1984 al 1992

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