MENU
27 Luglio 2024 03:20
27 Luglio 2024 03:20

Cassazione: l’energia elettrica non è indispensabile “Nessuna giustificazione per chi si allaccia abusivamente”

Per la Suprema Corte, l'elettricità procura "agi e opportunità" ma non averla non mette a rischio l'esistenza. La donna ricorrente è stata anche condannata a pagare 2 mila euro di multa per la pretestuosità dei motivi di ricorso.

ROMA –  L’energia elettrica non è un bene “indispensabile alla vita” e chi si allaccia abusivamente alla rete sostenendo di non avere i soldi per la bolletta non può essere scusato per aver agito spinto dallo “stato di necessità“. Lo sottolinea la Suprema Corte di Cassazione con la propria la sentenza 39884 depositata oggi, confermando la condanna (l’entità non è nota) per furto di energia elettrica nei confronti di una donna pugliese dichiaratasi sfrattata, senza lavoro e con una figlia incinta.

Così è stato respinto il ricorso di Concetta C., una signora quarantacinquenne di Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, che era ricorsa in cassazione per trovare una giustificazione al  proprio allaccio abusivo alla rete elettrica a causa delle sue condizioni “precarie e faticose”. La decisione della Suprema Corte conferma la precedente decisione emessa dalla Corte di appello di Lecce il 28 settembre 2016 che aveva leggermente ridotto la pena alla donna, dichiarando tuttavia sussistente l’aggravante di aver agito fraudolentemente dal momento che anche quando l’allaccio avviene “senza rompere o trasformare la destinazione del cavo”, si tratta sempre di un allaccio abusivo e come tale compiuto con fraudolenza.

Nel giudizio affrontato dalla Cassazione la mancanza di energia elettrica non comportava nessun pericolo attuale di danno grave alla persona, trattandosi di bene non indispensabile alla vita, nel senso sopra specificato (infatti, l’energia elettrica veniva utilizzata anche per muovere i numerosi elettrodomestici della casa): semmai idoneo a procurare agi e opportunità, che fuoriescono dal concetto di incoercibile necessità”, condizione che la legge richiede per non emettere condanna.

Secondo la Suprema Corte, “l’ esimente dello stato di necessità postula il pericolo attuale di un danno grave alla persona, non scongiurabile se non attraverso l’atto penalmente illecito, e non può quindi applicarsi a reati asseritamente provocati da uno stato di bisogno economico, qualora ad esso possa comunque ovviarsi attraverso comportamenti non criminalmente rilevanti“.

La donna è stata anche condannata a pagare 2 mila euro di multa alla cassa delle ammende per la pretestuosità dei motivi di ricorso.

 

TAGS

Sostieni ilcorrieredelgiorno.it: il tuo contributo è fondamentale

Il tuo sostegno ci aiuta a garantire la nostra informazione libera ed indipendente e ci consente di continuare a fornire un giornalismo online al servizio dei lettori, senza padroni e padrini. Il tuo contributo è fondamentale per la nostra libertà.

Grazie, Antonello de Gennaro

Articoli Correlati

D.I.A., Polizia e Guardia di Finanza confiscano beni per circa 30 milioni di euro ad imprenditore casertano contiguo al clan Belforte
Il Tribunale Fallimentare di Bari concede il concordato alla Costruzioni Generali della famiglia Mazzitelli
Condannati a 3 anni e 2 mesi i genitori di Matteo Renzi per false fatturazioni
Taranto, arrestato avvocato: ha sottratto 270mila euro da conti correnti intestati a procedure esecutive del Tribunale
La Guardia di Finanza sequestra 121 milioni ad Amazon Italia. Indagati tre manager
Bancarotta fraudolente aggravata ed autoriciclaggio. Le Fiamme Gialle di Taranto eseguono una misura cautelare personale
Cerca
Archivi
Inchiesta Genova: dimissioni del governatore Toti. La magistratura condiziona la politica regionale
L'allerta di Israele: per lo Shin Bet rischio di attacchi terroristici iraniani ai Giochi di Parigi 2024
D.I.A., Polizia e Guardia di Finanza confiscano beni per circa 30 milioni di euro ad imprenditore casertano contiguo al clan Belforte
Corte dei Conti: XX Giochi del Mediterraneo tra criticità’ e segnali di miglioramento per le infrastrutture
Il Tribunale Fallimentare di Bari concede il concordato alla Costruzioni Generali della famiglia Mazzitelli

Cerca nel sito